Donne d’Impresa: Daniela Rossi Cattaneo – Studio Rossi Cattaneo Milano. Per un’architettura sempre più sostenibile. Milanese, nei modi e nella cultura, Internazionale per curiosità e vocazione.
L’UOMO, lo Spazio, la Materia, la Luce, il Colore, la Composizione, sono pane quotidiano nei suoi progetti. L’architetto Daniela Rossi Cattaneo è una progettista “pura”, come dichiara lei stessa. Della sua vita privata non si sa quasi nulla, anche se ci ha raccontato di essere divorziata per ben due volte e di non avere figli.
Dopo averle chiesto di come ha scelto la strada dell’architettura, ci ha risposto che lei non è figlia d’arte e che la sua non è stata neanche una vocazione. È l’architettura che è arrivata da lei muovendo tutte le sue scelte di vita che sono poi diventate quasi una missione nell’infinita evoluzione del mondo e della storia dell’architettura.
Ambasciatrice del made in Italy grazie a progetti sempre vincenti, le sue competenze e la sua professionalità sono apprezzati in Italia e all’estero così che – ormai – non si contano più i riconoscimenti del suo successo in Italia e nel mondo.
Da Salonicco ad Alessandria, da Lomé, (Togo) a Firenze, da San Pietroburgo a Mosca a Ekaterinburg, Parigi, Praga, Atene, Washington; dagli edifici alle residenze fino ai teatri come quello antico di Novi Ligure.
Tantissimi i premi vinti e le menzioni ricevute da Daniela e dal suo team, che certificano un percorso professionale – il suo – che non si è mai fermato. Fra i suoi ultimi progetti di grande prestigio quello di Palazzo Portinari Salviati in via del Corso a Firenze, progettato e realizzato in team con la Esa Engineering.
Si tratta di un delicato lavoro di restauro conservativo, nel centro storico del capoluogo toscano a pochi metri dalla cattedrale di Santa Maria del Fiore e dello studio di tutti gli interni e degli arredi che dovevano tenere conto della memoria “Umanistica” dello storico Palazzo, voluto e costruito dal padre di Beatrice Portinari, musa di Dante.
Il Palazzo è stato trasformato oggi in eleganti dimore, suite esclusive, appartamenti di lusso ed una accogliente spa tra le volte delle fondazioni ove è stata trovata parte di una strada romana. Si tratta di un esempio davvero riuscito di recupero immobiliare di alto profilo hi-tech con l’utilizzo delle più recenti tecnologie costruttive mirate anche alla sostenibilità del luogo e al risparmio energetico.
L’immobile, che fu abitato anche da Cosimo I dei Medici, ha trovato ora nuova vita grazie al suo restauro attento e rispettoso della storia, che lo ha trasformato in una struttura ricettiva di alto livello nel cuore di Firenze.
Se della vita privata di Daniela e di lei si sa poco, parlano e molto – invece – i suoi progetti che, non a caso, hanno lasciato e continuano a lasciare un’impronta nel mondo di oggi e per il futuro che verrà. La sua missione – dice – “è quella di armonizzare l’immaginario degli spazi comuni, in particolare negli alberghi solitamente scenografici, con quelli più funzionali e privati, curando sempre che in ciò che creo, i materiali, i colori, la luce, l’acustica, lo spazio, la storia, risuonino in perfetta armonia come, ad esempio, nelle composizioni musicali”.
La sua attività professionale, da sempre, è focalizzata principalmente sul progetto alberghiero, entrando in empatia con i desideri dei suoi clienti e mettendo la sua esperienza al loro servizio. Un mondo tutto da scoprire quello di Daniela Rossi Cattaneo a cui, per conoscerla meglio e di più abbiamo chiesto:
Parliamo di Intelligenza Artificiale. Come pensa che questa potrà essere usata in futuro per migliorare i sui progetti?
Innanzitutto c’è l’Intelligenza; “artificiale” è un aggettivo …avrà il suo perché!! L’architettura è una disciplina complessa che necessità di diversi tipi di ricerca, in questo caso l’intelligenza artificiale può essere molto utile perché restituisce in breve tempo molte informazioni.
E’ utile per la classificazione, utile nella produzione del progetto integrato, utile nel processo di controllo ed anche può servire a produrre rappresentazioni grafiche come le suggestioni visive che rappresentano in modo figurativo, le idee di progetto, nella costruzione dei concept. L’intelligenza artificiale è utile, ma non crea non pensa come l’uomo e la sua anima, non conosce il linguaggio poetico.
Se Lei non fosse diventata architetto, quale sarebbe stata un’altra sua passione professionale?
LA REGISTA (utilizzando il buon senso)
LA BALLERINA (con un po’ di follia)
Esiste davvero “un’architettura sostenibile”?
Sì, dovrebbe andare da sé, ponendo la dovuta attenzione al costante dibattito internazionale sull’Architettura, invece non è così. “Sostenibile” è anche il tema del vivere meglio per tutti noi ad esempio negli “Spazi”; quelli privati, quelli pubblici, quelli del lavoro, quelli della cultura, quelli del divertimento e del tempo libero, quelli del bene e del male. Un buon progettista sa progettare e definire attraverso gli strumenti dell’architettura, il buon vivere dell’Uomo nella Società, nella relazione con gli altri.
E poi c’è l’urbanistica, il luogo dello “stare”. E’ una disciplina ormai inadeguata non più sostenibile in questo mondo in trasformazione che, ahimè, non sa capire né interpretare. Gli Spazi del vivere devono essere ridisegnati, considerando la mutazione in atto e riscritte le regole ed i protocolli affinché si possa accedere a modalità di ordine armonico e funzionale verso quella bellezza che nutre i cuori.
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