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Donne d’Impresa: Antonella Valcarenghi della Fattoria Palagiaccio: la “qualità” non è un lusso

Donne d’Impresa: Antonella Valcarenghi della Fattoria Palagiaccio: la “qualità” dei prodotti e del lavoro non è un lusso ma, al contrario, un obiettivo da  perseguire sempre per un vero e sano stile di vita.

E’ in fase di stampa il libro che racconta i primi mille anni di storia della fattoria del Palagiaccio – ci racconta Antonella Valcarenghi – fiera della sua “Fattoria a cm.  zero” così come ama chiamarla, ferma nella sua filosofia di vita e di lavoro con la missione di “custodire” questa realtà unica. 

La storica fattoria del Palagiaccio ha un’importante attività di produzione agroalimentare ed è anche una scuola di vita. Antonella fa parte di questo progetto fin dall’inizio di quest’avventura: è anche socia fondatrice, con carica amministrativa e relazioni esterne per la società PALAGIACCIO srl con attività di produzione e commercializzazione ingrosso cosmetici  bio-naturali della normal-trade specializzata e nel segmento della para farmacia G.D. e G.D.O per marchi “Tuscany Farm”, “Biancolatte”, Gocce di Latte e OR Blanc. 

La mission della Fattoria Palagiaccio è partecipare attivamente e significativamente per realizzare percorsi didattici mirati ad avvicinare le nuove generazioni ad una corretta educazione alimentare. Parola d’ordine è sempre la “qualità” dei prodotti e il loro corretto trattamento.

All’interno della fattoria c’è persino un piccolo ma significativo museo dove sono state raccolte macchine agricole e strumenti di lavoro che ricordano e qualificano certe antiche tradizioni contadine nel rispetto, comunque e sempre del territorio dove si lavora. “L’ambiente è la nostra prima vera fonte di ricchezza ed è nostro dovere cercare di conservarlo integro anche e specialmente per le future generazioni che verranno dopo di noi.”

L’allevamento del bestiame e produzione del latte, la coltivazione di cereali e foraggi destinati all’alimentazione degli animali e centinaia di bovini che allevati in fattoria rappresentano materie prime pregiate per la ben nota attività di questa storica impresa. Guai ad usare prodotti geneticamente modificati perché la mission del Palagiaccio è quella di operare sempre nel rispetto di un’agricoltura ecocompatibile. I bovini vengono allevati liberi, nel rispetto della loro stessa natura e sono tutti concepiti, nati e allevati in fattoria. Esiste anche la Palagiaccio  U.S.A. LLC.

Questa società, che ha sede in Nord Carolina è nata per favorire la distribuzione dei i prodotti del caseificio anche negli States. Interessante e curioso sapere anche che, nonostante i tempi di guerra, sono ancora molti i russi che, anche oggi continuano a visitare la fattoria per degustare i veri prodotti che questa azienda  continua a produrre fin dal XI secolo. Sono le specialità del Palagiaccio, le famose “Bontà del Mugello”.  A proposito di diete, “mangiare poco ma buono” questa è la nostra  regola per un sano vivere. 

Quale il futuro della storica fattoria Palagiaccio S.S.A.?  

La Fattoria, che dal 2011 produce alcuni milioni di Kw/h di energie rinnovabili, ha un’impronta ecologica virtuosa con una potenzialità di assorbimento di CO2 tale da mitigare anche le emissioni prodotte dalle aree urbane ad essa limitrofe. 

Oggi la Fattoria Palagiaccio è pronta ad affrontare le nuove sfide dello sviluppo eco- sostenibile con progetti già inseriti nei bandi del PNRR nazionale, cogliendo questa opportunità tesa al potenziamento dell’attività  “green” che caratterizza l’economia circolare aziendale al fine di migliorare la sovranità energetica e la sovranità alimentare del nostro Paese.

Momenti di crisi a proposito del costo del latte e di tante altre materie prime: pandemie e guerra hanno dato problemi alla vostra attività?

Le quattro crisi: Covid 19, l’aumento dei prezzi delle materie prime e delle Commodities alimentari ed energetiche, la guerra in Ucraina e per finire la siccità hanno messo a dura prova l’intero settore agro-alimentare. 

Tutto ciò sta modificando il modo di “pensare” e “fare” agricoltura, l’andamento climatico negli ultimi anni ha reso sempre più critiche le coltivazioni tradizionali mettendone in dubbio la sostenibilità ambientale ed economica.

Da qui l’esigenza impellente di sperimentare nuove strategie che permettano il minor impiego di risorse. 

Figlia d’arte, lei fin da piccola ha respirato l’aria e quindi la vita e l’attività della fattoria. Ma se così non fosse stato, a cos’altro le sarebbe piaciuto dedicarsi? 

Sicuramente all’insegnamento delle lingue straniere. Nel tempo libero (poco purtroppo) amo dedicarmi ai viaggi, all’arte e alla cucina, di cui sono molto appassionata e, come accademica, sostenitrice della tradizione culinaria italiana.

“Parità di genere” – sempre un problema – ancora in Italia. Anche nel suo settore?   

Nel mondo agricolo, considerato tradizionalmente maschile le donne imprenditrici agricole rappresentano il 40%  delle addette del settore, che non è nemmeno poco; è però significativo che il Fondo Impresa Donna non preveda sostegni per il settore agricoltura riconosciuto come “ settore primario”. 

Un consiglio per le nuove generazioni: è sempre conveniente investire nel settore dello slow food? 

Nella situazione attuale di “carestia globale”, il cibo etico e solidale acquisisce un’importanza rilevante, bisogna pensare a come soddisfare la richiesta della popolazione mondiale in costante aumento. Alla luce di questo, penso che sia sicuramente conveniente sia da un punto di vista etico-sociale che economico. Il buon cibo viene sempre più apprezzato, si dovrà  però prestare più attenzione all’ambiente e al nostro stile di vita.

Orietta Malvisi Moretti

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