Dietro gli accordi tra BMW e Mercedes: la famiglia Quandt dalla amicizia con Goebbels alla competizione globale

Anche le storiche rivali Bmw e Mercedes, davanti alla crisi, sono costrette a seppellire l’ascia di guerra ed unire le forze, o almeno questo è quanto sostiene il quotidiano tedesco Der Spiegel, secondo cui le case automobilistiche si stanno accordando su uno scambio azionario e non solo. Il progetto di cooperazione prevede una riduzione dei costi di circa 200 milioni di euro, possibile tramite la lo sviluppo e l’acquisto in comune di elementi quali le armature dei sedili ed i meccanismi di regolazione, che garantirebbero un abbattimento dei costi, pur rimanendo fedeli allo stile delle rispettive case nella differenziazione di imbottiture e rivestimenti.

A preoccupare la famiglia Quandt, fondatrice della Bmw ed azionista maggioritario con il 46 per cento delle azioni, era stata lo scorso anno l’idea dello scambio del 7 per cento di azioni tra le due case automobilistiche. I Quandt temevano che Daimler possa dare il via ad una scalata azionaria, che lo porterebbe ad acquisire ben oltre il valore delle azioni ora concordato. Tale è la preoccupazione dei Quandt, secondo il Der Spiegel, da avvisare in maniera informale il Governo di Berlino riguardo le trattative azionarie, e focalizzare l’attenzione dell’antitrust tedesco sulla cooperazione.

Poi ha prevalso la rivalità quasi centenaria fra le due società e l’orgoglio aziendale, anche se non al punto di impedire accordi di produzione destinati a migliorare le economie di scala.

La famiglia Quandt rappresenta il cuore e l’anima del miracolo industriale della Germania. La sua fortuna comincia con Gunther Quandt, magnate tessile, che sposa negli anni ’20 Magda Ritschel, giovane donna della Bassa Sassonia, da cui ebbe un figlio, Harald Quandt,  da cui divorzierà nel 1931. Ed è proprio Magda a portare Gunther Quandt all’ascesa economica, quando sposando in seconde nozze Joseph Goebbels, gerarca nazista ed intimo di Adolph Hitler, la famiglia Quandt comincia a collaborare con il regime nazista, producendo armi durante la guerra, e dando vita nel dopoguerra ad aziende quali la Bmw e la Varta.

Dopo la guerra Gunther Quandt lascia ai figli Harald, avuto dal matrimonio con Magda, ed Helbert, figlio del primo matrimonio, il suo impero economico ancora in ascesa, mentre Gunther sconta un anno di carcere per il suo coinvolgimento con il regime. Mentre Harald si occupa delle armi, Herbert scala la Bmw e muore tragicamente negli anni ’80,  lasciando ad i suoi eredi un impero consolidato dal valore di 8 miliardi di euro.

L’abilità di questa famiglia negli affari si concretizza in strategie alternative di diversificazione degli investimenti finanziari, che l’hanno sempre portata a crescere in periodi anche di grande crisi economica, come dopo la seconda guerra mondiale. C’è da chiedersi se le preoccupazioni della famiglia Quandt su questa cooperazione siano fondate, e se per la ripresa economica dell’azienda sia il caso di seguire le intuizioni di Johanna e Stephen Quandt, eredi di una dinastia che ha sempre dimostrato di saper trarre il meglio dalle situazioni di massima crisi e di lasciare che il progetto di cooperazione resti nient’altro che un progetto.

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