Donne d’Impresa: Albiera Antinori, Presidente di Marchesi Antinori, il vino alla sfida dell’intelligenza artificiale
“Tutti per uno e uno per tutti” il detto famosissimo che non vale, però, solo per i tre moschettieri. Si parla, infatti, di Albiera, Allegra e Alessia Antinori, tre sorelle e tre “A” maiuscole a tutti gli effetti e che rappresentano una bella sinergia vincente per la Marchesi Antinori SpA, di cui Albiera è presidente. Tradizione, Passione ed Intuizione gli elementi che costituiscono il segreto del loro successo, ben noto a tutti in Italia e nel mondo.
I Marchesi Antinori si sono affermati – ormai da tempo – come uno dei principali produttori italiani di vini di grande qualità in uno dei mercati che rappresenta al meglio il made in Italy e che ci fa onore da sempre.
Sono seicento gli anni di esperienza… – non certo pochi – quelli su cui può contare questa grande e prestigiosa famigliadi viticoltori, che dal 1385 si occupa con successo di vino, e di quello buono!
Tre donne così diverse ma anche così unite in azienda “su 1100 dipendenti, di cui la metà operai stagionali – dice Albiera – il 30% sono donne. Gran parte del fatturato della Marchesi Antinori SpA, proviene dall’estero perché si distribuisce in 140 Paesi nel mondo, e dove Stati Uniti e Cile la fanno da padroni”.
Albiera è stata la prima donna a guidare il Gruppo dopo 25 generazioni a comando maschile. Suo padre Piero, avendo avuto tre femmine non aveva altra scelta …
Se Albiera è la Presidente, Alessia Antinori è l’Art Project, mentre Allegra si occupa dei ristoranti, fra cui anche la famosa “Cantinetta” Antinori a Firenze.
Pensare che sono passati più di 600 anni e la proprietà è rimasta sempre nelle mani Antinori, significa anche avere avuto uno straordinario e invidiabile “passaggio generazionale”, che fa onore a tutta la famiglia.
Sono tantissime le tenute in Italia e molte anche nel mondo e dal 2012 la nuova cantina Antinori è motivo di orgoglio in Italia, una vera opera d’arte contemporanea, (realizzata dall’Archistar Marco Casamonti), raro e unico esempio per tutti i visitatori che arrivano da ogni parte del mondo per vederla ed immergersi in una vera esperienza di vita e di lavoro.
Nel 1986 Albiera ha iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia, e anche se dice di non avere nessuna laurea, (ha frequentato il liceo classico), in realtà, le sue esperienze di marketing, e della parte immobiliare, (specialmente nella costruzione di 10 nuove cantine fra il 2006 e il 2011), valgono ben più di qualsiasi altro titolo accademico!
Inoltre è sempre Albiera che ha affrontato con orgoglio e grande apertura mentale la rivoluzione del web che ha “scombussolato” tutto il mondo del vino e del suo rispettivo commercio.
Risparmio idrico e sostenibilità, sono da sempre la mission dell’azienda che mantiene comunque sempre molto elevato lo standard della qualità della produzione. Il successo di Albiera supportata dalle sue famose sorelle è una bella dimostrazione del fatto che questo brand èguidato da donne preparate e lungimiranti che sanno benissimo cosa vogliono e come ottenerlo.
Innovare e sperimentare pur nel solco di una tradizione di più di 600 anni sono il mantra di famiglia: ormai l’intelligenza artificiale è di fatto la sfida più importante per un futuro vincente. Quali, oggi, le vostre esperienze in merito?
L’intelligenza artificiale rappresenta una sfida affascinante, che può portare enormi vantaggi, ma va gestita con attenzione in un settore come il nostro, dove la tradizione e la qualità sono fondamentali.
In azienda, stiamo esplorando diverse applicazioni: dalla gestione della viticoltura, per ottimizzare la cura dei vigneti, alla produzione, alla logistica, fino all’efficienza energetica e alla sostenibilità.
Siamo sempre alla ricerca di strumenti che ci aiutino a gestire meglio le risorse, soprattutto l’acqua, e a garantire che ogni bottiglia mantenga gli alti standard di qualità per cui siamo conosciuti. Detto questo, per noi il tocco umano resta imprescindibile.
Nessun astemio in famiglia? Nel biberon, solo vino al posto del latte? E quali sono le altre virtù delle tre sorelle Antinori?
Non c’era vino nel biberon, ma il vino è sempre stato parte della nostra vita e della nostra cultura. Alessia e Allegra ed io abbiamo fatto percorsi diversi, ma siamo profondamente unite nella gestione dell’azienda.
Personalmente, il mio percorso è passato attraverso il marketing, la comunicazione e la costruzione delle nuove cantine, esperienze che mi hanno arricchita e preparata per il mio ruolo attuale.
Alessia si occupa degli Stati Uniti e di un bellissimo progetto sull’olio extra vergine di oliva, oltre che di Antinori Art Project. Allegra, invece, gestisce i nostri ristoranti e tutta la parte legata all’ospitalità. Insieme, creiamo un equilibrioche ci permette di affrontare le sfide con visione e determinazione.
Nata in Svizzera ma più che mai di sangue toscano, forse un mix non casuale: quale il suo “miglior difetto” e la “peggiore qualità?”
Penso che la mia miglior qualità, che può anche essere il mio peggior difetto, sia la caparbietà. Sono una persona che non molla facilmente, cerco sempre di spingermi oltre e di raggiungere gli obiettivi che mi pongo.
Tuttavia, questa determinazione a volte può farmi sembrare un po’ troppo esigente, soprattutto con me stessa, ma credo che sia anche questo che ci ha permesso di raggiungere grandi traguardi come azienda.
Quale il futuro prevedibile da lei per la Marchesi Antinori SpA e quale un suo sogno segreto, ancora nel cassetto?
Il futuro della Marchesi Antinori sarà sempre guidato dalla ricerca della miglior qualità dei nostri vini e dalla gestione ottimale delle terre che ci sono affidate.
L’obiettivo non è quello di crescere in termini di numero di bottiglie, ma in valore, puntando a mercati che riconoscono l’eccellenza e la storia che portiamo con noi. Il sogno?
Continuare a innovare senza mai perdere di vista la nostra identità e il legame profondo con il territorio, perché credo che il vero futuro del nostro settore stia nell’equilibrio tra tradizione e innovazione.