Contratto statali: aumento 85 euro. Sondaggio: poco o giusto?

Contratto statali: aumento 85 euro. Sondaggio: poco o giusto?
Contratto statali: aumento 85 euro. Sondaggio: poco o giusto?

ROMA – Contratto statali: aumento di 85 euro. Sondaggio: poco o giusto? Un incremento medio pro capite di 85 euro. E’ questa la cifra indicata dalla ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, come riferimento per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego. La proposta è arrivata durante l’incontro con Cgil, Cisl e Uil per mettere a punto l’intesa per lo sblocco della contrattazione. I sindacati, che hanno chiesto di includere nel perimetro degli aumenti anche il comparto scuola, giudicano gli 85 euro il livello minimo per tutti: per il governo costituirebbe invece il livello medio.

Il governo si è riservato di approfondire, verificare a livello tecnico, le richieste dei sindacati per arrivare a un accordo sul rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, fermi ormai da 7 anni. Cgil, Cisl e Uil chiedono aumenti non inferiori agli 85 euro, mentre finora dall’esecutivo è arrivata un’apertura su un incremento medio di 85 euro. L’incontro di ieri segue un lavoro iniziato a fine luglio, con una prima convocazione dei sindacati al ministero, e proseguito durante tutta l’estate con riunioni informali all’Aran, l’agenzia che rappresenta il governo nelle negoziazioni.

Ora si tratta di limare la bozza di accordo, che dovrà essere firmata, nel caso si raggiunga l’intesa, dai segretari generali dei sindacati confederali. Alla vigilia dell’incontro di ieri le richieste di Cgil, Cisl e Uil riguardano tre punti: un incremento non inferiore a 85 euro, il superamento della Legge Brunetta, individuando nel contratto criteri misurabili e trasparenti per la distribuzione dei premi, e la stabilizzazione dei precari della P.a.

Le risorse per finanziare il rinnovo sono inserite in manovra ma per arrivare a un aumento di 85euro sarà necessario probabilmente anche un impegno nella prossima legge di Bilancio (il contratto è di tre anni, 2016-2018). Lo strumento per rivedere la parte normativa è invece rappresentato dal Testo Unico del lavoro pubblico, la cui stesura dovrebbe correre in parallelo con i tavoli contrattuali. Non a caso l’arrivo del T.U è previsto per febbraio, mentre proprio oggi in un Cdm che si dovrebbe tenere nel pomeriggio si chiuderà un altro capitolo della riforma della P.a, con l’approdo di 5 decreti attuativi.

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