Il Decreto Salva-casa è entrato in vigore da ieri, 30 maggio, dando il via alle richieste ai Comuni per ottenere la sanatoria delle irregolarità edilizie. Per le tolleranze non sarà necessario ma per le procedure di accertamento di conformità, necessarie per regolarizzare le difformità, sì. I cittadini potranno quindi avviare le istanze, nella consapevolezza che nell’iter parlamentare del dl potrebbe esserci qualche ulteriore allargamento delle maglie. Il provvedimento pubblicato in Gazzetta Ufficiale passa infatti ora all’esame delle commissioni parlamentari, dove Matteo Salvini ha già annunciato modifiche. Nell’inoltrare la richiesta ai Comuni va inoltre tenuto conto dell’introduzione del meccanismo del ‘silenzio assenso’: se l’amministrazione – plausibilmente sovraccarica di domande – non risponde entro le scadenze previste l’istanza si considera accettata. I termini sono di 45 giorni se il permesso è in sanatoria; di 30 giorni in caso di Segnalazione certificata di inizio attività (Scia); infine di 180 giorni se ad essere coinvolti sono immobili soggetti a vincolo paesaggistico.
Novità introdotte dal Decreto Salva-casa
Verande ed edilizia libera: le vetrate panoramiche amovibili (Vepa) possono essere costruite senza autorizzazione comunale o comunicazione di inizio attività, anche per i porticati interni all’edificio. Libere anche le opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici se costituite da tende, purché non creino spazi stabilmente chiusi.
Pareti e tolleranze costruttive: nuovi limiti di tolleranza per interventi realizzati entro il 24 maggio. Il limite resta al 2% per superfici superiori a 500 metri quadri, ma sale al 3% per superfici tra 300 e 500 metri quadri, al 4% tra 100 e 300 metri quadri e al 5% sotto i 100 metri quadri.
Muri interni e tolleranze esecutive: inclusione di irregolarità geometriche, modifiche minori alle finiture, diversa collocazione di impianti e opere interne. Applicabile per interventi realizzati entro il 24 maggio.
Accertamento di conformità: la doppia conformità sarà richiesta solo nei casi più gravi, semplificando la normativa rispetto alla necessità precedente di conformità sia al momento della realizzazione che della presentazione dell’istanza.
Stato legittimo dell’immobile: riduzione degli oneri amministrativi; basterà presentare il titolo che ha disciplinato l’ultimo intervento edilizio, anche in sanatoria, per dimostrare lo stato legittimo dell’immobile.
Cambio di destinazione d’uso: ammesso sempre all’interno della stessa categoria funzionale. Tra diverse categorie sarà ammesso tra residenziale, turistico-ricettiva, produttiva e direzionale, commerciale, e nelle zone centro storico, residenziali consolidate, residenziali in espansione. Escluse le unità immobiliari al primo piano fuori terra.
Le modifiche in arrivo
Matteo Salvini ha indicato l’intenzione di modificare i requisiti di abitabilità, dall’altezza dei soffitti alla superficie minima. In Parlamento è attesa anche una norma per risolvere il caso dei grattacieli di Milano, bloccati dalla magistratura per presunto abuso edilizio. Sul tema c’è già la convergenza di Azione.