Se Atene accende la miccia da mercoledì attacco all’Italia

MILANO – Dopo la Spagna potrebbe toccare all’Italia, e potrebbe toccargli già da metà della prossima settimana.  La risposta dei mercati al piano di 100 miliardi di euro per salvare le banche spagnole lascia pensare ad una settimana dura, con Milano ancora più di Madrid nell’occhio del ciclone. Il tutto aspettando le elezioni greche di domenica, altro passaggio chiave per un’Europa che non riesce a intravedere la luce fuori dal tunnel della crisi. Atene è la miccia: se i greci decidono di accenderli la prima a saltare potrebbe essere proprio l’Italia. Tutto nonostante le manovre, le tasse, i sacrifici del Salva Italia e leggi derivate.

Oggi sotto esame doveva esserci la Spagna che alla fine ha contenuto i danni. Ma non c’è nulla da festeggiare visto che alla fine l’indice della Borsa di Madrid chiude con un -0.6%, non il massimo dell’accoglienza per il piano salva banche. Chi non ha retto affatto è l’Italia che nel piano salva Spagna ha fatto la sua parte trovandosi, stando almeno a quanto ipotizza il Wall Street Journal, nel ruolo di prossimo obiettivo designato. Le cifre di lunedì sono un primo segnale chiaro: Milano è la peggiore Borsa d’Europa, chiude con un -2.79%, lo spread Btp Bund rimane altissimo, a 470 punti, con il rendimento decennale che rimane pericolosamente vicino a quota 6%.

Significa che dopo il salvataggio delle banche e in attesa delle elezioni greche, in programma domenica, l’Italia potrebbe trovarsi molto presto nell’occhio del ciclone. La corazza spagnola già non sembra solidissima, se a questo dovesse aggiungersi un altro risultato elettorale di stallo o anti-europeo in Grecia la situazione potrebbe precipitare presto. E precipitare per l’Italia.  C’è solo da accendere una miccia e la miccia più probabile sono proprio le elezioni in Grecia. La prima volta è andata male. Per l’Europa un nuovo nulla di fatto

Il Wall Street Journal l’allarme lo lancia chiaro:  ”Due anni e tre salvataggi dopo, l’Europa è in recessione e il contagio si è allargato alla Spagna e probabilmente si avvicina l’Italia”, scrive il quotidiano economico  sottolineando che ora e’ ”cruciale per il futuro dell’area euro” vedere ”se la Spagna potrà evitare un salvataggio completo”. E un ”completo salvataggio della  Spagna sarebbe un cataclisma per l’Europa. Gli occhi – riporta il Wall Street Journal – sono ora sulle elezioni in Grecia, che costituiscono la ”maggiore minaccia”.

Il salvataggio della Spagna, è la tesi del Wsj,  ha come impatto immediato quello di rendere disponibili fondi a basso prezzo per Madrid. Ma ha anche molte conseguenze, fra le quali il fatto che il governo iberico deve ripagare i prestiti ricevuti dall’Europa. “L’altra conseguenza – afferma il Wall Street Journal – è il rischio legato ai parametri degli aiuti che potrebbero rendere più difficile per la Spagna raccogliere risorse sul mercato: l’Esm ha infatti uno status di creditore ”senior”, il che significa che deve essere rimborsato prima dei ‘normali’ creditori, che verranno così disincentivati ad acquistare titoli spagnoli, visto che finirebbero in second’ordine rispetto al fondo salva-stati. Trattandosi degli investitori dalle cui scelte dipende il destino della Spagna, il fatto che siano “disincentivati” non è un dettaglio.

Il quadro, però, è fosco anche per l’Italia. Forse persino più fosco. La teoria del Wall Street Journal è che Mario Monti è un “uomo solo al comando” e le molteplici sfide che aspettano il nostro Paese, forse, sono troppe anche per lui.  L’Italia è in ”profonda recessione e lo slancio verso le riforme sta svanendo”, prosegue il quotidiano economico. Nel maggio 2011 l’allora governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, aveva diagnosticato chiaramente la causa della cronica mancanza di crescita del paese. E a un anno di distanza molte cose restano ancora da fare.

