Home > Notizia per Notizia > Economia > Cosa rischia l’Italia con l’imposta europea sui grandi patrimoni

Cosa rischia l’Italia con l’imposta europea sui grandi patrimoni

Sembra che l’UE possa fare sul serio con la tassazione dei grandi patrimoni: l’opinione pubblica si è già schierata.

Le istituzioni dell’UE vogliono garantire un migliore livello di uguaglianza specialmente in termini di fiscalità. Per farlo devono intervenire al più presto sulle più profonde disparità economiche che sconvolgono molti degli Stati membri, Italia inclusa. Anche nel nostro Paese, pochissime persone possiedono gran parte delle ricchezze disponibili (e contemporaneamente producono più emissioni di CO2 rispetto alla massa più povera della nazione).

Ecco perché si ragiona su una possibile legge europea per tassare i super-ricchi, ovvero coloro che possiedono patrimoni superiori ai 5,4 milioni di euro. Qualcuno si è fatto anche un’indagine scoprendo che in Italia a essere colpiti dalla tassazione sui grandi patrimoni sarebbero circa 50 mila individui: lo 0,1% della popolazione.

Di una simile idea si discute da anni, e almeno in teoria a Bruxelles raccoglie ampi consensi. Anche in Italia, un recente sondaggio ha mostrato che la tassa che colpisce i super-ricchi sarebbe gradita. Sette italiani su dieci si sono detti favorevoli. Eppure l’Unione, dopo aver più volte annunciato di voler lavorare a un piano fiscale mirato per colpire i paperoni, non si è ancora mossa con la concreta istituzione di un’imposta europea sui grandi patrimoni.

Imposta sui grandi patrimoni: si fa o no?

Tale imposta rappresenterebbe un contributo fondamentale per poter promuovere le politiche europee per la transizione ambientale, sociale e di cooperazione allo sviluppo. I proventi, secondo quanto ipotizzato, sarebbero destinati alla lotta contro i cambiamenti climatici e contro le disuguaglianze e permetterebbe una partecipazione più equa dei cittadini europei al fine di conseguire tali obiettivi.

Donna a letto in albergo di lusso
Imposta sui grandi patrimoni: si fa o no? – blitzquotidiano.it

Per ora, a chiedere a gran voce la tassa è Oxfam, una confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedica alla riduzione della povertà globale, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo. Proprio la confederazione ha calcolato che la ricchezza posseduta dallo 0,1% degli italiani più ricchi è circa tre volte superiore a quella nelle mani della metà più povera della popolazione. In pratica 50.000 persone hanno in mano più soldi dei restanti 25 milioni.

Oxfan ha redatto un manifesto, poi sottoscritto da più di cento economiste ed economisti autorevoli, chiamato Tax the rich. Un’imposta patrimoniale sullo 0,5% delle famiglie più ricche permetterebbe a una nazione qualsiasi di raccogliere l’equivalente del 7% del proprio budget di spesa… Anche papa Francesco ultimamente ha ribadito il concetto, ma a parole sue: “I ricchi dovrebbero fare di più“. L’indagine Oxfam sulla proposta di un’imposta europea per chi possiede oltre i 5,4 milioni di euro sembra comunque piacere agli italiani. Gli intervistati hanno risposto che sarebbero d’accordo con un’imposta del genere. E per l’85% degli intervistati il sistema fiscale nazionale non è affatto equo e dovrebbe quindi essere riorganizzato. Tassando i più ricchi solo in Italia, si potrebbero ottenere 16 miliardi. Cioè quasi due terzi dei soldi che occorrono all’attuale Governo per la legge di bilancio.

Il Governo italiano non sembra interessato nel tassare i milionari

L’esecutivo Meloni ha già avuto a che fare con l’argomento quando si è trattato di ragionare su una tassa sugli extra-profitti. In generale, i partiti di destra guardano ancora al modello liberare, nonostante le recenti e forti aperture ai temi populistici e nazionalistici. Ecco perché in Italia la campagna Tax the Rich crea un po’ di imbarazzo. Anche con le banche è successo lo stesso: si era appunto parlato a lungo di un contributo di solidarietà, ma a quanto pare il Governo chiederà solo un’anticipazione fiscale (per il valore di circa 2 miliardi), senza obbligo di versare le imposte aggiuntive.

Portafoglio pieno di dollari
Il Governo italiano non sembra interessato nel tassare i milionari – blitzquotidiano.it

Tassare i grandi patrimoni potrebbe davvero contribuire a ridurre le disuguaglianze economiche, redistribuendo la ricchezza. Potrebbe essere fondamentale per finanziare meglio i servizi pubblici come la sanità, l’istruzione e le infrastrutture. Ma nel nostro Paese temiamo ancora di spaventare i ricconi: le tasse per i ricchi vengono interpretati come un disincentivo agli investimenti… Si pensa insomma che tassare i grandi patrimoni potrebbe scoraggiare gli investimenti e l’innovazione, rallentando la crescita economica.

E poi c’è il problema, enorme, dell’evasione fiscale… I ricconi potrebbero trovare altri modi per evitare di versare queste sgradite tasse, spostando i loro patrimoni all’estero o utilizzando scappatoie legali. Non è tutto. Nel nostro Paese sarebbe anche difficile valutare la situazione. La recente questione dell’eredità Agnelli-Elkann dimostra che determinare il valore esatto dei grandi patrimoni è una faccenda delicata, complesso e costosa!

Gestione cookie