![Donne d’Impresa, Chara Poletti: noi donne siamo profondamente differenti dagli uomini e questo è opportunità e arricchimento](https://www.blitzquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/02/CP_Aidda_2022-1024x1535.jpg)
Donne d’Impresa, Chara Poletti: noi donne siamo profondamente differenti dagli uomini e questo è opportunità e arricchimento - Blitzquotidiano.it (foto fornita)
Donne d’Impresa, Chara Poletti, ovvero i fili di Polfil annodati da una donna intelligente: le donne siamo profondamente differenti dagli uomini e questo è opportunità e arricchimento.
Vive in un castello quattrocentesco e la sua vita è da sempre legata ad un filo: anzi un filato, quello dell’azienda Polfil fondata da suo padre nel 1974. Chiara Poletti, laureata in Giurisprudenza, in realtà, ha sempre avuto le carte in regola per proseguire l’attività del padre Michelangelo Poletti, imprenditore, oltre che collezionista e generoso mecenate. Figlia d’arte, quindi, Chiara Poletti sta portando avanti una tradizione di famiglia che l’ha vista fin da bambina crescere in azienda, prima come spettatrice e poi occupandosi, via via, dei diversi ruoli operativi, fino ad arrivare alla gestione complessiva dell’impresa.
Sa tutto sui “fili”, cosa che non è assolutamente banale, perché i fili circondano la nostra vita in tutti i settori e rappresentano un mondo che non tutti conoscono.
“I fili sono dappertutto – ci racconta sorridendo-. Oggi va per la maggiore il poliestere, anche se i nostalgici preferiscono il cotone. Sono importanti i fili antibatterici, anti calore e per gli sportivi sono privilegiati i filati composti da poliestere, carbonio, etc.”.
La sua cultura sui “cucirini” (filo di poliestere o cotone dotato di particolare resistenza idoneo a cucire reti e tessuti) e sui fili in genere è davvero straordinaria. L’azienda Polfil, squisitamente azienda familiare ha anche una missione di responsabilità sociale di cui Chiara va fiera. Punto di forza di Polfil, che ha ormai passato i cinquanta anni di attività, è poter trovare le soluzioni per cucire in tutti i possibili settori. È l’azienda italiana che offre la più ampia di gamma di filati per tutti i tipi di lavorazione.
Donne in azienda
![Donne d’Impresa, Chara Poletti: noi donne siamo profondamente differenti dagli uomini e questo è opportunità e arricchimento](https://www.blitzquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/02/C.-POLETTI-1-1-1.jpg)
Lo stabilimento di Polfil, qualificato per il grande impegno di ricerca e sviluppo, risponde infatti alle molteplici applicazioni dei diversi settori: dall’abbigliamento, al filo della legatoria, dall’arredamento, al settore calzaturiero, dalla cucitura di filtri industriali, ma non solo. Importante è infatti anche il settore dei filati ignifughi per usi tecnici, delle vele marine e dei guanti da lavoro che devono avere caratteristiche tecniche specifiche.
Fiore all’occhiello dell’azienda – infatti – è da sempre la diversificazione e l’innovazione del prodotto. È sposata e ha due figli, Leonardo e Lodovico con il marito che è avvocato. Ma non di solo lavoro e di castelli, vive Chiara, perché l’equitazione e la sua partecipazione a diversi concorsi ippici sono da sempre la sua passione.
Si occupa di volontariato aiutando i bambini nati prematuri e le loro famiglie con l’Associazione “Il Cucciolo”. Fa parte anche dell’Associazione AIDDA già dal 2014 e la sua passione per i cavalli e per i cani l’ha portata ad inventarsi “Fűetto”, azienda che produce articoli “fatti a mano” in Italia, per l’equitazione e gli animali da compagnia tutti personalizzabili al 100%.
La sua storia di vita e di lavoro, che si svolge fra il castello quattrocentesco dove abita, vicino a Bologna, e l’azienda di famiglia l’ha vista diventare a tutti gli effetti”la regina dei fili”. Per conoscerla meglio e di più le abbiamo chiesto.
La sua vita l’ha portata ad essere un’imprenditrice di successo. Quali i passi più importanti di questo percorso?
Forse il passo più importante che ha segnato la mia vita è stato decidere fermamente, a 8 anni, che avrei lavorato in Polfil. Quello è stato faro nelle decisioni e momenti cruciali e ha condizionato i miei passi. Quando l’azienda è di famiglia qualcosa scatta dentro di te, è inspiegabile, forse sono stati i CDA della domenica a pranzo o l’idea che Polfil non fosse azienda ma famiglia che fatto sì che l’opzione fosse già decisione dentro me.
