Decreto Sostegni: 800 euro ai genitori separati e niente prima rata Imu per le aziende in crisi Decreto Sostegni: 800 euro ai genitori separati e niente prima rata Imu per le aziende in crisi

Decreto Sostegni: 800 euro ai genitori separati e niente prima rata Imu per le aziende in crisi

Decreto Sostegni: nella riformulazione ci sono aiuti per i genitori separati e per le aziende in crisi. Nel dettaglio, si tratta di un sostegno di 800 euro ai genitori separati e niente prima rata Imu per le imprese in crisi.

Sono alcune delle novità nel testo del decreto, in attesa che arrivi il Sostegni Bis. Ci sono anche altre idee: più tempo per utilizzare i voucher per viaggi e concerti saltati causa Covid. Azzeramento del canone Rai per alberghi, bar e ristoranti. Bar e ristoranti potranno anche mettere i tavolini all’aperto senza pagare la tassa sull’occupazione del suolo pubblico fino alla fine dell’anno.

Il decreto Sostegni è in arrivo dopo che le commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno chiuso il voto di un centinaio di emendamenti. Tra cui arrivano anche fondi per le tv locali, per i bus turistici, per le città d’arte e 40 milioni per i maestri di sci. Oltre alla proroga delle concessioni per gli ambulanti.

Decreto Sostegni, aiuti alle aziende in crisi: prima rata Imu e Canone Rai

Le risorse sono andate in gran parte alle imprese per una prima estensione dei contributi sui costi fissi. Dall’Imu appunto al canone Rai. In attesa che il prossimo decreto chiuda il cerchio con nuovi fondi per ridurre la Tari, credito di imposta sugli affitti.

Decreto Sostegni case: canoni non riscossi e sfratti

Intanto arriva un parziale sollievo per i proprietari. Che non dovranno pagare le tasse sui canoni non riscossi anche per i contratti in essere già prima del 2020. Sul fronte della casa c’è anche un nuovo intervento sugli sfratti che da un lato proroga il blocco per le procedure esecutive attivate da febbraio 2020, dopo l’inizio della pandemia, e dall’altro, di fatto, conferma lo sblocco a partire dal primo luglio per gli sfratti pre-Covid.

Una scelta per “evitare ingorghi” e uscire in modo graduale dalla misura senza pesare troppo su “un tessuto già gravemente inciso” dalla crisi, è la motivazione del governo. Che, però, non convince Confedilizia. Perché “il provvedimento di rilascio giunge al termine di un procedimento che dura diversi mesi” e quindi la misura non protegge solo i morosi causa Covid ma anche altri che lo erano da ben prima e situazioni che nulla hanno a che vedere con il virus.

Ora l’associazione dei proprietari, dopo “14 mesi di diritti sospesi”, guarda ora all’esito del ricorso alla Corte Costituzionale.

Sostegni alle imprese: esodati dei ristori, credito d’imposta

Per le imprese gli interventi spaziano dagli aiuti – un contributo minimo di 1.000 euro – per i cosiddetti ‘esodati’ dei ristori, in pratica le start up rimaste fuori dai paletti delle nuove attivitò, alla possibilità di cedere il credito d’imposta per gli investimenti all’interno del piano Transizione 4.0.

Ma ci sono anche l’annunciato rinvio dell’acconto Irap a settembre per chi aveva usufruito dell’esonero del decreto Rilancio per errore. Fino a una sorta di ‘indennità Covid’ per i professionisti, con la sospensione delle scadenze in caso di contagio.

Sostegni alle famiglie: voucher viaggi e concerti saltati, palestre, genitori separati e divorziati 

Molte modifiche però interesseranno anche le famiglie. A partire dalla proroga di sei mesi – da 18 mesi a due anni – della durata dei voucher viaggi emessi per voli, biglietti dei treni, soggiorni in strutture ricettive, pacchetti turistici. Ma anche per gite scolastiche e viaggi di istruzione – compreso il quarto anno all’estero per gli studenti delle scuole superiori.

Durano invece tre anni quelli per gli spettacoli (nel caso dei concerti solo se la data è fissata entro il 2023). E arriva la possibilità di avere rimborsi anche dalle palestre, o in alternativa voucher da usare fino a 6 mesi dopo la fine dello stato di emergenza.

Ma si guarda, per la prima volta, anche ai genitori separati o divorziati in difficoltà economiche causa Covid, con un fondo da 10 milioni per garantire l’assegno di mantenimento, fino a massimo 800 euro al mese

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