Donne d’impresa: Bona Frescobaldi, vite e ulivo piantati con re Carlo, aiuto alle donne malate di tumore

Donne d’impresa: Bona Frescobaldi, madre di 4 figli e nonna di 10 nipoti. Un vino famoso nel mondo dietro l’aiuto alle donne malate di tumore, fra lavoro e figli, secondo una tradizione secolare.

Da oltre 700 anni,  dai primi del ‘300 la famiglia Frescobaldi  è impegnata nella viticoltura e nell’agricoltura  producendo uno dei  vini più famosi del mondo. Ma oltre ai premi e riconoscimenti  ricevuti per le sue brillanti attività sempre di grande successo, quest’anno c’è stato anche il “Pegaso d’Oro”, per la manifestazione “Corri la Vita”, da Bona Frescobaldi, nata Marchi,  ideata e promossa, ormai da ben vent’anni.

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani ha descritto “Corri la Vita“ come un’esperienza unica. Con “Corri la Vita”, si raccolgono  fondi per sostenere  le cure di donne affette da tumore al seno. Questa manifestazione iniziata  nel 2002 con tremila partecipanti, oggi ne conta più di trentamila. 

È infatti il più importante evento sportivo benefico in Toscana  e forse nel mondo. L’impegno di 20 anni, costante, e puntuale di Bona Frescobaldi con tutto il suo staff,  di Promotori ed Amici Sostenitori ha permesso di aiutare con “Corri la Vita”  oltre mezzo milione di donne. Più di sette i milioni di euro raccolti per la prevenzione e la cura del tumore al seno. Un evento davvero unico sia a livello italiano che internazionale.

Dopo vent’anni di “Corri la Vita” per le donne malate, quali i progetti futuri per questa manifestazione?

Dopo vent’anni … É molto difficile fare il cambio generazionale!!!! Ma bisogna farlo.

I progetti sono tanti perché tanti sono i cambiamenti e le scoperte per la prevenzione, la cura fisiologica e psicologica per l’oncologia in generale.  Bisogna essere informati sull’aiuto che vogliamo dare alle donne colpite dal male. Mi auguro che Corri la Vita possa essere all’altezza di questo compito tanto delicato e difficile.

Lei è famosa per la generosità attiva nel sociale, oltre che per la storia della sua famiglia. C’è qualcosa che ancora desidera fare o proporre per migliorare la qualità della vita delle donne? 

Ho sempre cercato di essere al corrente per quel poco che ci è concesso sulla condizione delle donne nel mondo.  Noi siamo fatte per dare la vita e non per toglierla e ci sarebbero sicuramente meno guerre, se “nelle stanze dei bottoni” ci fosse qualche donna in più. Le profughe ucraine, così come le molte donne afghane e le iraniane in questi giorni di tragica cronaca che le riguarda, stanno affrontando tragedie e sconvolgimenti di vita epocali immeritati, di fronte ai quali, spesso, sono abbandonate a se stesse.

Ci sentiamo impotenti, io per prima lo sono, e profondamente desolata di un’umanità che non è all’altezza di questa denominazione. Ma la solidarietà è comunque una grande forza e in Italia siamo sempre stati generosi con le catene umanitarie sostenute da tutti. Specialmente in un momento storico difficile come quello che stiamo vivendo.

Quali sono stati gli insegnamenti che ha cercato di trasmettere ai suoi figli e oggi ai  nipoti? 

Mi sono sposata molto presto con un uomo che lavorava moltissimo e non aveva tempo – suo malgrado – di occuparsi dei figli;  quindi sono io stessa cresciuta con loro quattro! Ho avuto un camper che ci ha portato in Corsica in tanti paesi e in nord Africa. Ricordi meravigliosi e indimenticabili forse anche un po’ rischiosi perché ero sempre io al volante!

Lo stesso vale per quanto riguarda il mare con il primo gommone zodiac venduto in Toscana, che mio padre mi regalò quando nacque Lamberto. Sono stata sempre molto vicina ai miei figli anche per il fatto che abbiamo vissuto per i primi vent’anni in campagna e loro hanno seguito la mia vita sempre attiva e curiosa e amante dell’ambiente, del paesaggio dell’arte e della bellezza e anche dell’eleganza. 

Oltre 60 anni di matrimonio, il suo: cosa ne pensa delle “famiglie allargate”?

Invecchiando si apprezzano cose diverse dai primi anni di matrimonio. Ho quindi  rivalutato il farsi «compagnia», che con il passare degli anni diventa basilare … Ricordare i tempi  passati e parlare insieme …. Forse, finalmente, conoscersi meglio! Ho paura quando vedo queste giovani coppie che si separano, ho paura per il loro futuro,  per la loro solitudine da vecchi. La vecchiaia arriva presto, anche se poi oggi la fanno durare tanto di più. Ma nello stesso tempo auguro a tutte le famiglie di oggi  di costruire un nuovo  futuro felice perché sono ottimista!

La pace nel mondo. Nessuna donna predicherebbe mai la guerra.

Da che mondo è mondo si fanno le guerre per ottenere la pace, lavoriamo tutti, uomini e donne per allungare gli anni di pace nel rispetto e nell’amore per il prossimo.

Qualche rimpianto? O sogno nel cassetto? 

Non a caso, forse, non c’è risposta. Squillano i telefoni, la chiamano da qualche parte, anche lei è sempre in corsa nella vita.

Strano, però, non averla vista a Buckingham Palace in questo momento particolare per l’Inghilterra. La sua amicizia con la stima che gode da sempre del principe Carlo – oggi re Carlo III – è storica.

Sappiamo infatti che il simbolico gesto di aver piantato insieme a lui un albero di ulivo e una vite, molti anni fa, ha dato vita a due splendide piante, belle e durature come la loro amicizia. Sicuramente Bona non è tipo da rimpianti, nemmeno quello di sognare qualcosa che non abbia già realizzato. 

Forse dovresti anche sapere che…

 
 
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