Da buona fautrice del piano B, ho comunque studiato qualcosa che mi poteva, non solo essere utile ma che mi piaceva, giurisprudenza.
Due figli maschi ancora adolescenti, un marito avvocato e un padre importante come il suo. Come la mettiamo con la “parità di genere”.
Credo nella parità delle opportunità e sono contro la discriminazione di genere, ma non credo nella parità tout court, credo che le donne siano profondamente differenti dagli uomini e che questa sia l’opportunità e l’arricchimento.
Credo che ci siano mestieri più confacenti ai punti di forza delle donne altri a quelli degli uomini ma che entrambi li possano svolgere dando il loro contributo di unicità.
Nell’essere mamma amo essere mamma che lavora, che non è onnipresente, che ha i suoi sensi di colpa per questo, ma che ha un’immensa gratificazione ad essere modello, nel mio piccolo, per i mi figli a cui dico sempre “tu, sei unico e puoi fare tutto, basta volerlo”, questo non nega la fatica del cammino ma nello stesso tempo non nega la possibilità di poter essere esattamente ciò che si vuole…a prescindere dal cromosoma sotto il quale siamo nati.
La sua vocazione al sociale e all’associazionismo è già nota: c’è qualche altro suo interesse o progetto che le sta a cuore a proposito – ad esempio – a dei femminicidi?
I femminicidi sono una piaga della società, la cosa che mi fa arrabbiare è la mancanza di educazione, i maschi spesso sono più forti fisicamente, il problema è l’educazione alla forza, come qualunque abilità che hai in più di un altro va gestita alla base. È giusto parlarne, fondamentale denunciare come è giusto iniziare dalla base ad educare.
Per quanto riguarda l’associazionismo credo, come individuo, che la vita dia tanto e che le fortune vadano ricompensate, se trovo una causa che mi piace, la sposo e la sponsorizzo, dove e quando posso.
Dal punto di vista aziendale credo che l’azienda abbia un ruolo sociale, che le aziende riescano a crescere perché sono ben inserite in un tessuto sociale e familiare e anche che questo presupponga che ci debba essere un ritorno al territorio e alle famiglie di quel territorio.
Quindi oltre alla beneficenza spesso partecipiamo a restauri del patrimonio artistico; sono nata nell’arte e di questo ringrazio, l’arte è bellezza e armonia, a prescindere dall’epoca che si predilige, per questo quando ci chiedono come famiglia il prestito di un quadro, un’esposizione o un patrocinio sono orgogliosa di poter partecipare, dare o ritornare qualcosa.
Nei suoi progetti imprenditoriali, c’è anche l’applicazione di qualche servizio offerto dall’Intelligenza artificiale
Per ora l’AI non è entrata in modo significativo nel nostro quotidiano lavorativo ma i sensi sono aperti per cogliere le nuove opportunità che potrebbero far sì di snellire certi processi e aumentare le competenze all’interno dell’azienda.
Il capitale umano della nostra azienda è la nostra forza ed è imprescindibile, perché è fatto da anni di esperienza manifatturiera, ora data la nostra attenzione rivolta a migliorarci quotidianamente siamo all’erta per capire come sviluppare e far combaciare il progresso informatico con la nostra storia.
Quale futuro sogna per i suoi figli: saranno le frecce verso il domani della Polfil magari a livello internazionale o lei prevede altro?
Sogno che i miei figli possano fare quello che ritengono meglio per loro, ma ancora prima sogno di aver dato loro gli strumenti per capirlo.
Come ogni buon imprenditore sogno che Polfil vada avanti e che abbia un radioso futuro, ma non lego questo con la mia soddisfazione personale, non pretendo, come spesso sento, che ci sia continuità aziendale forzata e non vorrei mai che i miei figli sentissero l’azienda di famiglia come un fardello, ma la vivessero come un’opportunità.
Tanti anni fa lessi un articolo sul Sole 24 ore che parlava di passaggio generazionale e raccontava come nella maggior parte dei casi la prima generazione crea, la seconda mantiene, la terza distrugge. Una lettura che mi ha segnato.
Dati alla mano è vero ma come ogni dato va letto da tante angolazioni. Il 90% del tessuto imprenditoriale italiano è costituito da Family business, il 70% delle aziende non riesce a superare la seconda generazione e sopravvivono più facilmente le aziende di dimensioni più grandi e più strutturate. Resta un dato che preoccupa.
A mio parere fare impresa è bellissimo, stimolante ma totalizzante, purtroppo non dipende tutto dalla volontà o dalle capacità imprenditoriali, ci sono un’infinità di variabili e quindi tornando al futuro vorrei che i miei figli facessero esperienza fuori e poi consapevolmente e responsabilmente decidessero che Polfil è il loro futuro, perché sono sicura che un pezzettino del loro cuore è già qui.