Dall’Irlanda all’Inghilterra è “turismo della bancarotta” per salvarsi dalla crisi

LONDRA – Sei irlandese e in bancarotta? Trasferendoti per qualche mese in Gran Bretagna potresti renderti la vita molto più semplice. Mentre per riabilitarsi dal fallimento in Irlanda ci vogliono 12 anni, nel Regno Unito si può essere liberi dai debiti dopo soltanto un anno. E cosi', decine di persone in difficolta' a causa della crisi e del crollo del mercato immobiliare irlandese, stanno considerando l'opzione di dichiarare la propria bancarotta in una corte della Corona.

Uno di coloro che stanno approfittando di questo nuovo 'turismo della bancarotta' è Steve Thatcher, direttore di IrishBankruptcy UK, un'azienda che si occupa di assistere gli irlandesi in bancarotta attraverso le procedure fallimentari britanniche. Attualmente ha circa 50 clienti. ''Molti – racconta al Financial Times – hanno portafogli immobiliari e sono investitori sofisticati rimasti vittime del crollo dei prezzi immobiliari irlandesi''.

Il boom economico della repubblica, al quale ha fatto seguito il crollo del'economia e l'erogazione del fondo d'emergenza dell'Ue e del Fmi, ha lasciato dietro di se' debiti per 185 miliardi di euro, disoccupazione alle stelle e un calo del 50-60% dei prezzi degli immobili. In molti si trovano ora con debiti impossibili da pagare. Ma in Irlanda, a differenza di altri Paesi europei, la bancarotta non e' un'opzione: solo 29 persone sono state dichiarate in bancarotta lo scorso anno e 17 nel 2009. Queste contro le 135.089 in Inghilterra e Galles, le 20.329 in Scozia e le 2.323 in Irlanda del Nord nel 2010. Interessate a rilanciare l'economia, l'Ue e l'Fmi hanno chiesto nuove legge sulla bancarotta come condizione del loro fondo di 85 miliardi di euro e hanno fissato come scadenza per il disegno di legge il marzo prossimo.

Secondo documenti trapelati dal governo, le nuove norme permetterebbero di riabilitarsi nel giro di tre anni e cio' ha sollevato la preoccupazione delle banche e della Banca Centrale d'Irlanda. ''Qualsiasi approccio alla ristrutturazione deve tenere conto del rischio di creare incentivi per chi prende a prestito di non mantenere i propri obblighi'', ha dichiarato Matthew Elderfield, della Banca Centrale.

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