Coronavirus. Subito buoni spesa e pacchi cibo. Come funziona, chi ne ha diritto Coronavirus. Subito buoni spesa e pacchi cibo. Come funziona, chi ne ha diritto

Coronavirus. Subito buoni spesa e pacchi cibo. Come funziona, chi ne ha diritto

ROMA – Buoni spesa, pacchi di cibo consegnati dai volontari e donazioni dei privati. L’ordinanza per la “solidarietà alimentare” verso quelle migliaia di italiani che per colpa dell’emergenza coronavirus non riescono più a fare la spesa – perché o non hanno più lo stipendio o lavoravano in nero e dunque per lo Stato sono fantasmi – prende corpo dopo una lunga giornata di trattative tra l’Anci e il governo 400 milioni stanziati d’urgenza che integrano il trasferimento di risorse ai Comuni.

Prima i senza reddito e senza sussidi pubblici

Ad individuare la platea dei beneficiari saranno invece i servizi sociali di ogni singolo Comune, che dovranno selezionare tra “i nuclei familiari più esposti agli effetti economici” e tra quelli “in stato di bisogno”, per soddisfare “le necessità più urgenti”.

C’è però un ulteriore elemento che andrà tenuto in considerazione: l’ordinanza prevede infatti che prioritariamente debbano essere aiutare quelle famiglie che non percepiscono già “un sostegno pubblico”: dunque prima chi non riceve già il reddito di cittadinanza o altri aiuti come il reddito d’inclusione.

Buoni spesa, pacchi alimentari

I 400 milioni potranno essere utilizzati dai Comuni in due modi: o attraverso dei buoni spesa per l’acquisto di generi alimentari presso una serie di esercizi commerciali contenuti in un elenco pubblicato da ogni amministrazione, oppure per comprare direttamente generi alimentari i prodotti di prima necessità. 

La ripartizione dei fondi

Quanto alla ripartizione, l’80% dei fondi – 320 milioni – verrà distribuito in proporzione alla popolazione residente in ogni singolo comune mentre il restante 20% (80 milioni) verranno distribuiti in base alla distanza tra il valore del reddito pro-capite di ciascuno degli oltre 8mila comuni italiani, calcolato sulla base della dichiarazione dei redditi del 2017, e il valore medio nazionale “ponderata per la rispettiva popolazione”.

Il decreto del presidente del consiglio sull’anticipo dei fondi di solidarietà ai Comuni prevede che lo stesso fondo per l’anno 2020 sia di 6.199.513.364,88, integrato di 332.031.465 milioni “derivanti dall’ulteriore quota dell’Imu di spettanza dei comuni”: in totale oltre 6,5 miliardi. (fonte Ansa)

 

 

 

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