Decreto dignità. Di Maio spinge sulla riforma dei contratti a termine: 900mila rinnovi a rischio?

Decreto dignità. Di Maio spinge sulla riforma dei contratti a termine: 900mila rinnovi a rischio?
Decreto dignità. Di Maio spinge sulla riforma dei contratti a termine: 900mila rinnovi a rischio?

ROMA – La stretta annunciata da Di Maio sui contratti a tempo indeterminato (stasera in consiglio dei ministri) è uno dei punti qualificanti del decreto dignità che sta per approdare al consiglio di ministri: che impatto avrà, se avrà passato le resistenze interne della Lega ed esterne, Confindustria in primis, sui contratti in essere? [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]Il vicepremier Luigi Di Maio in conferenza stampa anticipa che il decreto conterrà “interventi sul contratto a tempo determinato e a tutele crescenti”.

Le principali modifiche di cui si discute – rinnovo con causale, aumento dei costi per le aziende, riduzione del numero di proroghe possibili (da 5 a 4) nell’arco complessivo di 36 mesi – andrebbero a impattare già da subito sui contratti in scadenza entro fine agosto che, secondo le stime del centro studi Datagiovani per Il Sole 24 Ore sono 892mila. Un valore che supererebbe 1,6 milioni di contratti se si considerassero tutti i rapporti a tempo determinato in scadenza entro fine anno, circa il 57% del totale […] E gli effetti sui contratti potrebbero essere in tempi piuttosto rapidi visto che la maggior parte ha una durata al di sotto dei 12 mesi: il 3% meno di un mese, il 20% tra 1 e 3 mesi, il 26% totale tra 4 e 6 e il 29% del tra 7 e 12, secondo le ultime rilevazioni di Eurostat sull’Italia. (Francesca Barbieri, Sole 24 Ore)

Tutte confermate, tranne la cancellazione dello staff leasing, le misure per contrastare il precariato in arrivo con il decreto dignità. Nell’ultima bozza infatti salta la misura che impediva contratti di somministrazione a tempo indeterminato. Si prevede comunque che nel caso di somministrazione a tempo determinato valgano le stesse regole degli altri contratti con scadenza.

Quindi, per tutti i tempi determinati non si potranno avere più di 4 proroghe, con un limite di durata massima comunque non superiore a 36 mesi. Le nuove norme valgono anche nei casi di rinnovo dei contratti attualmente in corso. In caso di rinnovo, e per i contratti oltre 12 mesi, tornano le causali: temporanee e oggettive o per esigenze sostitutive; connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria; per picchi e attività stagionali. A ogni rinnovo i contratti avranno un costo contributivo dello 0,5% in più rispetto all’1,4% che già è a carico del datore di lavoro e che finanzia la Naspi.

Nel decreto dignità, secondo le intenzioni pubblicamente annunciate da Di Maio, ci sarà una stretta per evitare il moltiplicarsi di imprese che, dopo aver ricevuto aiuti dallo Stato, decidono di spostarsi all’estero. L’intenzione, insomma, rimane quella di andare avanti con le multe salatissime (da 2 a 4 volte gli incentivi ricevuti) a chi delocalizza anche nei Paesi europei, non solo in Paesi extra-Ue.

Stessa determinazione che ci sarebbe anche sul fronte dei giochi, altro capitolo del decreto, nonostante le proteste degli operatori e la prudenza del Tesoro, vista la necessità di coperture che si aggirerebbero, secondo alcune stime, sui 700 milioni in tre anni. Proprio il nodo risorse potrebbe imporre una riflessione anche sul pacchetto fiscale che potrebbe essere rinviato, in parte o in toto, al dibattito parlamentare per consentire di perfezionare le coperture.

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