ROMA, 23 SET – La Grecia ad un passo dal baratro. Si intensificano infatti le voci secondo cui Atene sarebbe prossima a dichiarare il più grande default della storia per uno Stato sovrano con un debito di 353 miliardi di euro, un ammontare pari a cinque volte quello dell’Argentina che finì in bancarotta nel 2001.
”Il default della Grecia è uno degli scenari. Sono stato a lungo convinto che non fosse necessario, ma le novità da Atene non sono incoraggianti. Tutti gli sforzi sono volti a prevenirlo, ma adesso sono meno sicuro di poter escludere un default rispetto a due mesi fa”, ha affermato senza mezzi termini il presidente della Banca Centrale olandese e membro del consiglio Bce, Klaas Knot, diventando così il primo esponente di rilievo dell’Eurotower a parlare pubblicamente di un possibile default di Atene, dopo che la Bce ha sempre insistito che un fallimento dovrebbe essere evitato ad ogni costo, perché potrebbe destabilizzare la zona euro.
A buttare altra benzina sul fuoco ci ha pensato anche la solita agenzia di rating, in questo caso Moody’s, che oggi ha declassato di due livelli otto banche elleniche, assegnando loro un outlook negativo.
Secondo quanto riporta la stampa ellenica, il ministro delle finanze, Evangelos Venizelos, avrebbe illustrato tre scenari per arrivare a una soluzione della crisi: un default pilotato con un ‘haircut’ del 50% per i detentori di obbligazioni, giudicata però non fra le migliori; poi una ”opzione buona” che prevede l’attuazione di quanto stabilito nel nuovo piano di salvataggio europeo siglato il 21 luglio e che comporterebbe un ‘haircut’ del 20% per gli obbligazionisti; e infine una ”opzione cattiva” di un default incontrollato in seguito al fallimento degli accordi di luglio.
Lo stesso Venizelos e il premier George Papandreou si sono però affrettati a smentire due di queste tre ipotesi, dichiarando che ”la Grecia ha preso la decisione definitiva di fare tutto il possibile per implementare pienamente e puntualmente tutte le decisioni del Consiglio europeo del 21 luglio”. Il premier ha anche escluso l’ipotesi di elezioni anticipate.
Intanto da quanto emerge da un documento ufficiale della Ue, ottenuto da Bloomberg, l’operazione di buyback del debito greco da parte di Atene, che si inserisce sempre nel quadro del secondo salvataggio del Paese, dovrebbe essere rivolta a tutti gli investitori, comprendere tutti i titoli di Stato ellenici e aver luogo contemporaneamente al piano di swap obbligazionario che il governo greco sta negoziando. Il buyback, inoltre, dovrebbe essere finanziato solo ed esclusivamente dal fondo salva-Stati Efsf.
In base ai prezzi che gli investitori stanno pagando per assicurarsi contro il default, le probabilità di un fallimento del Paese ellenico sono superiori al 90%, spiegano gli analisti, sottolineando che i creditori corrono il rischio di perdere anche tutto il capitale investito.
E anche se Atene dovesse ricevere la prossima tranche di aiuti, aggiungono gli stessi analisti, il default potrebbe arrivare a dicembre, con la scadenza di 5,23 miliardi di euro di titoli di Stato. Oggi l’interesse sui bond greci a due anni è schizzato al 70,61%, mentre quello sui titoli a 10 anni e’ salito al 23,63%, con lo spread con l’analogo bund tedesco a 2.190 punti.