Donne d'impresa: Betrice Bardazzi e la resilienza, materie prime in aumento e tutela ambientale, da Prato nel mondo Donne d'impresa: Betrice Bardazzi e la resilienza, materie prime in aumento e tutela ambientale, da Prato nel mondo

Donne d’impresa: Betrice Bardazzi e la resilienza, materie prime in aumento e tutela ambientale, da Prato nel mondo

Donne d’Impresa: Beatrice  Castagnoli Bardazzi (Bardazzi Holding Spa e Casa di Cura Villa Fiorita), imprenditrice, colonna portante, e titolare dell’azienda Azienda Tessile Alberto Bardazzi Jersey SpA.

Ha saputo, nonostante la perdita del marito quasi 20 anni fa,  prendere in mano le redini della società insieme al figlio Filippo e a continuare con successo, la tradizione di famiglia. Pratese doc, instancabile e positiva, Beatrice Bardazzi riesce a conciliare il suo tempo dividendosi  equamente fra lavoro e famiglia.

La famiglia: tre figli che sono davvero una squadra, da proiettare verso il futuro.  Il mercato dei filati a Prato ha attraversato negli anni non poche crisi ma ricordando che Il Sole 24 Ore, già quando ancora era in vita suo marito, pubblicò un bell’articolo sulla sua azienda, annoverandola fra le 500 migliori aziende italiane, Beatrice Bardazzi è riuscita ancora oggi a mantenere la mission che aveva suo marito, cioè quella di realizzare  “i più bei tessuti del mondo”.

Nonostante tutto: crisi di settore, pandemia, tempi di guerra e di grosse difficoltà politico-economiche Beatrice porta avanti con passione e lungimiranza l’attività in cui è da sempre impegnata la sua vita. Una donna coraggiosa che non si è mai tirata indietro di fronte alle sfide. Unico hobby per lei ritagliarsi il tempo per lunghe passeggiate nella natura e fare un po’ di palestra, per scaricare tutte le tensioni.

Oggi si parla di resilienza, vocabolo che tutti abbiamo imparato, e non a caso,  in tempo di pandemia. Lei è resiliente da sempre. Quale il segreto del suo successo?

L’unico segreto è stato coraggio e impegno! Purtroppo ho sperimentato in prima persona quanto sia stato difficoltoso affrontare e superare l’evento traumatico della morte di Alberto, avvenuta nel 2003.

I figli erano tutti e tre in fascia di età fra i 10/20 anni x cui non ho voluto e potuto responsabilizzarli fin da subito. Ho fatto appello veramente a tutta la mia resilienza, termine allora poco usato. Ho creduto fortemente che le aziende di mio marito potessero avere un futuro, senz’altro difficoltoso, perché andavano ripensate anche nella gestione degli incarichi molti dei quali accentrati su Alberto.

Ad oggi credo che mio marito sarebbe orgoglioso  dei risultati che la sua famiglia ha ottenuto. Da anni collaborano in azienda anche i miei figli, il che ci permette di condividere i problemi di gestione ma anche le soddisfazioni per i risultati raggiunti. Una di queste è vedere le modelle sfilare sulle passerelle del mondo con abiti realizzati con i nostri tessuti.

Il settore tessile è uno dei più inquinanti ed impattanti sull’ambiente. Si sa da tempo. Come ha potuto la vostra azienda affrontare questa realtà cercando di rendere sostenibile il vostro operato e i vostri tessuti?

Proprio nella consapevolezza che il settore tessile è altamente impattante sull’ambiente a causa dei numerosi trattamenti cui il tessuto è sottoposto nella nobilitazione, la Alberto Bardazzi SPA ha aderito ormai da anni in maniera concreta ad un percorso di sostenibilità in tutta la nostra filiera produttiva. Ci siamo avvalsi di esperti qualificati per avere supporto informativo e creare all’interno dell’azienda linee guida e protocolli da rispettare. Uno dei nostri tecnici ricopre adesso la carica di “Chemical Manager“  e si occupa di tutti i percorsi legati alla sostenibilità dall’acquisto del filato, alle varie lavorazioni sul tessuto, fino al packaging. Il nostro percorso in questa direzione viene annualmente monitorato da enti esterni e pubblicato sul nostro sito per essere accessibile a tutti i Brand nostri clienti. L’ultima valutazione riferita all’anno 2021 certifica che il 90% della nostra produzione di tessuti  ha una tracciabilità completa,  dal lotto del filato alle lavorazioni tintoriali. Tutte le tintorie di cui ci avvaliamo hanno aderito allo ZDHC (zero scarico di sostanze chimiche pericolose) e pubblicano regolarmente i test effettuati sulle acque di scarico.

Tempi di guerra, quali le conseguenze sul vostro lavoro e quale strategia per poter superare anche queste difficoltà? L’aumento del costo delle materie prime sta rivoluzionando tutti i settori produttivi. Come pensate di poter fronteggiare anche questa nuova emergenza?

Le conseguenze dell’aumento delle materie prime e del gas, hanno purtroppo avuto conseguenze pesanti sul costo di produzione dei nostri tessuti. Gli aumenti già forti del 2021 hanno subito una ulteriore impennata con l’inizio della Guerra in Ucraina e si intrecciano con una grande speculazione sulle materie prime e sul gas.

Il gas è il maggior costo  per i nostri terzisti, in particolare per le tintorie  che hanno visto lievitare il  prezzo    sul mercato olandese  da  euro 0.30 del 2021 a livelli  in alcuni giorni di 2 euro al kwatt. Stiamo fronteggiando questa emergenza concedendo ai terzisti un aumento  sulle nostre vecchie tariffe  del 20%, consapevoli che  tutti adesso stiamo lavorando per limitare i danni, non certo per ottenere profitti. Speriamo tutti che si riesca al più presto a  stabilizzare almeno il prezzo del gas, altrimenti credo che molte aziende del settore tintoria/rifinizione faranno la scelta dolorosa di chiudere impoverendo tutto  il comparto tessile.  

Se non avesse avuto un’eredità aziendale sulle spalle, quale sarebbe stata la sua ipotesi di vita, come lavoro e come donna?

La mia ipotesi di vita era in primis avere una famiglia e dei figli, cosa che ho realizzato avendone avuti tre. Avrei tanto voluto fare l’architetto, ma la vita ha deciso diversamente già prima di conoscere Alberto e iniziare a intraprendere un’attività con lui. Ho comunque dato sfogo negli anni, alla mia passione per gli immobili e per l’arredamento della casa occupandomi della ristrutturazione della mia e di quelle dei miei figli.

La vostra storia aziendale è già rappresentata e presente anche nel Museo del Tessuto di Prato. Quali i progetti futuri per un’azienda che sembrerebbe aver già raggiunto il massimo della qualità? Avete già pensato al tessuto più “sostenibile” del mondo da lanciare nei mercati internazionali?

Siamo orgogliosi di avere dei tessuti di nostra produzione presenti al Museo del Tessuto di Prato, speriamo di essere in grado di produrne altri con caratteristiche talmente sostenibili da meritare un nuovo ingresso.

 

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