Crisi, Guido Rossi: “Troppe disuguaglianze. La reputazione conta più della realtà”

ROMA, 02 NOV – ''L'Italia ha tutto per essere un Paese solvibile. Ma con il governo che abbiamo tutto e' possibile, anche il peggio. La cattiva reputazione puo' condannare il debitore piu' dell'entita' del debito''. Lo afferma al Corriere della Sera Guido Rossi, ex presidente Consob, secondo cui l'attuale crisi e' caratterizzata da ''troppe disuguaglianze''. Cio' significa, spiega, che c'e' ''una differenza insostenibile di redditi e di possibilita' di costruirsi il futuro. Gli 'indignados' ci dicono che e' esplosa dentro l'Occidente'' ma, aggiunge, e' ''ancor piu' drammaticata tra l'Occidente e il resto del mondo''.

''Occupy Wall Street – osserva ancora Rossi – nasce dalla percezione che la possibilita' di avere una vita migliore, base del sogno americano, e' evaporata''. Quindi, indica Rossi, ''si deve ripartire dal contenimento delle disuguaglianze per ricostruire una crescita sostenibile'' mentre punta il dito contro ''il predominio della moneta sulla politica'' che emerge, ad esempio, con la lettera di Trichet e Draghi al governo italiano.

''Ma quando il punto centrale e' il riequilibrio dei flussi di ricchezza – avverte – la politica non puo' essere delegata alla Bce, che ha per scopo istituzionale la stabilita' dei prezzi e degli intermediari''.

Alla domanda se sia pentito di essere il 'padre' della legge antitrust, Rossi replica: ''No. Ma dobbiamo aggiornarci. Che senso ha l'antitrust sull'economia misurata del Pil e il nulla sulla finanza derivata che vale 8 volte il Pil del mondo? L'antitrust ha molte anime, non tutte cosi' limpide''.

Infine, un commento sulla Leopolda. ''Renzi – afferma Rossi – non farebbe carriera alla London school of economics come alcuni miei laureati. Nuove devono essere anche le idee''.

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