La crisi scatenerà la violenza? I timori del cardinal Scola

Pubblicato il 23 Dicembre 2011 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – "Una volta si affrontavano i problemi di dialettica interna allo spazio europeo con la guerra, ora li stiamo affrontando con lo spread. Speriamo che da qui non si ritorni alla violenza''. Per l'arcivescovo di Milano Angelo Scola, intervistato dal Corriere della Sera, la speranza e' che ''ci si muova tutti: la casa brucia, l'Europa deve ritrovare il meglio della sua storia. Solo cosi' – dice – si potra' rivitalizzare la societa' civile''.

Scola invita i cristiani a ''recuperare il loro compito specifico, il compito educativo. Il risveglio dell'impegno politico diretto dei cattolici, se rettamente inteso, potra' poi dare un contributo alla rigenerazione del Paese''. In questo momento nel Paese ''c'e' un deficit della politica'', che va ''ripensata in termini radicali'' sostiene il cardinale, secondo cui ''non si puo' ne' si deve rinunciare al livello di guida e di indirizzo che la politica possiede per sua natura''.

Per l'arcivescovo ''e' presto per dare un giudizio complessivo'' sull'era Berlusconi, e anche sul caso San Raffaele: ''Mi mancano troppi elementi per formulare un giudizio che ora si baserebbe solo su quanto apprendo dai media''. Nell'intervista Scola interviene anche sull'Ici. ''Si sta facendo un gran polverone. Andiamo piuttosto a vedere cosa c'e' da tenere e cosa c'e' da correggere'', afferma. ''Difendere il bonum Ecclesiae, liberi da ogni pretesa egemonica, significa per i cristiani portare in tutti gli ambienti la proposta del Vangelo, la bellezza dell'esperienza cristiana nel quotidiano della vita associata''.