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Crisi Grecia, Tremonti: “Ue non è un condominio dove si entra e si esce”

di admin |25 Aprile 2010 17:48

Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti

L’Europa non è un condominio dal quale si entra e si esce a proprio scelta, ma è una comunità ispirata ad un principio politico di unione che assume anche valore giuridico. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti torna così a ricordare a ciascuno stato membro le proprie responsabilità, soprattutto in un momento come quello attuale in cui la crisi greca chiama i partner dell’Unione a scendere in campo per fornire il proprio aiuto.

Al termine della due giorni di lavori che ha visto susseguirsi le riunioni di G7, G20 e Fondo Monetario Internazionale, il ministro preferisce non parlare esplicitamente di Grecia, ma si avvale di una nuova metafora per ricordare a ciascuno il proprio ruolo, anche per gestire il problema di quello che lui preferisce definire, invece di contagio, rapporto di “controparte”.

E questa volta cita il Titanic. “Chi aveva il biglietto di prima classe sul Titanic – racconta – non si è comunque salvato”. Quando sorgono dei problemi all’interno dell’Unione Europea, dunque, “non significa che i costi li paga solo qualcuno, che non vengano fuori le colpe, che chi fa casino non debba sostenere i costi e ammettere le proprie colpe”. Secondo il Ministro si tratta in sostanza di una “visione etica, storica, dell’Europa e se è così devi comunque intervenire, poi il regolamento dei conti lo fai comunque”. E Tremonti non manca di sottolineare che “io il regolamento dei conti lo farei anche con chi ha fatto l’allargamento in questo modo”.

Nonostante gli effetti oltre confine della crsi greca, per il costo del debito pubblico italiano non sembrano profilarsi problemi: “la struttura dei nostri spread – ha detto infatti Tremonti – si muove secondo un flusso ordinario”. Infine, per quanto riguarda un altro tema in questo momento all’ordine del giorno dei grandi del mondo, l’introduzione di una nuova tassazione sulle banche per gestire le crisi, il ministro ha ricordato che “a parte la scelta politica, credo che il meccanismo sia ancora molto indeterminato: non è chiaro a cosa serve e chi dovrebbe applicarla”.

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