Costa, a rischio un business da 6 mld. Carnival ripensa al marchio

Pubblicato il 29 Febbraio 2012 - 11:57 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Costa Crociere è in crisi? Per la società leader delle crociere in Europa è il momento più critico da quando è nata sessant’anni fa. Certo è che due incidenti in un mese e mezzo rappresentano un danno d’immagine che già si ripercuote nelle agenzie di viaggio. Secondo le prime stime le prenotazioni sono calate del 30% anche se i primi numeri ufficiali arriveranno la prossima settimana da Miami, sede dell’evento fieristico più importante per le crociere, il Seatrade. A rischio c’è un business da 6 miliardi che fa tremare la Liguria.

Carnival ripensa il marchio.A poco più di un mese dall’affondamento di un’altra nave della Costa, l’incidente alla Allegra mette in dubbio la credibilita di un marchio italiano storico, che conta per il 7,2% dell’intero mercato globale delle crociere e per il 15% del business della Carnival. Di gran lunga, cioè, la principale controllata del gruppo con responsabilità sulle attività europee. Carnival dovrà dunque effettuare un difficile calcolo: valutare i costi nel breve periodo di un rebranding rispetto a eventuali vantaggi, nel lungo periodo, di drastiche risrutturazioni.

Prenotazioni a picco. Le stime però fornite da Astoi, associazione che riunisce i tour operator italiani, quantificano al 30 percento l a flessione delle prenotazioni dopo la tragedia della Costa Concordia. IDifferenti i dati che arrivano dal solo settore online. Sergio Senesi, titolare della Cemar, l’agenzia marittima genovese che a Miami presenterà i dati delle crociere nei porti italiani, è più ottimista. “Nel primo mese e mezzo la crescita delle prenotazioni in rete è sostenuta”. Ma tace sui numeri.

I risarcimenti. Le class action avviate negli Stati Uniti sono la battaglia più dura per il gruppo. Dopo il tentativo della Costa di chiudere la questione siglando accordi individuali a partire da undicimila euro ha riscontrato reazioni durissime nelle associazioni di consumatori, tra cui anche il Codacons. Alcuni passeggeri si sono rivolti tramite studi professionali americani al Tribunale di Miami, dove ha sede la Carnival Corporation che controlla la Costa. L’esposto dell’avvocato Marc Bern , riguarda una quarantina di passeggeri che chiedono dicei m ilioni di dollari a testa. Ancor più dura la group action di un altro studio legale americano, che si è presentato a Genova proprio con il Codacons, che a fine gennaio ha presentato la sua iniziativa a tutela di sei passeggeri (quattro americani e due italiani) a cui se ne sono aggiunti altri 33. La richiesta è per 78 milioni di risarcimenti, più 450 milioni di danno punitivo. Ora anche la Allegra sta già valutando oltre ai costi di rientro dei passeggeri, come e quanto indennizzarli.

Il lavoro. Diciannovemila dipendenti temono per il proprio lavoro: mille impegnati a terra, quasi tutti nella sede di Genova, gli altri 18 mila imbarcati per i mari del mondo. Un business che traina l’economia Ligure: 2,9  miliardi di euro di fatturato, sede legale e uffici, navi fatte costruire ai cantieri di Sestri Ponente e riparate nel porto di Genova, scalo principale di imbarco e sbarco a Savona, indotto che allargato alle professioni e ai mestieri del mare raddoppia i ricavi. Se si decidesse di intervenire sul marchio o sulla sede, le ripercussioni sarebbero immani.Intanto la compagnia sta procedendo al reintegro dell’equipaggio della Concordia: i 1400 dipendenti troveranno post sulla Neoroantica che sarà inaugurata a giorni e sulla Fascinosa, in arrivo a maggio.

La flotta fortemente penalizzata. Con la Concordia ridotta a relitto e la Allegra fuori uso per un bel po’. Costa Crociere offrirà sul mercato circa cinquemila posti letto in meno. Anche se a compensare la perdita sono in arrivo la Neoromantica, a giorni, e la Fascinosa, a maggio. Più un’altra nave, ordinata ai cantieri, che sarà pronta nel 2014. Il pool di assicuratori che copriva la Concordia dovrà versare alla compagnia un assegno da 390 milioni di euro. Per il recupero del relitto e i danni ambientali scatterà invece un’altra copertura assicurativa.