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Donne d’Impresa: Elisabetta Mignoni da un’idea la realtà della Maison Bibelot

Donne d’Impresa: Elisabetta Mignoni da un’idea la realtà della Maison Bibelot

Dove vanno i collezionisti, gli appassionati d’arte antica, contemporanea e di antiquariato? A Firenze e a Milano, alla Maison Bibelot, dove dal 1997 l’appuntamento è diventato una vera tradizione e con ottimi risultati.

La casa d’Aste Maison Bibelot, fondata dalla coraggiosa iniziativa di Elisabetta Mignoni, si è distinta negli anni per l’organizzazione di importanti house sales: il suo crescente successo è ormai internazionale, sia nella tradizione antiquaria che nel collezionismo e, in particolare, anche nell’alta gioielleria e l’arte contemporanea.

All’asta, sono inclusi anche gli arredi delle dimore storiche e certe collezioni private tipiche delle grandi famiglie di una volta. Tutti gli oggetti messi all’asta, infatti e in particolare gioielli e orologi, rappresentano quel tipo d’investimento che nel tempo è destinato ad aumentare di valore. Inoltre, la Maison Bibelot è anche specializzata nella gestione e vendita all’asta di patrimoni privati.

L’idea della Casa d’Aste Maison Bibelot sembrerebbe nata quasi per caso – racconta Elisabetta Mignoni – perché in realtà lei, laureata in Lettere e Storia Moderna, dopo aver vinto anche il concorso per il dottorato di ricerca, sempre in Storia Moderna, proprio solo dopo l’incontro con un’amica ha cambiato completamente la visione del suo futuro di lavoro.

Non ha figli, perché, comunque, la passione per il lavoro è davvero totalizzante per lei, al punto che dice scherzando “tutte le opere d’arte antiche e moderne, i gioielli e le preziosità di cui tratto, sono per me come dei figli, da far crescere e valorizzare al massimo”.

È appassionata di barca a vela insieme al marito che pur essendo stato un esperto di statistiche in banca – oggi ormai in pensione – è più che mai un provetto skipper e capitano di bordo. “Appena gli impegni ce lo permettono – continua infatti Elisabetta – scappiamo al mare, in barca, per una vacanza rigenerante”. Dice di essere un po’ ignorante al momento, in materia di Intelligenza Artificiale, ma ha già messo in agenda che dovrà davvero approfondire la sua conoscenza in merito ai servizi e alle possibilità che l’IA potrà offrire anche alla sua organizzazione aziendale.

Per adesso, si è “accontentata” di avere creato anche un ufficio a Milano, oltre che a Firenze e soprattutto di aver organizzato un bellissimo team, giovane ma esperto, che lavora – come lei – con grande passione e cura.

Nata sotto il segno del cancro, non a caso anche lei è amante dei gatti e di tutti gli animali in genere. Una ragazza à la page cui non si può dare l’età, perché la sua straordinaria empatia con le persone e le cose che la circondano, la rendono comunque sempre giovane e piena di quell’entusiasmo, che trasmette a chi le sta vicino.  Per conoscerla meglio le abbiamo chiesto.

Lei dice che la Maison Bibelot è nata “per caso”. Ci può spiegare meglio cosa significa, dal momento che non c’è mai nulla che nasce per caso?

Più che per caso, direi da una ‘fortunata casualità’. Sinceramente, fino al 1991, non sapevo che cosa fosse una casa d’aste ma quando venni a sapere che una delle storiche realtà fiorentine, la Casa d’Aste Pitti, stava cercando un’assistente per il Dipartimento di Antiquariato, ne fui incuriosita e dopo vari colloqui fui assunta. Ho avuto la fortuna, nei sette anni che ho trascorso in quella azienda, di affiancare persone esperte dalle quali ho imparato molto. È stato come un colpo di fulmine, per l’Arte, l’Antiquariato e per le mille curiosità che ormai da più di trent’anni fanno parte della mia vita.

Ci parli del “private sale”, così diverso dalle vendite all’asta. 

Le vendite private o a trattativa privata sono riservate ad opere particolarmente importanti ed a quei clienti che desiderano sì vendere ma attraverso una modalità più discreta della vendita all’asta. Il nostro portafoglio clienti è molto vasto e una volta perfezionato l’affidamento del “bene”, si procede contattando al massimo un paio di collezionisti potenzialmente interessati all’acquisto.

Certamente, a differenza dell’asta che può sempre riservare la sorpresa di un exploit, in questo caso il prezzo di vendita è stabilito a priori con il proprietario e non ha possibilità di aumentare. Proprio in questi giorni abbiamo concluso un’importante vendita relativa ad un oggetto molto raro del quale però, per motivi di privacy, non posso svelare niente.

Arte e vendite on line: è un binomio che funziona? 

Le aste online o ‘a tempo’ esistono da molti anni ma è stata la pandemia ad accelerare (gli esperti dicono di una decina di anni) l’utilizzo di queste piattaforme. Ormai siamo tutti abituati ad acquistare con questa modalità che funziona molto bene anche per l’Arte e l’Antiquariato.

Certamente la Maison Bibelot è una realtà che esiste da trent’anni, accreditata dall’Associazione Nazionale Case d’Asta di cui fa parte e la piattaforma su cui pubblica i cataloghi è professionale e certificata. Il cliente ha dunque la certezza che sta effettuando un acquisto sicuro. I nostri cataloghi sono redatti dal mio team di esperti, tutti giovani e molto preparati, e corredati da belle fotografie realizzate dal nostro fotografo Lorenzo Frittelli, specializzato in questo settore. Inoltre, i responsabili dei vari Dipartimenti, sono sempre disponibili ad un confronto diretto con l’acquirente ed all’invio di condition report.

Concludendo, siamo passati da organizzare otto aste all’anno a pubblicarne una trentina: questo ci ha dato modo di ampliare in modo esponenziale la nostra clientela cha adesso è internazionale.

Nel corso della sua carriera, ha potuto capire che forse sono meglio le donne che gli uomini in questo settore così particolare? E nella sua organizzazione, esiste una vera “parità di genere”? 

La Maison Bibelot è sempre stata una realtà con una forte presenza femminile. Non è stata una mia volontà perché non ho mai fatto distinzioni di genere ma solo di merito. Per me è importante la passione per questo mestiere, il desiderio di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo, l’amore per la ricerca, la voglia di sperimentare. Personalmente nella mia carriera non sono mai stata penalizzata in quanto donna ma mi ritengo fortunata perché sono cosciente di essere, purtroppo, un’eccezione.

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