Decreto Dignità, Confindustria più pessimista di Boeri. Di Maio: “Fanno terrorismo psicologico”

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Luglio 2018 - 16:30 OLTRE 6 MESI FA
Dl Dignità, Confindustria più pessimista di Boeri. Di Maio: "Fanno terrorismo psicologico"

Dl Dignità, Confindustria più pessimista di Boeri. Di Maio: “Fanno terrorismo psicologico”

ROMA – Il decreto dignità “pur perseguendo obiettivi condivisibili” rende “più incerto e imprevedibile il quadro delle regole” per le imprese “disincentivando gli investimenti e limitando la crescita”. E’ il parere di Confindustria, che si dice più pessimista di Tito Boeri.  [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]

Ad esporre i timori degli industriali alla Camera è stata Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria. I punti più critici del decreto, a suo dire, sono il ritorno delle causali nei contratti a termine e le misure punitive e poco chiare sulle delocalizzazioni. Parole che il super ministro del Lavoro Luigi Di Maio, non vuole neppure ascoltare: “Fanno terrorismo psicologico”, ha detto non mostrando alcun cenno di cedimento.

In audizione dinanzi alle Commissioni Finanze e Lavoro il dg Panucci ha espresso tutte le sue perplessità. Il ritorno delle causali, ha spiegato, esponendo le imprese “all’imprevedibilità di un’eventuale contenzioso, finisce nei fatti per limitare a 12 mesi la durata ordinaria del contratto a tempo determinato, generando potenziali effetti negativi sull’occupazione”. Effetti che secondo Confindustria andranno ben “oltre quelli stimati nella Relazione tecnica al decreto”.

“La sola abolizione dei voucher sembrerebbe spiegare una quota consistente, attorno al 15%, dell’aumento del lavoro a termine intervenuto dal 2° trimestre 2017”, ha aggiunto Panucci, sottolineando che non va imputata allo strumento del contratto a termine la “precarizzazione del mercato del lavoro” ma a “molteplici fattori, sia economici sia normativi” a partire appunto dallo stop ai voucher, da un aumento “fisiologico” in una fase di ripresa economica del suo utilizzo, al cambiamento dei settori, (100 mila su 500mila in più secondo l’Arel sono attribuibili ai servizi, commercio e servizi alla persona).

I dati, insomma, “non sembrano supportare la preoccupazione di un aumento della precarietà del lavoro legata a comportamenti opportunistici da parte delle imprese. Al contrario, la quota di aumento del lavoro temporaneo spiegato dalla corrispondente riduzione di collaborazioni e lavoro accessorio è verosimilmente associata a una diminuzione della precarietà”.

Dura la reazione di Di Maio

“Confindustria oggi dice che con il Decreto Dignità ci saranno meno posti di lavoro. Sono gli stessi che gridavano alla catastrofe se avesse vinto il no al Referendum, poi sappiamo come è finita. Sappiamo come finirà anche in questo caso” scrive il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, su Facebook. “Non possiamo più fidarci – aggiunge – di chi cerca di fare terrorismo psicologico per impedirci di cambiare. Il Decreto Dignità combatte il precariato per permettere agli italiani, soprattutto ai più giovani, di iniziare a programmare un futuro. Cioè permette di creare quelle condizioni che sono la base per fare impresa, per rilanciare i consumi e per creare un circolo virtuoso”.

“Dopo anni di precariato, e di leggi che hanno massacrato i lavoratori, è ormai evidente che queste politiche non hanno aiutato nessuno: nè i lavoratori, nè gli imprenditori. Sono convinto che gli effetti del Decreto Dignità porteranno anche Confindustria a questa conclusione”, osserva il ministro che conclude il post dicendo “siamo dalla parte dei cittadini, e non faremo nessun passo indietro. Stateci vicino!”.