ROMA – “Il risveglio dell’economia dopo l’emergenza coronavirus? I segnali già ci sono. E la sostenibilità aiuterà la ripartenza”. A dirlo, intervistato da Daniele Manca per il Corriere della Sera, è Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni.
“Il numero di morti dovuti al Covid-19, la violenza con la quale la pandemia si è abbattuta sulle comunità è stata tale da togliere il respiro”, sottolinea il manager.
Ma non si perde d’animo: “Nonostante questo mi sento di dire che abbiamo in noi come cittadini, come imprese, come Paese la forza necessaria per superare questo momento. Anche perché mai come oggi abbiamo Europa e Italia convinti che questa crisi non vada sprecata”.
“Gli ultimi dieci anni non sono stati facili ma siamo stati capaci di reagire”, ha ricordato Descalzi. “Ci paiono lontane e persino semplici la doppia crisi del 2008 e del 2010 e le recessioni conseguenti. Uscirne non sarà semplice, ma nulla lo è stato ultimamente. Il Covid-19 ci ha insegnato quanto i piccoli gesti di ognuno siano importanti. E in Italia ci siamo comportati decisamente bene, dai medici alle autorità, dai cittadini alle imprese. In una grande azienda tutto è fatto di piccoli comportamenti ma tutto deve essere programmato”.
L’emergenza coronavirus ha dato ancor di più impulso alla transizione verso il rinnovabile già in atto, “una transizione iniziata nel 2014 e che in queste settimane ci porterà a essere una compagnia unica nel panorama mondiale”, dice Descalzi.
Descalzi: “Ecco gli effetti del coronavirus sulla mobilità”
“Il prezzo in vite umane che stiamo pagando è elevatissimo. E a loro dobbiamo anche il fatto di dover spingere la ripresa. Evitare la crisi economica e sociale”, aggiunge.
L’a.d. di Eni dà le cifre di questa crisi a livello di mobilità: “Tra marzo e aprile la mobilità ha visto riduzioni del 90% nel weekend e del 70 durante la settimana. Per l’industria lo stop è significato una riduzione dei consumi energetici del 20-25%. Tantissimo ma recuperabile. La Cina ha ripreso a viaggiare all’80-85% della sua capacità. Francia e Germania hanno avuto una frenata simile a quella italiana. Ma c’è una buona notizia. Pensavamo che il risveglio dell’economia arrivasse a fine giugno, già adesso vediamo una confortante ripresa”. (Fonte: Il Corriere della Sera)