Donne d’Impresa: Cristiana Vinci, il successo in un settore tipicamente maschile, quello degli autotrasporti.
Un’autista di camion donna? Non se ne parla proprio, almeno per ora in Italia – commenta in una sua intervista già rilasciata a proposito degli autotrasportatori. In effetti, soprattutto nel nostro Paese, mancano per esempio, purtroppo, le aree di sosta sicure e attrezzate, dove eventuali donne conduttrici di camion possano sostare senza rischi. Ma
Cristiana Vinci, fra le prime donne in Sardegna a gestire un’azienda di trasporti, la Vinci & Campagna Autotrasporti, non si perde d’animo e sottolinea l’importanza di poter trovare una buona sinergia di lavoro e collaborazione fra i due generi, maschile e femminile.
Solo diciottenne la ragazza bionda che studiava geologia, lascia l’università per dedicarsi anima e cuore all’attività di famiglia arrivata oggi, con suo figlio, alla IV generazione di Vinci. In una Sardegna che difficilmente accettava donne nei ruoli apicali lei e suo fratello nel 1992 furono nominati nel Consiglio di Amministrazione della Vinci & Campagna Autotrasporti.
Oggi, è sempre lei al timone della storica azienda e anche Presidente della Sezione Trasporti di Confindustria Sardegna meridionale. La mia isola – dice Cristiana – si trova di fronte ad una grossa scelta e cioè se essere solo una meta turistica o territorio dove fare anche impresa. “Servono più aerei e navi che ci colleghino al resto della Penisola unitamente a infrastrutture più performanti, che si spera, con il PNRR vengano adeguate”.
E questo lo scopriremo presto – dice Cristiana -. Duecentocinquanta mezzi e sessanta dipendenti, da oltre settantacinque anni punti di riferimento per i trasporti nell’isola e fuori dalla Sardegna, la sua azienda è in continua crescita ed evoluzione, ed è stato dimostrato che le attività logistiche con più donne nei C.d.A. hanno rendimenti più alti rispetto alle realtà concorrenti dove le donne sono escluse.
Cristiana Vinci non si è mai scontrata con la cultura maschilista ma si è sempre fatta rispettare da tutti i suoi interlocutori, quasi sempre uomini, perché per lei, da sempre, hanno parlato professionalità e risultati.
Il mondo della logistica e la sua attività che prevede la responsabilità di prendere decisioni e soluzioni da attivare ogni giorno, l’hanno appassionata fin dal primo momento della sua gavetta e fanno parte del suo carattere attivo e dinamico. I suoi figli: Nicolò, che studia Economia e Innovazione Aziendale a Rotterdam e Filippo, che lavora con lei e gestisce una società di web marketing e soluzioni digitali, costituiscono già fin d’ora una freccia verso il futuro della nuova quarta generazione.
Le abbiamo chiesto:
Il futuro dell’Italia non può prescindere dalle grandi opere, che devono porre rimedio ad un grave deficit infrastrutturale. I fondi devono essere destinati alla messa in sicurezza ed efficientamento della rete viaria, autostradale e ferroviaria che insieme ai collegamenti marittimi, sono parte integrante nello sviluppo del trasporto intermodale di cui il nostro settore ha compreso le potenzialità in termini di efficienza e sostenibilità ambientale.
C’è poi la posizione geografica del Paese, che fa dell’Italia la più grande piattaforma logistica naturale del Mediterraneo: il luogo naturalmente candidato a diventare il punto di arrivo e di partenza del trasporto merci via mare. Per la “risorsa mare”, Confindustria ha prodotto un Piano Strategico Nazionale che afferma l’importanza dell’economia del mare e delinea le misure necessarie, tra cui la pianificazione infrastrutturale degli scali marittimi, dei retroporti e delle Zone Economiche Speciali, le necessarie riforme istituzionali, lo sviluppo dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità, la capacità di attrarre investimenti attraverso una politica fiscale adeguata e la Sardegna, isola al centro del Mediterraneo deve essere considerata strategica per il collegamenti tra nord e sud cosi da attrarre anche nuovi investitori per fare impresa e non solo turismo.
Negli ultimi anni con sempre maggiore frequenza, abbiamo assistito a campagne di promozione della “parità di genere” all’interno delle aziende nelle quali, purtroppo ancora oggi, le donne riscontrano difficoltà nell’ottenere ruoli apicali. Le aziende hanno poco a cuore la riduzione del gender gap ritenendolo come un fattore non prioritario all’interno delle stesse.
La presenza invece di più quote rosa porta a prestazioni migliori in campo aziendale, oltre che a benefici di tipo lavorativo ed umano di relazioni. Le componenti sia maschili che femminili all’interno delle aziende sono fondamentali per ottenere davvero vantaggi significativi in termini di performance lavorativa. Tuttavia, nonostante questa consapevolezza, le donne che ricoprono ruoli dirigenziali come CEO, senior manager o direttori sono ancora davvero poche e quelle poche che riescono a raggiungere tali vertici si ritrovano a fare i conti con il “pay gap”, ovvero una retribuzione diversa da quella assegnata agli uomini nella stessa posizione lavorativa.
La strada per la piena eliminazione del gender gap purtroppo sembra ancora lontana poiché spesso il messaggio positivo sui benefici che l’eliminazione della disparità comporterebbe viene eclissata dagli stereotipi ancora troppo forti e radicati sulle differenze, anche in termini di rendimento, tra uomini e donne.
Entrambi! La diversificazione dei ruoli attiva la responsabilità individuale, a cui necessariamente deve seguire la collaborazione per perseguire l’obiettivo comune e la condivisione nelle scelte strategiche.
Amo viaggiare e mi piacerebbe approfondire gli studi in psicologia, a cui oggi dedico la lettura di libri. Nel futuro voglio contribuire ad “un mondo più pulito” con l’adesione ad un programma di volontariato ambientale, cosi come studiare i siti archeologici della Sardegna per diffondere la bellezza della storia della mia Isola anche solo e semplicemente ai miei conoscenti!
Né rimorsi né rimpianti … Esigenze di famiglia che mi hanno fatto scoprire un nuovo mondo che da subito mi ha appassionata e coinvolta attivamente in tutte le fasi dell’azienda.
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