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Frena la disoccupazione, secondo le imprese 50mila posti in più nel 2010

di admin |6 Maggio 2010 11:42

Frena nel 2010 l’emorragia di posti di lavoro: sono 830.000 le assunzioni previste per quest’anno dalle imprese italiane, 50.000 in più di quelle messe in conto nel 2009. Lo evidenzia il Rapporto Unioncamere 2010. Il saldo tra entrate e uscite tuttavia è negativo: -1,5% il calo atteso per l’occupazione nei 12 mesi, migliore del 2009 (-2%).

Il decreto incentivi risolleva le sorti delle imprese maggiori del commercio. E’ quanto afferma il Rapporto Unioncamere 2010 presentato oggi. In conseguenza della flessione dei consumi che ha caratterizzato il 2009, anche per le imprese commerciali questo è stato un anno particolarmente difficile. Negli ultimi tre trimestri il trend sembra però in leggera risalita, con flessioni delle vendite che dal -4,8% tendenziale del periodo giugno-settembre 2009 sono passate al -3,8% di fine anno, e al -2,5% del primo trimestre 2010.

Nel primo trimestre 2010 sembra fare un balzo in avanti il commercio al dettaglio di prodotti alimentari, in flessione, rispetto allo stesso trimestre del 2009, inferiore ai 2 punti percentuali (rispetto a valori sempre superiori ai 3 punti e mezzo segnati nel corso dell’anno). Le famiglie italiane continuano invece a ridimensionare la spesa dei beni non alimentari che registrano la maggiore riduzione tendenziale delle vendite, pari a -3,3%, scontando ancora la fragilità della domanda interna e qualche ritardo nell’avvio della ripresa.

Continua, infine, ad essere migliore della media la dinamica, pur sempre negativa, di Ipermercati, supermercati e grandi magazzini che chiudono il trimestre con una leggera flessione (-0,6%), probabilmente anche grazie a politiche commerciali incisive messe in campo dalla Grande distribuzione organizzata.

Passa dall’adozione diffusa di soluzioni informatiche e dall’attenzione all’ambiente, il recupero del potere competitivo delle Piccole e medie imprese. Lo afferma il Rapporto Unioncamere 2010. Nel 2009, la quota di medie imprese industriali che ha effettuato investimenti in software e servizi informatici è stata pari al 25% del totale e sono collocate soprattutto nel Nord-Est. Emerge da un approfondimento di indagine di Unioncamere in collaborazione con Assinform sull’utilizzo di soluzioni informatiche nelle Pmi manifatturiere (tra i 20 e i 499 dipendenti).

Questa tipologia di investimenti si colloca al secondo posto tra quelli effettuati, dopo gli investimenti in macchinari e apparecchiature elettroniche (56%) ma precedendo in modo significativo tutte le altre destinazioni di investimenti. La stessa graduatoria si conferma anche nelle previsioni delle imprese relative al 2010, anche se la quota di medie imprese che intende investire in It scende al 17%. Nelle piccole imprese (20-49 dipendenti) invece, la percentuale di investimenti informatici effettuati nel 2009 scende all’11%, e anche in questo caso cala nel 2010, con una previsione del 7%.

Riguardo all’ambiente, la green economy ‘made in Italy’ segue due vie principali: lo sviluppo di alcuni settori innovativi (energie alternative in primis) e la riconversione in chiave ecosostenibile di comparti tradizionali legati al manifatturiero. I dati dimostrano come la strada sia già intrapresa: il 30% delle Pmi è particolarmente attento a effettuare investimenti in prodotti o tecnologie volte a conseguire risparmi energetici e/o minimizzare l’impatto ambientale. L’interesse sale al 37% per le imprese industriali di media dimensione e per le aziende specializzate nelle produzioni agroalimentari. A livello territoriale, il sud risulta essere l’area geografica in cui appare più consistente la fascia di imprese che investiranno in prodotti e tecnologie a minor impatto ambientale (38%).

Sul fronte occupazione, Unioncamere evidenzia come per piccole e piccolissime imprese – comprese quelle artigiane – sia stata più intensa la contrazione di posti di lavoro (-2,4%), soprattutto tra le unità manifatturiere (-4%). Pur nelle difficoltà, le imprese continuano a puntare a una maggiore efficienza, possibile elevando la qualità delle assunzioni. Nel 2010, infatti, la contrazione occupazionale prevista per operai e personale non qualificato sembra superare il 2% (-2,1%), mentre quella relativa alle professioni medium e high skills scenderebbe sotto all’1% (-0,9% per i dirigenti e -0,6% per impiegati e tecnici).

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