Credit Suisse pagherà 536 milioni agli Usa

Il Credit Suisse rischia di pagare 536 milioni di dollari per chiudere, con un accordo extra-giudiziale, una disputa con le autorità americane, che accusano la grande banca elvetica di aver violato le sanzioni economiche nei confronti di paesi sottoposti ad embargo, come l’Iran.

«Negoziati sono in corso ma non c’è ancora un accordo finale», ha affermato una portavoce del District Attorney di Manhattan Robert Morgenthau. «Il Credit Suisse conferma di essere in stato avanzato di discussione per un’intesa – afferma una dichiarazione della banca – Come parte dell’accordo il Credit Suisse pagherà probabilmente un totale di 536 milioni di dollari».

La banca secondo le accuse avrebbe veicolato pagamenti verso paesi sotto embargo tra il 2002 e il 2007. Nel 2006, l’istituto aveva cessato le attività con Stati sottoposti alle sanzioni degli Stati Uniti. La multa dovrebbe tradursi per il Credit Suisse in un onere di 360 milioni di dollari a carico dei conti del quarto trimestre 2009. La banca ha già costituito accantonamenti nel terzo trimestre in vista del contenzioso.

Nel gennaio 2009 la giustizia Usa aveva fatto sapere che stava compiendo indagini su nove banche europee, sospettate di avere aiutato ad aggirare le sanzioni americane contro l’Iran e il Sudan. In tale occasione il Credit Suisse aveva indicato che da due anni erano in corso indagini interne su possibili violazioni delle sanzioni decise dagli Stati Uniti. In gennaio era stato reso noto che la Lloyds avrebbe pagato agli Usa una multa di 350 milioni di dollari. La banca britannica ha ammesso di avere effettuato negli Stati Uniti transazioni finanziarie nascondendo l’identità di clienti iraniani e sudanesi, secondo quanto indicato allora da Morgenthau.

Gestione cookie