ROMA – Se un padre consegna al figlio più di mille euro in contanti viola la norma anti-riciclaggio. Se un dipendente riceve una somma cash superiore ai mille euro come anticipo di una trasferta di lavoro, viola le norme anti-riciclaggio. Se lo stesso padre invece di consegnare lo stesso contante al figlio, lo consegna alla moglie, non viola le norme anti-riciclaggio. C’erano delle perplessità e dei dubbi sui limiti imposti dalla tracciabilità sui pagamenti. Il Ministero dell’Economia ha fatto chiarezza rispondendo al Telefisco 2012.
Come si vede i limiti contenuti nell’articolo 49 del decreto legislativo 231/2007, sono molto stretti e le eccezioni non sono ammesse. Il chiarimento riguarda anche l’applicazione delle sanzioni e la responsabilità: le quali gravano sia su chi trasferisce il denaro sia su chi lo riceve. I dubbi, in realtà, avevano buone ragioni per essere posti. Nel trasferimento di soldi al figlio, si chiedeva, per esempio, come fare per sostenere le spese di un viaggio, o di una trasferta di studio, in favore di un minorenne che non abbia una posizione fiscale autonoma dal genitore.
La legge valuta lecito il trasferimento tra coniugi solo perché in regime di comunione dei beni, altri trasferimenti sopra i mille euro cash violano le leggi. Anche la perplessità sugli anticipi che un datore di lavoro consegna al dipendente era fondata. Si tratta di un problema operativo quotidiano per gestire il pagamento del viaggio, dell’albergo, delle spese varie ed eventuali. La legge non fa differenza tra trasferimenti leciti o illeciti. Non si può: il dipendente potrà avere accesso, in alternativa, a dei fondi depositati presso un conto ad hoc.
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