Decreto Lavoro. Vertice per convincere Ncd: “Non lo votiamo, via le modifiche”

Decreto Lavoro. Vertice per convincere Ncd: "Non lo votiamo, via le modifiche"
Decreto Lavoro. Vertice per convincere Ncd: “Non lo votiamo, via le modifiche”

ROMA – Decreto Lavoro, scontro tra Pd e Ncd: il governo pone la fiducia. Non c’è accordo sul decreto lavoro tra Pd e Nuovo Centrodestra. Il vertice indetto martedì mattina proprio per convincere Alfano e i suoi non ha dato i frutti sperati. E il governo, nel primo pomeriggio, ha deciso di porre la fiducia sul testo modificato.

Il tentativo di mediazione portato avanti di ministri Giuliano Poletti e Maria Elena Boschi non ha dato i frutti sperati. Ncd e Scelta civica continuano a preferire la prima stesura del decreto Lavoro.  E alla fine il governo ha deciso per la fiducia. 

Il dissenso più esplicito giunge dal Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano che disapprova le modifiche al testo del decreto sui contratti a termine: in particolare la diminuzione del tetto massimo delle proroghe (da 8 a 5) consentite nei contratti a 36 mesi senza causale e la maggiore rigidità dei vincoli alle imprese nei contratti di apprendistato (l’obbligo cioè per le imprese con oltre 30 dipendenti di assumere il 20% degli apprendisti).

Le modifiche erano intervenute per la spinta del Partito Democratico in Commissione Lavoro. Per Ncd e Scelta Civica le modifiche vanno nella direzione dell’impianto della Legge Fornero che, con il decreto Poletti (dal nome del ministro del Lavoro), si intendeva definitivamente superare in vista di una maggiore flessibilità e quindi un maggior recupero della occupazione.

“Noi non lo votiamo. Al momento non c’è accordo sul decreto”, aveva esordito questa mattina il senatore Ncd Fabrizio Cicchitto a Coffee Break. E ha chiarito: “È un passo avanti rispetto alla riforma Fornero ma la proposta era migliore prima del passaggio in commissione. All’interno del Pd c’e’ una discussione aperta sul tema, siamo in attesa di chiarimenti”. Se il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha difeso il decreto (“Più occupati”), l’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, Ncd, chiede “il ripristino sostanziale delle semplificazioni ai contratti a termine e di apprendistato”. 

Ancora più agguerrito Roberto Formigoni, sempre di Ncd che in un tweet minaccia addirittura la crisi di governo: “Repetita juvant: il provvedimento sul lavoro presentato alla Camera con gli emendamenti del Pd è invotabile, la fiducia Ncd non la vota”.

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