LONDRA – Secondo gli inglesi l’Italia non uscirà dalla crisi. Per la banca Barclays “l’Italia è matematicamente oltre il punto di non ritorno”. Secondo un commentatore del Telegraph “per l’Italia è game over“.
La Barclays Capital ha fatto il punto sull’economia italiana, in un report firmato da Piero Ghezzi e Michael Gavin, capi del dipartimento di ricerca economica della banca inglese: “Il vero pericolo per le economie europea e mondiale non è la Grecia, ma l’Italia. I livelli di debito sono diventati insostenibili. Le riforme sono necessarie per infondere fiducia nella capacità italiana di ricevere credito. Eppure, la storia ci insegna che le dinamiche negative che minacciano l’Italia sono in una spirale che è molto difficile interrompere”.
La falsariga è la stessa di un post comparso su Twitter nelle stesse ore. Jeremy Warner, commentatore del Telegraph, ha analizza il tutto con un tweet laconico: “Italy, game over”. I precedenti, in effetti, sono contro l’Italia. Quando Irlanda, Portogallo e Grecia in passato hanno superato la soglia del 7% hanno poi avuto bisogno dell’aiuto della comunità internazionale. Warner conclude: “Il Fondo Monetario Internazionale interverrà prima della fine dell’anno”.
Secondo gli analisti inglesi, a questo punto qualunque riforma, “per quanto necessaria, ben congegnata ed efficace, non potrà mai salvare il Paese dalla crisi di fiducia innescata nei mercati”. Il 5,5% di rendimento per i titoli di stato è la soglia oltre al quale “the game is over”.
Nella giornata di mercoledì i Btp italiani vengono scambiati con un rendimento del 7,5% e “gli investitori non hanno la pazienza di aspettare che l’austerità, o le misure per la crescita, abbiano effetto. Gli attacchi speculativi contro i paesi come l’Italia sono incommensurabilmente più forti di qualunque effetto positivo possa scaturire da pacchetti di riforme che tutti percepiscono come ben lungi dall’essere approvati”.
Il report Barclays quindi prosegue: “Il fondo salva-stati è un passo nella direzione giusta, ma non basta. Non è una rete sufficiente per proteggere l’Italia dal contagio, e dal cortocircuito finanziario che può travolgere i tentativi di riforma e rilancio dell’economia. I governi stranieri e il Fondo Monetario possono garantire soldi ma non credito. Non riusciamo a vedere altra alternativa: la Banca Centrale Europea deve diventare il prestatore di ultima istanza dei governi europei”.