Economia

Donne d’impresa, Maria Assunta Elena Pintus: la cura e il benessere degli anziani come missione imprenditoriale

Donne d’impresa, Maria Assunta Elena Pintus: la cura e il benessere degli anziani come missione imprenditoriale.

Da più di vent’anni, Maria Assunta Pintus, porta avanti una missione tanto importante quanto delicata: l’organizzazione di residenze e centri diurni per anziani creando impianti organizzativi dedicati al settore socio sanitario.

È lei che ha fondato il Gruppo Map, in Sardegna. Una “carriera” – la sua – tutta dedicata alla cura “dell’altro”, privilegiando però i problemi degli anziani. Tutti lo sanno ma nessuno, (o quasi), ama parlarne, ma prima o poi, ci troveremo tutti ad affrontare quel periodo della vita, così difficile e delicato che è la vecchiaia.

Maria Assunta Pintus è stata davvero lungimirante ed attenta a questo problema fin dalla sua formazione universitaria, con la laurea in Scienze politiche presso l’Università di Macerata e i Master presso l’Università Gregoriana di Roma, con tanto di diploma di Etica e Management per la direzione di Strutture Sanitarie e Residenze Sanitarie Assistenziali. Giornali alla mano, quasi quotidianamente rimaniamo tutti davvero così sconcertati ed inermi con l’ansia di pensare a quei poveretti, anziani ospiti di certe strutture-lager, di cui spesso le cronache italiane sono piene.

Si tratta di tanti, troppi poveri anziani, vessati da personale forse improvvisato e poco attento ai reali bisogni di queste persone, spesso molto fragili. Ma purtroppo è così e non sempre, poi, lo si viene a sapere! Maria Assunta Pintus lo sa – invece – quanto sia importante mettere competenza e amore in questo delicato lavoro che diventa, in effetti, una vera missione di vita. Considerare “l’altro” come domani vorremmo essere considerati anche noi. Il “prendersi cura”, non è davvero un lavoro facile.

Ci vuole competenza e professionalità mai disgiunte dall’ amore e il rispetto verso le persone bisognose di cure e assistenza, tutte cose che non sempre fanno parte del curriculum vitae dell’operatore a cui si viene affidati. Signoropoli, però, (marchio gestito dal Gruppo Map), ci insegna che questo è possibile. “L’utopia di una città su misura dell’anziano, con uno staff alleato dei suoi ospiti” è davvero prevista in queste strutture organizzate dal Gruppo MAP.

A Signoropoli- ci dice Maria Assunta Pintus, “l’ospite può contare sui nostri Operatori Socio Sanitari sette giorni su sette, ventiquattro ore su ventiquattro. Per un aiuto nei movimenti o la cura dell’igiene personale e dell’abbigliamento, arrivando fino al momento dei pasti.

” Oltre agli OSS la squadra si compone di altre figure qualificate con titolo di laurea in varie discipline: scienze dell’educazione, della riabilitazione, infermieristiche, pedagogiche, psicologi, medici specialisti in geriatria ma soprattutto uomini e donne attenti, alleati degli ospiti e delle loro famiglie. Con l’aiuto di Maria Assunta Pintus sembrerebbe risolta una problematica davvero importante e di questi nostri tempi. Per saperne di più, abbiamo intervistato questa “signora dei servizi sociali per gli anziani”, che così risponde alle nostre domande. 

Com’è nata questa sua idea e “perché” di dedicarsi agli anziani e ai loro bisogni?

Il mio percorso professionale ha riguardato per molti anni la direzione di complesse strutture di riabilitazione per pazienti di tutte le età affetti da varie patologie ortopediche, neurologiche e psichiatriche. L’assistenza agli anziani sino a qualche anno fa, veniva svolta nei cosiddetti “OSPIZI” luoghi di “assistenza e beneficenza e carità” a cura di personale religioso o di volontariato. 

Dopo c’è stata la fase delle “Case di riposo” ma all’interno di questa tipologia di strutture spesso venivano inserite persone adulte e anziane portatrici di diverse forme di disabilità, anche psichica.

In seguito la consapevolezza sul tema degli anziani è cresciuta e gli standard dei luoghi di cura e assistenza sono stati sempre meglio definiti sino ad arrivare alle Residenze Sanitarie Assistenziali, (RSA) che rappresentano ancora oggi la formula più moderna di cura extraospedaliera dedicata alle persone fragili affette da patologie croniche che  non necessitano più di cure ospedaliere ma che non sono in grado di rientrare  presso il proprio domicilio.

Il settore, a mio avviso, necessitava di essere meglio inquadrato attraverso una presa in carico globale che non riguardasse solo la patologia ma la persona nella sua globalità, il suo vissuto, la sua famiglia. Dopo aver attivato la prima RSA in Sardegna, ho scelto di dedicarmi a sviluppare un altro punto della rete dei servizi per continuare ad assicurare cure ed assistenza con minor carico sanitario e con elevato carico assistenziale insieme ad uno standard alberghiero medio alto. Il modello organizzativo si basa sulla valutazione multidimensionale dei bisogni della persona anziana e sulla adeguata risposta a questi bisogni attraverso un Piano di Assistenza Personalizzato. E proprio nella Città di Cagliari è nato il primo Centro del gruppo MAP interamente dedicato alla persona anziana autosufficiente o non più tale.

