Italia non produce abbastanza, ultima Ue. Polillo se la (ri)prende con le ferie

L’Italia è ultima nell’Unione Europea per produttività economica e crescita del prodotto interno lordo. In questo quadro arriva l’appello del sottosegretario all’Economia Gianfranco Polill, che torna a prendersela con le ferie degli italiani: “Non possiamo trascurare che esiste un divario, vogliamo dire uno spread?, tra i giorni lavorati in Italia e quelli negli altri Paesi con cui ci confrontiamo. Penso alle ferie, ai permessi retribuiti”.
Gianfranco Polillo (Foto Lapresse)

ROMA – L’economia italiana è ultima in Europa per produttività e crescita del prodotto interno lordo. Nel periodo 2001-2010 la crescita del Pil in Italia è stata del 4,1%: il risultato peggiore tra le economie dell’eurozona, insieme al Portogallo.

L’Unione europea nel suo complesso ha segnato una crescita del 14%, con la Germania che ha segnato nello stesso periodo una crescita del pil dell’11,9%, la Francia del 12,1%, la Gran Bretagna del 17,1% e la Spagna il 22,6%.

In realtà quasi tutte le economia hanno visto una riduzione della crescita dopo il 2008, ma la contrazione è stata rilevante soprattutto per le economie cresciute molto negli anni subito precedenti la crisi, come Estonia, lettonia, Lituania, Irlanda e Grecia.

L’Italia è ultima in Europa anche per quanto riguarda la crescita della produttività oraria del lavoro: nel 2010 era aumentata dell’1,4% rispetto al 2000, mentre nell’Ue a 27 era salita dell’11,4%, con la Germania che ha segnato un aumento della produttività oraria del 13,6% e la Spagna del 10,4%.

In crescita invece l’occupazione, aumentata del 7,5% contro il 3% della Germania, il 5,1% della Francia e il 5,7% in Gran Bretagna. Come in Spagna, in Italia è stato proprio l’aumento dell’occupazione a permettere quel minimo di crescita. All’aumento di occupazione è corrisposta però una diminuzione delle ore lavorate, in conseguenza all’aumento delle prestazioni ad orario ridotto.

In questo quadro arriva l’appello del sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo, che riprende il suo vecchio cavallo di battaglia secondo cui meno ferie farebbero aumentare il pil italiano: “Pensiamo ad una Italia in cui si lavori di più, quantitativamente. Non possiamo trascurare che esiste un divario, vogliamo dire uno spread?, tra i giorni lavorati in Italia e quelli negli altri Paesi con cui ci confrontiamo. Penso alle ferie, ai permessi retribuiti”.

In un’intervista alla Stampa Polillo ha detto di guardare ”con interesse” anche al modello tedesco. ”Ancora non sappiamo su quali risorse poter contare per le varie iniziative che abbiamo in campo. E’ chiaro che dobbiamo fare un intervento sul lavoro e sulla crescita, ma ci servono delle condizioni previe, per esempio un accordo tra le forze sociali: Confindustria e sindacati devono fare prima un patto. Per noi è fondamentale, perche’ dobbiamo sapere su quale terreno stiamo seminando”, altrimenti ”dare soldi qua e la’ e’ come gettare acqua nel deserto”. Per le risorse due sono le ”fonti possibili”: ”la lotta all’evasione” e ”l’effetto della spending review due”.

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