Lavoro, statali privilegiati dal governo: ecco perché

Elsa Fornero (foto Lapresse)

ROMA – I dipendenti pubblici saranno privilegiati dalla riforma del lavoro studiata dal governo Monti: Alberto Alesina e Andrea Ichino sul Corriere della Sera spiegano perché.

1 – E’ difficile licenziarli. I manager pubblici sono poco incentivati a licenziare dipendenti poco produttivo perché ha paura di dover pagare di tasca proprio l’eventuale indennizzo: infatti, spiegano Alesina e Ichino, attualmente se il giudice decide l’illegittimità del licenziamento, il risarcimento deve essere pagato dal dirigente che ha deciso di licenziarlo. Questo strumento, secondo Alesina e Ichino, priva i dirigenti di un incentivo perché i dirigenti possano rendere più efficiente l’amministrazione che dirigono.

2 – La valutazione dell’efficienza dell’ente non può essere fatta dai dipendenti dell’ente stesso.  Scrivono Alesina e Ichino: la valutazione delle strutture non deve essere cogestita dalla dirigenza con il sindacato, come l’accordo prevede. Incredibile: i valutandi che valutano se stessi! Grazie a internet, oggi la vera valutazione passa attraverso la trasparenza totale ( full disclosure ) di ogni indicatore del funzionamento degli uffici, inclusa la performance dei singoli dipendenti che (fatto noto a pochi) non è soggetta a tutela della riservatezza, (art. 19, Codice Privacy; art. 4, h, L. 15/2009).

3 – Eccedenza del personale: due pesi e due misure. Secondo Alesina e Ichino l’accordo sul lavoro prevede trattamenti diversi per dipendenti pubblici e privati. Infatti, scrivono i due, basterebbe invece applicare l’articolo 33 del testo unico: il personale eccedentario deve essere collocato in mobilità (con l’80% dell’ultima retribuzione) e deve accettare obbligatoriamente il trasferimento alle amministrazioni che possono utilizzarlo (anche in altro dicastero). E se entro due anni il trasferimento non avviene, il rapporto cessa e si attiva, come nel privato, il sussidio per i disoccupati. Invece, denunciano Alesina e Ichino, su questo argomento l’accordo sul lavoro tace.

4- Premio di produttività abolito. Scrivono Alesina e Ichino che i premi per i dipendenti che lavorano meglio saranno cancellati. Si tratta dei parametri stabiliti dall’ex ministro Renato Brunetta: premi diversi per il 25% migliore, per il successivo 50%, e infine nessun premio per il 25% peggiore.

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