Altro aspetto fondamentale riguarda il benessere organizzativo delle risorse umane. Sono convinta che il miglior servizio alla persona si possa offrire soltanto attraverso operatori appagati, qualificati e supportati. Per questo occorre prestare massima attenzione alla formazione continua e al costante supporto del personale costretto tutti i giorni a misurarsi col “limite” rappresentato dalla cronicità. Nei nostri Centri, purtroppo, non si viene né a guarire né a ringiovanire. Magari, così fosse! Presso le nostre strutture molto spesso si deve affrontare anche la fase terminale della vita. Quindi noi non possiamo fare altro che assicurare –ovviamente – le migliori cure possibili dedicandoci continuamente al miglioramento della qualità della vita delle persone che a noi si rivolgono, prestando continua attenzione ad adeguare l’organizzazione ai reali bisogni delle persone, proprio come si fa con un abito sartoriale.

Camere con bagni, sale comuni, verande, giardini, palestre e ambulatori: ma quanto costa oggi al mese poter avere un “soggiorno” e tutte le cure previste in una di queste “residenze di accoglienza per anziani” che una volta chiamavamo case di riposo? 

Gli standard di legge in effetti sono sempre più elevati e i requisiti strutturali e del personale non consentono manovre di risparmio. Certo come in tutte le aziende, una buona guida manageriale aiuta a produrre servizi di qualità, riducendo al massimo gli sprechi. Il rapporto personale/ospite è di 1 a 2 e per questo la tariffa per una giornata di degenza in questa tipologia di strutture non può essere inferiore a 80 euro. C’è da dire che rispetto al passato oggi tutti i cittadini vengono messi nelle condizioni economiche di accedere ai servizi grazie a contributi integrativi messi in campo dalle politiche sociali. 

Quali sono i requisiti per accedere a queste strutture dedicate agli anziani? C’è un termine di età? E se si trattasse di un malato terminale? 

Nei nostri Centri gli inserimenti sono volontari. Tuttavia abbiamo scelto, pur non essendo obbligati, di far “misurare” l’accesso dalla UVT della ASL che definisce il profilo dell’Utente attraverso il sistema VMD. Questa modalità consente di evitare inserimenti inappropriati in particolare sotto il profilo sanitario.

L’Intelligenza Artificiale può rappresentare un’innovazione per migliorare l’organizzazione degli anziani in questi luoghi di accoglienza?

Sono convinta che non possiamo certo tenerla fuori dalle realtà aziendali come la nostra e, anche per questo, occorrerà imparare a governarla e farcela tornare utile.  

Chi controlla la buona assistenza e le cure che vengono date a chi soggiorna in queste residenze per anziani?  

Fondamentale il controllo organizzativo interno che attraverso la costante verifica dei vari processi, procedure e protocolli consente di ottenere consapevolezza del servizio offerto calcolando i rischi che tale servizio comporta. Oltre al controllo interno i Centri sono tenuti a rendicontare il proprio operato verso l’esterno ed in particolare ai diretti interessati fruitori del servizio, alle famiglie,   ai Comuni, alle ASL,  alla Regione e ai vari Enti preposti che hanno il compito di verificare  che i requisiti dichiarati in fase di autorizzazione al funzionamento,  si mantengano nel tempo.                                                                                                                       

Lei ha già pensato a dove potrà vivere per gli ultimi anni della sua vita?

Quando la salute lo consente, tutti noi vorremmo vivere in un luogo che somigli il più possibile alla casa. Per questo sto coltivando l’idea di attivare un gruppo di appartamenti protetti collegati funzionalmente ai Centri Residenziali in cui poter vivere con una sensazione di maggior libertà rispetto alla Residenza dalla quale “arrivano direttamente a casa” tutte le prestazioni e i servizi di cui si necessita. 

Prima di diventare Cliente di Signoropoli sto cercando di prestare la giusta attenzione al passaggio del testimone nelle mani di mio figlio Edoardo che a soli 32 anni dopo aver conseguito una laurea in Economia nel Regno Unito ha scelto di far rientro e di rivestire meritatamente il ruolo di Direttore Generale del gruppo MAP.

È stato lui a ideare “Signoropoli” scegliendo di partire da una nuova denominazione un po’ più giovane e leggera… Non sono preoccupata della sua capacità di conduzione dell’azienda basata su una ormai consolidata organizzazione diretta a professionisti esperti e qualificati.

Spero di riuscire a salvaguardare e trasferire per quanto possibile a Edoardo la mia “ricetta” basata su pochi ingredienti che ritengo tuttavia indispensabili in questo delicato compito che riguarda la cura della Persona. Riguarda quindi tutti noi.  Costruire luoghi di cura e di benessere in cui la qualità della vita degli Ospiti, delle famiglie e degli Operatori coinvolti è l’unico obiettivo a cui mirare. 

Published by
Orietta Malvisi Moretti