Le agevolazioni per le ristrutturazioni hanno rappresentato un’opportunità, ma è fondamentale rispettare tutte le normative collegate
Negli ultimi anni, milioni di contribuenti hanno approfittato delle agevolazioni fiscali offerte dallo Stato per ristrutturare le proprie abitazioni. Dal Superbonus al 110% alle ristrutturazioni edilizie ordinarie, passando per l’Ecobonus e il Sisma Bonus, queste misure hanno incentivato miglioramenti strutturali ed energetici nel caso degli italiani. Misure che erano nate soprattutto per la pandemia da Covid-19, ma che poi hanno proseguito il proprio percorso. Tuttavia, per alcuni, il sogno di una casa rinnovata potrebbe trasformarsi in un incubo burocratico, se non si sono rispettati determinati obblighi.
I contributori hanno avuto diverse modalità per recuperare le spese sostenute. Detrazione fiscale su più anni (ad esempio, con il Superbonus si poteva detrarre fino al 110% delle spese in 10 anni). Sconto in fattura o cessione del credito , per ridurre i costi immediatamente. Queste agevolazioni, sebbene molto vantaggiose, richiedono il rispetto di procedure specifiche, inclusa la regolarizzazione catastale.
I rischi per chi ha ristrutturato casa con i bonus
Il problema nasce quando, dopo una ristrutturazione, non vengono aggiornati i dati catastali dell’immobile. Questo passaggio è essenziale se i lavori hanno comportato modifiche significative alla struttura o al valore della casa, come:
- Aumento dei vani.
- Miglioramenti energetici che incrementano la classe dell’immobile.
- Interventi che portano a un aumento del valore dell’abitazione superiore al 15%.
In questi casi, l’omessa regolarizzazione catastale può portare una sanzione da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Le tasse sugli immobili, come IMU, TASI e in alcuni casi l’IRPEF, si basano sulla rendita catastale. Se questa non è aggiornata, c’è il rischio che il proprietario abbia pagato meno del dovuto negli anni successivi alla ristrutturazione. Inoltre, la rendita catastale incide sul calcolo dell’ISEE, influenzando l’accesso a determinate prestazioni sociali agevolate.
Dopo aver ristrutturato la casa, sarebbe stato necessario:
- Verificare se i lavori hanno modificato in modo significativo l’immobile.
- Procedere all’aggiornamento catastale tramite un tecnico abilitato.
Le opere ordinarie, che non cambiano la struttura o il valore dell’abitazione, generalmente non richiedono questo aggiornamento. Tuttavia, gli interventi più incisivi lo rendono obbligatorio.
Chi si accorge di non aver regolarizzato il catasto dopo una ristrutturazione può ancora correre ai ripari. Rivolgersi a un tecnico per aggiornare i dati catastali e/o pagare eventuali differenze di imposta arretrate, evitando ulteriori sanzioni. Sono le due strade da percorrere. L’aggiornamento tardivo potrebbe comportare costi aggiuntivi, ma consente di sanare la propria posizione fiscale.