Cambiano le regole nella gestione nel conto corrente: le vecchie, cattive abitudini possono ora comportare gravi conseguenze, e non solo con la banca.
Molti risparmiatori e titolari di depositi di denaro sono abituati a gestire il conto corrente con relativa flessibilità. Per esempio, evitano di angosciarsi o di preoccuparsi più del dovuto nel momento in cui il saldo finisce in negativo. Il presupposto sbagliato, che fino a ieri sembrava giustificare e alimentare questa cattiva abitudine, è che l’avere un conto in rosso non potesse determinare gravi conseguenze per il correntista.
Tuttavia, spendere più denaro di quanto disponibile nel conto corrente non è mai un’azione priva di effetti. Un conto in rosso rivela la presenza di un debito con la banca. E le conseguenze di una simile condotta negativa si traducono spesso in interessi, spese aggiuntive e possibili segnalazioni come cattivo pagatore. Ma non solo.
Le nuove regole bancarie per i conti correnti introdotte nel 2020 e ancora attive nel 2024 prevedono alcune importanti modifiche nel rapporto fra titolare di conto e istituto bancario. D’ora in poi il correntista potrà essere considerato un debitore dopo novanta giorni di ritardo nel pagamento di un’obbligazione o dopo essere andato in rosso col conto.
Inoltre, il debito scaduto verrà considerato rilevante nel momento in cui supererà le soglie previste dal nuovo regolamento (debito superiore a 100 euro e all’1% del totale delle obbligazioni della banca). Ciò comporterà l’immediata segnalazione del risparmiatore al CRIF (Centrale Rischi Finanziari) come cattivo pagatore e l’identificazione come correntista moroso.
L’effetto più preoccupante è la segnalazione al CRIF, da cui possono dipendere impedimenti reali sulla possibilità di ottenere prestiti o altre forme di credito. Poi ci sono conseguenze gravi anche dal punto di vista pratico e più immediato: la banca avrà la facoltà di impedire al correntista ogni tipo di prelievo, anche da un altro conto corrente, da prepagata o da addebito.
Secondo quanto comunicato da Bankitalia, con uno sconfinamento di 100 euro e dopo tre mesi di conto in rosso potrebbero essere respinti anche i pagamenti con le carte di credito da tutti i sistemi telematici. Inoltre gli assegni potrebbero risultare scoperti. La banca ha ora anche più strumenti per intraprendere azioni legali per recuperare il debito. E il primo passo, di solito, è sempre la cessione della pratica a un’agenzia di recupero crediti. L’unica possibilità per evitare tutte queste cattive conseguenze è quella di risolvere tempestivamente il rosso sul conto corrente.
La segnalazione al CRIF per ritardi nei pagamenti può essere annullata se il correntista non ha mai ricevuto da parte da parte della banca il preavviso di registrazione dei dati personali nelle Centrali Rischi Finanziari. Senza preavviso, infatti, non si concede al titolare del conto il tempo previsto per provvedere al pagamento immediato per evitare la segnalazione.
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