Deliveroo, i rider sono lavoratori dipendenti? La sentenza in Gran Bretagna

Deliveroo, i suoi rider sono lavoratori dipendenti: la sentenza in Gran Bretagna
Deliveroo, i rider sono lavoratori dipendenti: la sentenza in Gran Bretagna (foto d’archivio Ansa)

LONDRA – Deliveroo, la piattaforma per le consegne a domicilio [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play], è stata sconfitta nella prima fase della battaglia davanti alla Corte Suprema britannica, riguardante lo status dei “rider”, se lavoratori autonomi o dipendenti.

L’Independent Workers Union of Great Britain, ha in parte ribaltato una sentenza che confermerebbe lo status di “lavoratori autonomi” di chi lavora per Deliveroo e una udienza di appello avrà luogo entro la fine dell’anno, anche se la data non è stata ancora fissata.

La decisione è un altro duro colpo per la gig economy britannica che impiegano 5 milioni di persone, scrive il Daily Mail. La sconfitta di Deliveroo segue di due giorni quella di Pimlico Plumbers che si era rivolta alla Corte Suprema per impedire che un ingegnere del gas autonomo avesse lo stesso trattamento di un dipendente, incluso il pagamento delle ferie e l’indennità di malattia.

La controversia legale si incentra sul fatto che i lavoratori autonomi debbano essere trattati come personale dipendente quando viene richiesto loro di impegnarsi per un numero minimo di ore e utilizzare attrezzature aziendali come automobili, furgoni o biciclette.

In precedenza, Deliveroo aveva riportato una vittoria in seguito alla sentenza del Central Arbitration Committee (CAC), che esamina i casi di riconoscimento dei sindacati e di contrattazione collettiva. Il CAC, infatti, aveva respinto la richiesta dell’Independent Workers Union of Great Britain (IWGB) di rappresentare i riders in alcune aree del nord di Londra.

Il giudice Simler, ieri ha invece dato al sindacato il permesso di tentare di ottenere una revisione della sentenza pronunciata dal CAC nel novembre dello scorso anno.

La commissione del CAC aveva concluso che, poiché i riders sono in grado di trasferire un lavoro a un sostituto o di abbandonare un lavoro, non sono obbligati a fornire un “servizio personale” e pertanto non possono essere classificati come “dipendenti”.

Il sindacato ha affermato che, in quanto lavoratori autonomi, ai riders vengono “negati i diritti fondamentali del lavoro”, tra cui un salario minimo garantito, il pagamento delle ferie e i diritti alla contrattazione collettiva. Il crowdfunding per i costi legali finora ha raggiunto 23.000 sterline.

Dopo la sentenza del CAC, Deliveroo aveva chiesto un cambiamento nel diritto di lavoro così da poter offrire dei benefit, come l’indennità di malattia ai riders, pur mantenendo la flessibilità. Attualmente i lavoratori Deliveroo, e di altre piattaforme simili, hanno formule assicurative e previdenziali su misura.

Il giudice Simler ha respinto alcune argomentazioni del sindacato, ma ha sostenuto che il CAC avrebbe dovuto considerare il diritto dei riders di Deliveroo alla contrattazione collettiva, come sancito dall’art. 11 della Convenzione europea sui diritti umani.

A novembre, un tribunale del lavoro si è pronunciato a sfavore di Uber sullo status dei dipendenti: due autisti sostenevano di essere “dipendenti” e avere diritto al salario minimo, indennità di malattia e ferie retribuite. Uber ha annunciato che si appellerà, sostenendo che per decenni quasi tutti i tassisti e gli autisti privati ​​sono stati considerati lavoratori autonomi.

Il segretario generale dell’IWGB, Jason Moyer-Lee, ha dichiarato: “Tra tutti i recenti casi di diritti dei lavoratori della gig economy, Deliveroo è l’unica società che ha impiegato con successo sotterfugi legali per negare ai lavoratori i loro diritti. Ma un modello di business basato su avvocati troppo zelanti e scappatoie legali non è sostenibile”. “L’IWGB continuerà a impegnarsi fino a quando non riuscirà a garantire i diritti di base ai riders di Deliveroo.”

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