ROMA – Scattano oggi le contromisure dell’Unione europea in risposta ai dazi imposti da Trump su acciaio e alluminio europei. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Nel mirino di Bruxelles una serie di prodotti iconici a stelle e strisce, dai jeans al bourbon whisky, ma anche le scarpe da ginnastica, i cereali, il burro d’arachidi e le moto. Un lungo elenco che andrà a colpire marchi simbolo come Levi’s, Nike, All Stars, Kellog’s e Harley Davidson.
“Non volevamo trovarci in questa situazione, ma la decisione unilaterale e ingiustificata degli Usa non ci lascia altra scelta”, ha tagliato corto la commissaria al Commercio Ue Cecilia Malmstroem. “Il commercio internazionale che abbiamo sviluppato negli anni insieme ai nostri partner americani non può essere violato senza una reazione da parte nostra – ha spiegato -. La nostra risposta è misurata, proporzionata e in linea con le regole del Wto” e “se gli Usa rimuovono i loro dazi anche le nostre misure saranno rimosse”.
Le tariffe, ha reso noto l’esecutivo comunitario adottando oggi il regolamento che istituisce le contromisure, “riguarderanno immediatamente un elenco di prodotti del valore di 2,8 miliardi di euro”. Nella nota si precisa che “l’Ue ribilancerà il commercio bilaterale con gli Usa prendendo come base il valore delle sue esportazioni di acciaio e alluminio colpite dalle misure statunitensi. Queste valgono 6,4 miliardi euro. Di questo importo, l’Ue si riequilibrerà immediatamente per 2,8 miliardi di euro di esportazioni”.
Automotive, la tedesca Daimler vittima eccellente. La ‘guerra’ incorciata dei dazi, innescata da Donald Trump a cui ha risposto la Cina e ora ha fatto scudo anche la Ue, fa la prima vittima, è la tedesca Daimler che lancia un ‘profit warning’ rivedendo al ribasso le stime sugli utili operativi per il 2018.
“Il fattore decisivo – annuncia la casa automobilistica tedesca – è che, su Mercedes-Benz Cars, le vendite di Suv sono inferiori alle attese e i costi più elevati del previsto a causa delle maggiori tariffe di importazione per i veicoli statunitensi nel mercato cinese”, molti dei suoi veicoli sono infatti prodotti in Alabama e poi spediti in Cina. Nel 2017, l’impianto ha prodotto oltre 286.000 veicoli esportati per oltre il 70% in 135 mercati, ed è stato annunciato un investimento da 1 miliardo per avviare nel 2020 la produzione di veicoli elettrici. Ma pesa anche il ‘diesel gate’: “è atteso un effetto negativo sugli utili nella seconda metà dell’anno in connessione con il nuovo processo di certificazione WLTP e i guadagni dei Mercedes-Benz Vans sono influenzati dal richiamo dei veicoli diesel”. Una situazione complessa dunque, che solo parzialmente spiega il ‘contagio’ in Borsa di tutti gli altri titoli del comparto auto.
“I guadagni di Daimler Buses – prosegue Daimler nella sua nota – sono influenzati negativamente dalla diminuzione della domanda in America Latina. Di conseguenza, Daimler ha le seguenti aspettative sull’Ebit nell’anno 2018: per Mercedes-Benz Cars appena sotto l’anno precedente, per Mercedes-Benz Vans significativamente al di sotto del livello dell’anno precedente, per Daimler Buses nella magnitudine dell’anno precedente per l’intero gruppo Daimler appena sotto il livello dell’anno precedente”.