Crisi, S&P declassa la Grecia. Contagiata anche Cipro

BRUXELLES, 27 LUG – A meno di una settimana dall'accordo faticosamente raggiunto dai leader dell'Eurozona sul nuovo salvataggio di Atene, l'ottimismo con cui l'intesa era stata accolta appartiene gia' al passato remoto e la paura del rischio contagio torna a dominare i mercati.

Sull'accordo Ue si e' abbattuta oggi la scure di Standard & Poors, che ha declassato a 'CC' (appena due gradini sopra il default) il rating sulla Grecia. In particolare S&P ha rilevato che il coinvolgimento delle banche nel piano salva Atene portera' inevitabilmente a un default selettivo, uno scenario per altro previsto dal 'patto' siglato a Bruxelles dai leader dei Paesi euro.

Ma a riaccendere la paura che la situazione greca possa allungare la sua ombra non solo su Irlanda e Portogallo (Paesi gia' soccorsi da Ue e Fmi) ma anche su Spagna e Italia e' stato soprattutto il declassamento del rating di Cipro deciso da Moody's in apertura di giornata proprio a causa dell'esposizione del sistema bancario dell'isola nei confronti della Grecia.

A gettare benzina sul fuoco ha contribuito anche, a suo modo, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. Il quale, pur esprimendosi contro una ''disgregazione incontrollata'' dell'eurozona, ha pronunciato un secco 'no' alla sottoscrizione, da parte della Germania, di assegni in bianco per salvare la Grecia. A rincarare la dose ci ha poi pensato l'economista Nouriel Rubini rilanciando l'ipotesi dell'uscita di Atene e non solo dall'euro.

I mercati hanno reagito di conseguenza. La borse europee hanno chiuso tutte in ribasso e quella di Milano ha registrato il risultato peggiore arrivando a perdere il 3,33%. Parallelamente, lo spread tra i Btp e i Bund decennali tedeschi e' tornato sopra i 310 punti base, un livello che da qui a fine anno costera' all'Italia – in termini di maggiori interessi da pagare – lo 0,2% del Pil.

Gli speculatori che scommettono su un fallimento della Grecia perderanno i loro soldi, ha ammonito il presidente della Bce Jean-Claude Trichet dalle colonne della rivista francese 'Le Point'. ''Cio' che piu' conta – ha sottolineato – e' che la Grecia riprenda il controllo'' della situazione e attui le misure concordate con Ue e Fmi.

Ma dichiarazioni come quelle di Schaeuble, che davanti ai parlamentari tedeschi e' parso frenare sul potenziamento dei poteri al fondo salva-Stati (Efsf) previsto dall'accordo di Bruxelles del 21 luglio scorso, non hanno certo contribuito alla stabilita' sui mercati. Ed anche il Wall Street Journal ha alimentato il clima di incertezza scrivendo che l'ammontare della partecipazione del Fmi al nuovo piano salva Grecia sara' ''certamente inferiore a un terzo'' del totale, la quota invece coperta nei casi di Grecia, Irlanda e Portogallo.

Intanto pero' il piano dell'Eurozona va avanti. Una troika composta da 'tecnici' di Ue, Fmi e Bce e' ad Atene per definire alcuni dettagli di un programma assai complesso che dovrebbe diventare pienamente operativo da settembre. Gia' a fine agosto potrebbero pero' partire le operazioni di scambio titoli e buyback che coinvolgeranno banche e assicurazioni per un importo stimato tra i 37 e i 54 miliardi di euro da qui al 2014.

Oggi il governo di Atene ha nominato i tre 'advisor' per la ristrutturazione dei titoli di Stato detenuti dai privati e ai quali verra' allungata la scadenza. La scelta e' caduta, oltre che sul gruppo inglese Hsbc, sui francesi di Bnp Paribas (che avrebbero in portafoglio titoli pubblici greci per 5 miliardi) e i tedeschi di Deuthsche Bank (con un'esposizione sulla Grecia di circa 1,6 miliardi).

Domani la partita entra nel vivo. Le modalita' di scambio dei titoli pubblici ellenici sono il tema al centro dei colloqui previsti tra gli uomini del governo di Atene e una delegazione di esperti dell'Iif (Institute of international finance), organismo che in questa fase rappresenta gli interessi delle banche coinvolte nell'operazione.

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