ROMA – Governo vara decreto per sbloccare 40 miliardi di debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese. Il ministro Corrado Passera ha spiegato che i 40 miliardi arriveranno “in 12 mesi”. Nel decreto inoltre è stata inserita la compensazione dei crediti-debiti, una delle cose che erano state chieste dal Parlamento.
Il ministro del Tesoro, Vittorio Grilli, ha inoltre annunciato che le Regioni possono iniziare i pagamenti da lunedì, mentre la ripartizione dei fondi alle P.a. avverrà a partire dal 15 maggio. Prima verranno pagate le imprese, poi le banche.
Un decreto su cui si è già pronunciato il Parlamento e che doveva arrivare già la scorsa settimana. Mario Monti, proprio a tal proposito, ha espresso “indignazione” verso chi ha criticato il governo per averci messo “due-tre giorni in più”: “Sono forze politiche – dice Monti – che hanno causato questa situazione”. E ha definito “poco serie e perfide” le politiche economiche dei governi precedenti.
Quel che non smette mai di sorprendere è la faccia di Monti, che arriva con un anno di ritardo, dopo avere trasformato l’Italia in un paesaggio da day after, ben consapevole che il ritardo dei due-tre giorni è dovuto alla incapacità tecnica del Governo di presunti tecnici e che ancora ha il becco di indignarsi e di buttare colpe sempre qua e là e mai vedere i limiti e gli errori della sua sciagurata azione di governo.
“E’ arrivato il momento di voltare pagina”, ha detto Monti nella conferenza stampa finale. Quello dei debiti della PA è “un caso molto emblematico di come, mentre si facevano più stretti i vincoli di obbligo disciplina, le amministrazioni avevano invece risposto con forme che hanno scaricato gli oneri sul futuro e le imprese e i cittadini”, ha aggiunto il premier, sottolineando polemicamente che coloro che oggi sono più critici sono gli stessi “che hanno creato il problema”. “Esprimo una leggera indignazione – ha detto – per le critiche al governo che ha impiegato qualche giorno in più per il decreto. Sono stati severi con noi i partiti che negli ultimi 10 anni hanno causato questi problemi”. Monti ha parlato anche di “comportamenti poco seri che in passato caratterizzavano la gestione della cosa pubblica”.
Secondo Monti, il decreto non ostacolerà il rispetto dei parametri ue: “C’è la fondata aspettativa che a maggio l’Italia sarà dichiarata uscita dalla procedura” Ue per deficit eccessivo, ha detto. Il premier ha ricordato che il decreto è il frutto del lavoro fatto negli ultimi due anni, visto che fino al 2011 l’andamento dell’indebitamento era ancora in ascesa: a fine 2011 lo stock di debiti della p.a. non ceduto alle banche ammontava a 80 miliardi di euro, contro i 61 miliardi del 2009 e i 74 miliardi del 2010.
40 mld con Cdp e nuovi Btp. Per quanto riguarda le risorse, si tratta in tutto 40 miliardi in 12 mesi reperiti mediante l’emissioni di titoli di Stato. I maggiori interessi sul debito che verrà emesso per finanziare i debiti della Pa saranno pagati con «corrispondente riduzione lineare» delle spese rimodulabili dei ministeri.
“Gli enti locali che non possono far fronte ai pagamenti dei debiti certi liquidi ed esigibili maturati alla data del 31 dicembre 2012 a causa di carenza di liquidità – si legge nella bozza – possono chiedere alla Cassa depositi e prestiti, entro il 30 aprile 2013, l’anticipazione di liquidità da destinare ai predetti pagamenti”.
Il decreto per i pagamenti della Pa prevede che sia ”ripartita la possibilità” per le amministrazioni ”di chiedere prestiti allo Stato, prestiti trentennali sul tasso medio del Btp quinquennale”.
Il ministro Corrado Passera ha poi spiegato che fra le modalità di pagamento dei debiti della P.A. ci sarà anche la compensazione fra debiti e crediti: “Abbiamo allargato la tipologia di crediti che potranno essere compensati: non solo i debiti passati a ruolo”, ha detto. Riferendosi alle banche che hanno acquistato crediti delle imprese, Passera ha detto che in tal caso il pagamento avverrà attraverso emissioni ad hoc.
La certificazione e il censimento dei debiti della Pubblica Amministrazione, ha spiegato Passera, verrà fatto “nell’ambito della prossima Finanziaria”: dei 40 miliardi del dl, 15 o 20 sono già ceduti e 3 o 4 dovranno essere compensati, “poi tutto si chiuderà”, ha detto Passera.
Il ministro Vittorio Grilli ha anticipato quello che sarà il percorso dei pagamenti: “Entro il 30 di aprile – ha detto Grilli – tutte le amministrazioni dovranno farci pervenire l’elenco e la richiesta di spazio finanziario. Entro il 15 di maggio provvederemo alla ripartizione degli spazi e delle risorse finanziarie pervenute”.
Per pagare alle banche i crediti verso lo Stato acquistati dalle imprese si ricorrerà ad ”emissioni ad hoc”, ha poi chiarito Passera. Grilli specifica: ”I pagamenti alle banche dei debiti accumulati dalla pubblica amministrazione verranno effettuati con titoli di Stato” e questa modalità ”non riguarderà naturalmente gli imprenditori”.
A vigilare sull’andamento dell’indebitamento della Pa sarà il Tesoro e “qualora emerga il rischio di mancato raggiungimento dell’obiettivo programmatico” rimodulerà le spese autorizzate oppure adotterà “provvedimenti correttivi urgenti”. Il monitoraggio sarà effettuato dal ministero dell’Economia proprio per scongiurare che il deficit vada oltre quel 2,9% del Pil previsto per il 2013 e se ci sarà evidenza di scostamenti, “previa apposita relazione da inviare al parlamento o da allegare alla nota di aggiornamento al documento di economia e finanza” disporrà “con proprio decreto la rimodulazione per gli anni 2013 e 2014 delle spese autorizzate dal presente provvedimento o l’adozione di provvedimenti correttivi urgenti”.
Grilli ha anche detto che “oltre i 40 miliardi stabiliti oggi arriveranno ulteriori tranche sia in termini di cassa che per le emissioni con la Legge di Stabilità per il 2014”.
C’è ancora caos su quanti siano effettivamente i debiti della Pubblica amministrazione. Bankitalia ha fornito i dati del 2011: 91 miliardi di debiti. Ma la Cgia di Mestre, avverte: nei calcoli non sono conteggiati quelli spettanti alle piccole e medie imprese che porterebbero ad un importo complessivo tra i 120-130 miliardi di euro.
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