Disoccupazione in Italia: il dato reale è l’11%. Lo dice Draghi e Tremonti ammette

La disoccupazione in Italia è all’11% e non all’8%, come era stato precedentemente detto dal governo. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi e Tremonti ha ammesso di “condividere” i dati di Bankitalia. Il ministro dell’Economia ha affermato che in questo modo “sono stati rimossi alcuni equivoci”. Il governatore Draghi è tornato quindi sul vero livello degli occupati: ”Si calcola per l’Italia un tasso di sottoutilizzo superiore all’11% delle persone potenzialmente occupabili come in Francia , più che nel Regno Unito e in Germania”.

Poi Draghi sciorina i numeri: ”Tra il secondo trimestre del 2008 e il quarto del 2009 il numero di occupati si è ridotto in Italia di 560.000 persone”. Secondo il numero uno di Bankitalia le persone che hanno perso il proprio posto di lavoro sono ”in gran parte appartenenti a quell’area che include i contratti di lavoro a tempo determinato e parziale e il lavoro autonomo con caratteristiche di lavoro dipendente occulto”. Tuttavia, secondo Draghi, ”nel primo semestre dell’anno in corso si è registrata una debole ripresa, con 40.000 occupati in più”.

Poi Draghi ha parlato del Pil del Paese, sottolineando che ”le prospettive per la crescita, quest’anno e il prossimo, non si discostano di molto dall’1%. Nel primo semestre essa ha tratto beneficio dall’aumento delle esportazioni che stanno rallentando”.

Secondo Draghi allo sviluppo economico ”serve il contributo della domanda interna”. La crisi, ha aggiunto Draghi, ”ha investito con forza la nostra economia, riportandone indietro il prodotto annuo, nel 2009, sui volumi di 9 anni fa”.

Quindi Draghi è passato alla questione banche: ”Certi rapporti fra gruppi economici locali, banche pubbliche e politica si sono dimostrati alla lunga esiziali per le banche, deleteri per il costume civile; la crescita del territorio ne è stata in più casi frenata, anziché favorita”. Draghi ha sottolineato che ”da queste logiche siamo usciti, con grande e consapevole sforzo, vent’anni fa; altri paesi guardano ora all’esperienza italiana, nessuno vuole tornare indietro”.

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