Con la crisi arrivano gli imprenditori “generazione mille euro”

Pubblicato il 29 Ottobre 2010 - 00:51 OLTRE 6 MESI FA

Guadagnare mille euro al mese ormai è un’impresa. Secondo la Camera di commercio di Monza e Brianza, sono 17.770 le aziende lombarde che fatturano circa mille euro al mese. Come dire: a volte un imprenditore ha lo stipendio più basso di un precario.

Dopo la Lombardia, segue il Lazio (17mila imprese, 3,7% del totale) e la Campania (12mila e 400, 2,6% del totale). In Italia, queste aziende sono attive soprattutto nel settore dei servizi (85.454), quindi della manifattura e altre industrie (35.780) e dell’agricoltura (5.675). Ma si tratta realmente di iniziative imprenditoriali? «Noi stimiamo che quasi un terzo delle nuove imprese siano figlie della disperazione – spiega Renato Mattioni, segretario generale della Camera di commercio di Monza e Brianza – Ma in realtà si tratta di un “autoimpiego”».

Le imprese, infatti, esternalizzano il lavoro invitando i dipendenti ad aprire la partita Iva e così nascono molte nuove aziende. Un fenomeno che secondo Mattioni ha due facce: «Da un lato sono imprese che non durano, portano pochi soldi e producono l’impoverimento di un certo vissuto produttivo storico. Dall’altro, i lavoratori impiegati in queste aziende “mille euro” almeno non rimangono con le mani in mano e disoccupati».

Una magra soddisfazione che nasce dalla congiuntura del momento. «L’Italia non è divisa tra nord e sud ma tra lavoratori garantiti e non garantiti – continua Mattioni – e chi non ha tutela oggi spesso deve inventarsi un’impresa e diventare appaltatore. Ma quando l’economia va male l’imprenditore tende il più possibile a internalizzare e così uccide le “nicchie” dei subfornitori. Paradossalmente, il fenomeno attuale può servire a salvare artigiani e specialisti». Quindi avere imprese a mille euro al mese può salvare il know-how dei piccoli artigiani? «In teoria sì, e questo sarebbe importante. Basti pensare che il 30% delle imprese che hanno chiuso ultimamente in Lombardia non sono state riaperte: non c’è stato passaggio generazionale e si è perso per sempre il know-how. Purtroppo però, nella pratica, oggi chiudono molte imprese che hanno una lunga storia e sono queste stesse a sfruttare le esternalizzazioni. E quando un’impresa conosciuta e affermata arriva ad accontentarsi di queste fatturazioni mensili vuol dire che sta per chiudere i battenti».