In attesa dell’apporvazione, martedì 9 novembre, dei conti dei primi nove mesi della Banca Popolare di Milano, sotto la lente degli osservatori finisce la gestione del presidente Massimo Ponzellini, ex allievo prodiano, oggi leghista.
Un mese fa, sottolinea Repubblica ripresa da Dagospia, la Banca d’Italia si è messa a controllare le carte dell’istituto di piazza Meda, neppure tre anni dopo l’ultima ispezione.
Sotto la lente degli ispettori sarebbe finita la gestione “dispendiosa” del banchiere bolognese, tra “jet privati, suite extra-lusso e promozioni”.
Proprio una ventina di giorni fa è stata bloccata sul nascere la richiesta di un prestito di una quarantina di milioni di euro alla Atlantis, società caraibica “cara ai finiani”, controllata dalla famiglia Corallo.
La pratica per il momento è stata congelata in Commissione finanziamenti, in attesa di approfondimenti sulle garanzie e sulla concentrazione del rischio su un unico soggetto.
Atlantis è la stessa società che, lo scorso febbraio, ha avuto novanta milioni, tra fidejussioni e crediti, dalla Bpm. Il gruppo, che gestisce diversi casinò nell’isola caraibica di Saint Marteen, a Santo Domingo e a Panam, oltre ad avere vinto una concessione per slot machine in Italia, non è però ben visto da molti.
Tra questi il deputato dell’Italia dei Valori Francesco Barbato, che ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Economia. Nel mirino c’è Francesco Corallo, due volte indagato ma mai condannato, e il di lui figlio Gaetano, assolto in Cassazione dall’accusa di associazione mafiosa.
Corallo senior sarebbe poi a capo di alcune società off shore tutte socie del gruppo Atlantis.
Questo quadro ha fatto storcere il naso a più d’uno. A ciò poi va aggiunta la serie di promozioni piovute su alcuni sindacalisti di spicco e alcuni atteggiamenti del banchiere bolognese: la suite al lussuoso Hotel Hyatt, nel cuore di Milano con cui Bpm ha stipulato una convenzione. Oltre alla disponibilità, per gli spostamenti in Italia h, di un aereo privato.