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Dai mutui ai prestiti, cosa cambia con il taglio Bce: rate più leggere, scende il costo del debito pubblico

La recente decisione della Banca Centrale Europea (BCE) di ridurre il tasso di riferimento di 25 punti base, motivata dal rallentamento dell’inflazione, ha effetti significativi sull’economia, sulle famiglie, sulle imprese e sui governi, sia a breve che a medio termine. Tra gli effetti immediati si evidenziano una riduzione delle rate dei mutui a tasso variabile, migliori condizioni per nuovi prestiti, un costo inferiore per il rifinanziamento del debito pubblico e un possibile impulso agli investimenti. In questo articolo analizzeremo i principali impatti di questa decisione.

Rate dei mutui variabili più leggere

In Italia, i mutui a tasso variabile rappresentano una quota ridotta del mercato, poiché la maggioranza dei finanziamenti erogati è a tasso fisso. Tuttavia, chi ha ancora un mutuo a tasso variabile potrà beneficiare immediatamente della riduzione del tasso di riferimento da parte della BCE. Secondo un’analisi condotta dalla FABI, le rate dei mutui variabili erano aumentate del 78% rispetto a due anni fa. Ad esempio, su un prestito di 150.000 euro della durata di 20 anni, la rata mensile era salita fino a 1.180 euro, con un incremento di 515 euro rispetto ai 665 euro iniziali. Con la nuova riduzione dei tassi, il risparmio sarà di circa 20 euro al mese, e potrebbe aumentare ulteriormente se la BCE procederà con ulteriori tagli.

Prestiti più convenienti

La riduzione dei tassi non si riflette solo sui mutui in corso, ma anche sulle nuove opportunità di finanziamento. I mercati e le banche avevano già anticipato la decisione della BCE, e nelle ultime settimane i tassi sui nuovi prestiti sono già calati. Secondo Mutuionline.it, attualmente i mutui a tasso variabile sono offerti con un Tasso Annuo Nominale (TAN) medio del 4,33%, con punte fino al 3,86%. Questa media potrebbe scendere ulteriormente nei prossimi mesi, fino a raggiungere il 4,08% o addirittura meno entro il 2025. Se la BCE continuerà a seguire questa politica monetaria espansiva, si potrebbe arrivare a una convergenza tra i tassi variabili e quelli fissi, con i tassi fissi che attualmente si attestano intorno al 3,06%, con punte anche del 2,7%.

uomo conta banconote da 20 euro
Dai mutui ai prestiti, cosa cambia con il taglio Bce: rate più leggere, scende il costo del debito pubblico (foto ANSA) – Blitz quotidiano

Maggiore respiro per gli investimenti

La diminuzione dei tassi d’interesse potrebbe fornire una boccata d’ossigeno agli investimenti, che sono stati in stallo per diversi mesi a causa dell’elevata incertezza economica. Le analisi della BCE e della Banca d’Italia indicano una bassa domanda di finanziamenti da parte delle imprese, che risente della stagnazione economica e dei tassi elevati. Con la riduzione del costo del denaro, le condizioni per l’accesso al credito miglioreranno, rendendo più attraenti nuovi progetti d’investimento. Questo potrebbe contribuire a rilanciare l’economia, soprattutto in settori strategici come l’industria e l’innovazione.

Calo dei rendimenti dei titoli di Stato

Un altro effetto importante della politica monetaria della BCE riguarda il costo del rifinanziamento del debito pubblico, soprattutto in paesi come l’Italia, con un alto livello di debito. Nelle prossime aste, il Tesoro potrà beneficiare di cedole più leggere per i nuovi titoli di Stato. Secondo i dati della Banca d’Italia, a ottobre il rendimento medio dei titoli di Stato era del 3,154%, con picchi del 4,049% per le scadenze superiori ai 20 anni. Con l’abbassamento dei tassi, il costo del rifinanziamento diminuirà, alleviando la pressione sui conti pubblici. Inoltre, i valori dei titoli già in circolazione potrebbero aumentare nei mercati secondari.

 

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