CORTE DEI CONTI: TAGLIARE LE SPESE O NIENTE CALO DELLE TASSE

La relazione della Corte dei Conti sul Rendiconto generale dello Stato afferma che l’Italia, a differenza di Germania e Francia, ha ‘disperso’ nella spesa pubblica il bonus di 70 miliardi che aveva risparmiato aderendo all’Euro.

Bonus euro. "L’euro – ha spiegato il relatore della Corte, Fulvio Balsamo – ha consentito al nostro paese di ridurre il peso della spesa per interessi sul pil di più di quattro punti (poco meno di 70 miliardi di euro". Ma, mentre Germania e Francia hanno ridotto la spesa corrente (rispettivamente di 3,6 punti e di 0,7 punti), "in Italia la spesa corrente primaria e cresciuta di 1,5 punti" e molto più della metà dell’intero bonus dell’euro "è stato disperso in incrementi della spesa pubblica complessiva, anziché per alleggerire il fardello del debito pubblico".

Spesa pubblica. La spesa pubblica italiana, ha aggiunto Balsamo, va ridotta nei "grandi comparti", con regole rigide che la mantengano "su tassi di incrementi inferiori al tasso di crescita del Pil" altrimenti c’è il rischio di "dover necessariamente rinunciare al progetto di allentare gradualmente la pressione fiscale, il cui anomalo livello non è privo di implicazione negative sullo sviluppo delle attività produttive e sulla allocazione dei fattori della produzione".

Entrate fiscali. Ma la Corte dei conti esprime anche un giudizio positivo sulla "ininterrotta crescita delle entrate finali (soprattutto tributarie)", il cui miglioramento "è sicuramente riconducibile anche al recupero di consistenti basi imponibili tradizionalmente erose, eluse o evase". Tuttavia non manca un invito alla prudenza per gli effetti del gettito nel futuro. "Gli elementi di cui si dispone – viene spiegato nella relazione – consentono di ritenere che ci si trovi effettivamente in presenza di una più ampia adesione spontanea sulla cui dimensione e strutturalità è necessario tuttavia mantenere un atteggiamento prudente". Anche in base alle prime informazioni sui risultati della finanziaria 2007, la Corte invita "a guardare con prudenza all’efficacia degli interventi".

Peso fisco anomala. Senza controllo sulla spesa il rischio è di non poter alleggerire la pressione fiscale e gravare quindi sulla crescita, scrive ancora la Corte dei Conti. "Il rischio di mancare ancora una volta – spiega la relazione – gli obiettivi di controllo della spesa pubblica si riflette, naturalmente, in quello, non meno grave, di dover necessariamente rinunciare al progetto di allentare gradualmente la pressione fiscale, il cui anomalo livello non è privo di implicazioni negative sullo sviluppo delle attività produttive e sulla allocazione dei fattori di produzione".

P.A., collegare retribuzione a redditività. "La materia del personale pubblico – afferma il relatore – è attraversata da problematiche che riflettono, per un verso, la necessità di ammodernare l’assetto delle relazioni sindacali nel settore pubblico e per l’altro l’esigenza di accrescere i nessi tra la spesa e le retribuzioni, la produttività del lavoro e la funzionalità delle amministrazioni". La Corte dei conti mette in risalto che la crisi del sistema delle relazioni sindacali nel settore del pubblico impiego è resa palese dalla sostanziale sospensione della contrattazione collettiva per il biennio 2008-2009 nell’attesa di pervenire a modifiche che consentano da un lato di non predeterminare in legge finanziaria le risorse destinate alla contrattazione e dall’altro riportare a tre anni (dai due attuali) la durata dei contratti collettivi.

Spesa sanitaria. La spesa sanitaria migliora, rallenta rispetto agli anni passati, ma sarebbero necessarie misure di contenimento nei settori della specialistica e della diagnostica. Fulvio Balsamo sottolinea che "il risultato economico che si è raggiunto in un anno di avvio dei piani di rientro (sanitari, ndr) è soddisfacente". Vi sono, prosegue la Corte, "primi segnali di riduzione delle forti e ingiustificate differenziazioni dei costi pro-capite per regione in rilevanti settori di intervento. Positivo soprattutto il risultato ottenuto nella farmaceutica".

Sanità. Secondo la Corte dei conti, pur decellerando rispetto agli anni passati, la spesa sanitaria presenta però ancora "variazioni di rilievo che richiedono l’estensione delle misure di contenimento ad altri settori (specialistica e diagnostica) e il mantenimento dei meccanismi di responsabilizzazione regionale introdotti negli ultimi anni". La Corte sottolinea, comunque, che il "processo di rientro dai disavanzi strutturali è ancora problematico: solo alcune delle regioni interessate hanno fornito ai tavoli di monitoraggio elementi promettenti sulla strutturalità dei risultati ottenuti; due regioni dimostrano difficoltà di rilievo ad affrontare le cause profonde degli squilibri finora evidenziati".

Enti inutili e piccoli comuni. Al 31 dicembre 2006, ha denunciato ancora Furio Pasqualucci, Procuratore Generale presso la Corte dei Conti nella sua requisitoria orale, restavano ancora aperti 110 enti considerati inutili e tra questi alcuni di rilievo come Inam Enaoli, Onmi, Gescal e Enalc. Le procedure di liquidazione di questi istituti sono iniziate negli anni ’70, ma il contenzioso conta ancora 20 mila pratiche irrisolte nel 2006. Quella degli enti inutili è una segnalazione di inefficienza alla quale Pasqualucci ne ha aggiunto un’altra sull’esistenza di troppi micro Comuni. Secondo il relatore della Corte, permane l’esigenza di accorpamento dei piccoli municipi, tenuto conto che attualmente sono quasi 6.000 quelli al di sotto dei 5.000 abitanti.

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