Donne d’Impresa: con Monica Sarti (Faliero Sarti Srl), ecco come nasce un talento della grande moda

Donne d’Impresa: con Monica Sarti (Faliero Sarti Srl), ecco come nasce un talento della grande moda.

Era bambina, e al ritmo delle macchine di produzione del Lanificio Faliero Sarti, la piccola Monica, insieme al nonno Faliero, si divertiva in fabbrica, a scoprire il fascino di tutti quei colori dei tessuti di cachemire, angora, seta e lino, già così belli e pronti per la prossima sfilata di alta moda e prêt-à-porter.

La sua passione per i tessuti, la loro leggerezza ed i colori cangianti hanno creato in lei una vera attrazione creativa per il mondo dei tessuti che Monica Faliero è riuscita a trasformare concretamente con la realizzazione magica di quelle famose sciarpe, foulard e scialli oggi di gran moda e così glam.

Non erano però accessori così “di moda”, prima, perché la Faliero Sarti, fondata nel 1948 a Campi Bisenzio, (FI) dal nonno, non aveva mai valorizzato quel settore concentrandosi invece psulla produzione di tessuti per l’alta moda.

Il rinnovamento e il rilancio della Faliero Sarti sono dovuti proprio al suo talento, quando all’inizio degli anni ’90, Monica Sarti si innamora del reparto dell’azienda dedicato agli accessori tessili, poco valorizzato.

L’azienda grazie  alle sue originali creazioni di stilista innovativa e futurista, infatti, prende davvero il volo crescendo in maniera esponenziale raggiungendo l’olimpo dell’alta moda. Oggi sempre di più, i suoi accessori di lusso sono un vero “must” per tutte le donne di classe, vestendole tutte, dalle ragazze alle signore di ogni età.

Ed è proprio lei, Monica Faliero, che ha eliminato le classiche frange che si usavano una volta e ha sostituito, con la sua rivoluzione epocale, tessuti un po’ troppo pesanti, con sete di morbidezza e leggerezza straordinarie.

C’è da dire, però, che Monica Faliero non è “nata per caso”, perché, dopo aver frequentato le scuole superiori, ha seguito sempre il padre nelle fiere in Italia e Giappone facendo tanta, doverosa “gavetta”.

Solo dopo aver incontrato in giro per il mondo grandi stilisti come: Romeo Gigli, Giorgio Armani, Donna Karan, Jill Sander, ha imparato e creato quello stile che era già nel suo sentire di artista.

La sua esperienza internazionale nel mondo del fashion, l’aveva vista partire anche alla volta di New York e far parte del team di Anne Klein, per passare, poi, a Donna Karan. Ma la tentazione di tornare a casa, in Italia, per mettere a frutto tutto ciò che aveva imparato nel suo girovagare, è stata la chiave di volta per aprire la porta del futuro e rilanciare la sua azienda di famiglia nel mondo dell’high fashion. 

Le abbiamo chiesto.

“ Tessuto e stile sono l’Alfa e l’Omega dell’alfabeto della moda”, questa è una famosa frase di Giorgio Armani, a proposito della Faliero Sarti. Cosa ci può dire della sua esperienza con i più grandi stilisti di tutto il mondo, a cui oltre il 90% della vostra produzione di tessuti è da sempre dedicato?

“Credo che questa sia una delle frasi più vere che ci descrive e descrive il mondo della moda. Adesso troppo spesso il tessuto e la bella qualità vengono messi in secondo piano convinti che lo stile sia tutto, ma l’uno senza l’altro dura un battito di ciglia.

Lavorare da sempre, e prima molto più a stretto contatto con lo stilista, era un modo meraviglioso per parlare e creare per l’anima del brand un qualcosa di unico e irripetibile”.

Non si sa nulla della sua vita privata. Ne è così gelosa da custodirla con tanta segretezza o oppure la sua famiglia e la sua vita sono identificate con il mondo del glam?

Ho un figlio ancora piccolo, 13 anni, che custodisco come una perla rara e un uomo meraviglioso che rifugge il plateale. Credo sia importante proteggere gli affetti e le cose che ami dagli occhi di tutti, questo a dispetto di tanti  che hanno fotto dei social una vera realtà.  Purtroppo, infatti, c’è tanta invidia, che troppo spesso crea molti malintesi. 

Adoro il mio lavoro, il suo mondo e le persone speciali che lo creano, che io chiamo amici; loro sì che sanno tutto di me e ci proteggiamo a vicenda.

La moda oggi sfida una vera parità di genere. Tra Armani, Donna Karan etc., questo settore sembra equamente diviso in talenti senza “genere”. Ma è davvero più facile, per una donna emergere nel mondo degli stilisti?

Non credo proprio, si vive in un mondo accelerato in tutto in cui non sempre la donna per i suoi molteplici ruoli è privilegiata, ma deve sempre scendere a compromessi sociali, familiari, lavorativi ed essere mamma non aiuta. Le grandi donne stiliste, Donna Karan in prima linea, hanno segnato un’epoca ma si trattava di  un’epoca totalmente diversa.

Se oggi Monica non fosse quella stilista che tutti conosciamo grazie alle sue creazioni, quale sarebbe stata la sua “altra” ambizione di vita?

Essere  comunque creatrice. Mi sarebbe piaciuto anche occuparmi di più di coordinare  di eventi, oppure essere personal buyer, arredatrice e  in ogni caso anche mamma a tempo pieno.

Quale sarà il futuro, secondo lei, della Faliero Sarti? Entrare in Borsa? Restare un’”azienda di famiglia”? Crescere diventando un Gruppo Internazionale, pur rimanendo sempre italiano?

Un attimo di esitazione, e poi la risposta: “Diventare un Gruppo Internazionale sarebbe un bel sogno!”.

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Orietta Malvisi Moretti