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Debiti: dopo questa data si può non pagare, la normativa 2024 salva gli italiani

Non pagare i debiti, senza alcun tipo di conseguenza dal punto di vista legale: ecco le date utili nel 2024.

C’è una data, relativa al 2024, dopo la quale poter dormire sonni più tranquilli. Coloro che hanno contratto dei debiti potranno infatti, entro i limiti procedurali stabiliti dalla legge, ritenersi sciolti dall’obbligo di pagare il creditore.

Tutto dipende dal tipo di debito contratto e dalla durata dell’obbligazione. E poi, ovviamente, dalla possibilità che il titolare del credito non abbia esercitato entro un certo termine, sempre previsto dalla legge, il proprio diritto a ottenere o recuperare il dovuto.

Chi sta affrontando da tempo dei debiti che non riesce a saldare o non sa come pagare deve dunque fare molta attenzione alla decorrenza del termine di prescrizione. E lo stesso vale per il creditore, che ha tutto l’interesse ad agire per interrompere il decorso del termine, in modo che il tempo di prescrizione si azzeri e riparta da capo.
Ma quali diritti andranno in prescrizione nel 2024? La disciplina della prescrizione, contenuta negli artt. 2934 e ss. del Codice Civile, dispone che la prescrizione ordinaria sia di dieci anni. La legge individua però anche tal altri diritti che si prescrivono nella metà del tempo, o in periodi ancora più brevi.

Per esempio, con la riforma del Fisco voluta dal Governo Meloni, si è dimezzato il tempo di prescrizione di molti debiti di natura fiscale (da un intervallo decennale si è passati a un periodo quinquennale dalla data di notifica dell’avviso di pagamento).

Non è ovviamente così facile che la prescrizione si realizzi. Secondo la normativa vigente, la prescrizione può essere infatti interrotta in qualsiasi momento tramite la notifica di un avviso ufficiale, di un sollecito di pagamento, di un qualsiasi atto legale interruttivo o di una richiesta rivolta al debitore in mora da parte del creditore.

La data dopo la quale è possibile non pagare più i debiti: le regole del 2024

La prescrizione ha ovviamente delle eccezioni. Alcuni debiti, come per esempio certe tasse o i prestiti garantiti da ipoteca, di solito non sono soggetti alla possibilità di estinzione per scadenza dei termini di riscossione. E bisogna anche considerare che anche se il debito è prescritto ciò non implica la sua automatica esclusione dai registri di credito.

A livello formale e burocratico, quindi, il debitore non risolve o supera il suo status di cattivo pagatore (cosa che potrebbe creare diversi problemi alla situazione creditizia del prescritto).

Uomo incatenato alla carta di credito
Debiti: la data oltre la quale non bisogna più pagare – blitzquotidiano.it

Ciò che interessa alla maggior parte dei debitori in mora è la possibilità di non essere più oggetto di azioni legali o di recupero forzato. Nel 2024, andranno in prescrizione ordinaria i debiti relativi al 2014. Ovvero quelli con un termine di prescrizione decennale, ma sempre a patto che non siano stati inviati atti interruttivi.

Rientrano in questa fattispecie i crediti derivanti da contratti, fatture, finanziamenti, prestiti, mutui, tasse e imposte. Ma anche ticket sanitari, sentenze di condanna al pagamento e spese condominiali straordinarie. In generale rientrano nel novero tutti i debiti derivanti da contratti, calcolando la prescrizione dal giorno in cui il creditore avrebbe potuto esercitare il suo diritto di credito.

Ci sono anche debiti che si prescrivono in cinque anni, come i pagamenti periodici e i dovuti relativi ad atti illeciti. I debiti contratti tre anni prima non si devono pagare nel caso siano relativi a parcelle a professionisti (notai, avvocati, commercialisti, eccetera). Lo stesso vale per i pagamenti di corsi privati.

Le provvigioni all’agente immobiliare e i soldi dovuti al farmacista per acquisto di medicinali e altri dispositivi sanitari si prescrivono in un anno. In sei mesi si estingue il debito relativo a pernottamenti in hotel, ostelli, affittacamere e b&b.

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