”Il pacchetto di riforma del lavoro di Monti, che punta ad agevolare le assunzioni” e rendere meno difficili ”i licenziamenti, è un passo chiave ma è stato annacquato: – mette in evidenza il Wall Street Journal -. Concede ancora l’ultima parola al giudice in molti casi quando tocca decidere se un lavoratore può essere licenziato per motivi economici”.    L’economia italiana è rientrata in recessione nel terzo trimestre 2011, da allora si è contratta dell’1,7% e non mostra alcun segno di ripresa. Il secondo trimestre – secondo BNP Paribas – rischia di essere debole quanto il primo, quando il Pil si era contratto dello 0,8%.

”Una profonda recessione riaccenderà i timori sulla sostenibilità del debito. Senza crescita, il debito continuerà ad aumentare e potrebbe raggiungere il 137% del Pil nel 2014 dal 120,6 del 2011, secondo le stime di Citigroup.     ”L’appoggio per il governo Monti sembra svanire”, con le elezioni di maggio che hanno mostrato la crescita dei partiti di protesta. ”Monti deve usare il suo capitale politico interno che gli rimane per rilanciare il programma di riforme immediatamente, invece che attendere di essere costretto da un’altra crisi”.

Il ministro Terzi replica  Ci sono ancora ”pessimisti tenaci che hanno difficoltà  a vedere le cose”, mentre la decisione presa dall’Ue sulla Spagna e’ ”importante” e crea ”un nuovo pezzo di governance”. Cosi’ il ministro Giulio Terzi risponde a una domanda sugli articoli del Wall Street Journal e del Nyt che parlano di una debolezza dell’Italia dietro l’angolo.

Il titolare della Farnesina ha aggiunto che ”sono stati fatti passi in avanti sui meccanismi di governance” ed anche ”sull’uso dei ‘firewall’ per l’assicurazione dei mercati finanziari”. Naturalmente, ha osservato ancora il ministro, al prossimo Consiglio europeo di fine mese ci sarà bisogno ”di ulteriori sviluppi concreti, ma mi pare che siamo sulla buona strada”.

L’illusione e la caduta. L’apertura di contrattazioni aveva lasciato sperare in una giornata diversa. Ottimismo pagato 100 miliardi che si dissolve e si consuma quasi per intero nell’arco di una mattinata. A partire a razzo è la Borsa di Tokyo che chiude con un rialzo vicino ai 2 punti percentuali. In Giappone le banche spagnole interessano e non poco, visto che il Paese è abbastanza esposto. Quindi tocca all’Europa e l’apertura è una piccola marcia trionfale: Madrid parte con un +6%, Milano  con +2%. E gli spread che dalle Borse non dipendono ma che talvolta le borse seguono, scendono che è un piacere. Troppo bello per essere vero. E infatti dura poco: all’ora di pranzo, Milano e solo Milano gira in negativo. Madrid, come gli altri listini europei, conserva quasi fino a fine giornata il segno più, ma lo fa in modo pallido. Poi in conclusione di seduta gira in negativo di mezzo punto. C’è pochissimo da festeggiare. La settimana che porta alle elezioni greche si presenta durissima.

Rehn: Italia e Francia hanno ”gravi squilibri” macroeconomici. Lo ha detto Olli Rehn parlando alla Commissione economica del Parlamento europeo. Il vicepresidente della Commissione Ue per l’Italia ha sottolineato la riduzione dell’andamento delle esportazioni e della ”continua perdita di competitivita”’.

”Molto rapidamente” sarà fatta la scelta tra quale dei due fondi salvastati europei, Efsf o Esm, interverra’ per la ricapitalizzazione delle banche in Spagna, ha detto Rehn.  La ricapitalizzazione diretta delle banche con i fondi salvastati (Esm/Efsf) dovrebbe essere consentita perche’, secondo Rehn, ”aiuterebbe a spezzare il legame tra crisi del debito sovrano e crisi bancaria”. Un legame che, per il vicepresidente della Commissione europea, ”sta rafforzando la spirale negativa in cui si trova l’economia europea”.

Rehn ha poi precisato che la ‘roadmap’ per una eurozona piu’ forte grazie alla ‘unione di bilancio’ deve essere resa nota ”il piu’ presto possibile” e cosi’ facendo si ”potra’ sostenere la stabilita’ e la solidita’ dell’euro aiutando a restaurare la fiducia nel breve termine”. Secondo il commissario agli Affari monetari serve anche un chiarimento politico per andare verso una unione politica.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie