Il governatore siciliano Renato Schifani ha proposto l’uso di dissalatori e il riutilizzo dell’acqua di mare come soluzioni per affrontare la crisi idrica senza precedenti che sta colpendo l’isola. Con il cambiamento climatico e la desertificazione in aumento, Schifani sottolinea la necessità di adottare misure coraggiose, simili a quelle già attuate in paesi come Dubai ed Emirati Arabi, dove la desalinizzazione è diventata una risorsa vitale.
Tuttavia, l’idea di investire nella desalinizzazione non convince del tutto alcuni esperti e attivisti, come Giuseppe Riccobene di Legambiente, il quale avverte che i costi per i consumatori sarebbero enormi. Riccobene sottolinea anche la necessità di intervenire per ridurre gli sprechi, poiché nella rete idrica di Agrigento si perde quasi il 60% dell’acqua a causa di una cattiva gestione. Secondo un rapporto del Partito Democratico, il tasso di consumo idrico in Sicilia è del 36,6%, ben al di sopra della media nazionale del 15,5%.
Inoltre, la situazione degli invasi in Sicilia è preoccupante: solo 20 dei 46 invasi sono collaudati, e molti altri presentano problemi di funzionamento. In alcune aree come Enna e Caltanissetta, l’acqua viene distribuita a intervalli di una settimana o, in casi estremi, manca da 110 giorni. Molti cittadini si trovano costretti a ricorrere a autobotti per rifornirsi di acqua, sollevando anche questioni di igiene e sicurezza.
In risposta a questa crisi, la Procura di Enna ha avviato un’inchiesta per verificare eventuali responsabilità nella gestione dell’erogazione idrica, dato che le perdite registrate sono tra gli 80 e i 90 litri al secondo. Schifani, in qualità di commissario per l’emergenza idrica, sta cercando di implementare interventi strutturali per ristrutturare la rete idrica di Agrigento e Caltanissetta, evitando sprechi e investimenti inefficaci.
Nonostante le iniziative, il futuro idrico della Sicilia rimane incerto. Anche a Palermo, che fino ad ora ha tentato di evitare turnazioni, è prevista la razionalizzazione dell’acqua in alcune zone. La Sicilia orientale, sebbene avvantaggiata dalle falde acquifere dell’Etna, affronta anch’essa problemi significativi legati agli sprechi, come dimostrano le perdite di Siracusa, dove si disperde il 60% dell’acqua.