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Donne d’impresa: Elisabetta Zussini. Un’antesignana della AI (Intelligenza artificiale) e non solo

Donne d’impresa: Elisabetta Zussini. Un’antesignana dell’AI e non solo.

Papà e mamma sono stati pionieri dell’informatica – ci racconta con orgoglio – Elisabetta Zussini ma anche lei è particolarmente aperta a tutto ciò che è “nuovo” e da scoprire, tant’è vero che, laureata in Informatica presso l’Università di Torino, la sua tesi quasi trent’anni fa è stata proprio su ’”Intelligenza artificiale e il riconoscimento nel linguaggio naturale.”

Questo, quando parlare di intelligenza artificiale sembrava ai più solo fantascienza! Però, se la definisco “una donna all’avanguardia” mi risponde che “all’avanguardia” è un parolone, anche se da anni, con la sua azienda si occupa di economia circolare, e ha cominciato in tempi non sospetti quando ancora nessuno ne conosceva il reale significato e l’importanza, perché questa non era una tematica tanto in auge.

Elisabetta Zussini è un’imprenditrice nel settore dell’elettronica di consumo e nella produzione e distribuzione di prodotti consumabili di stampa. Figlia di imprenditori, oggi è direttore generale di Dataprint Srl, azienda di famiglia che quest’anno compie quarant’anni e possiede una partecipazione in MDJ Group, impresa innovativa di soluzioni informatiche molto attiva sul panorama piemontese.

Inoltre da un paio d’anni fa parte del coordinamento piemontese di AIAS (Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza) e in tale ruolo è chiamata talvolta come moderatrice al tavolo di webinar ed eventi organizzati per informare le aziende su temi quali la sicurezza sul lavoro, la tutela ambientale o le opportunità di certificazione in particolare proprio per le “aziende al femminile”. Infatti è, naturalmente,  anche socia di AIDDA Piemonte. Con due figli adolescenti, di cui va particolarmente fiera.

Una perla rara – Elisabetta – fra le donne della sua generazione, per questa sua passione per il mondo dell’informatica.  Ci tiene però a sottolineare che è stata proprio la sua famiglia che le ha insegnato i valori dell’etica del lavoro e della conservazione dell’ambiente.

Una vera imprenditrice deve, prima di tutto, assumersi la responsabilità sociale dell’impresa – ci dice – cominciando assolutamente sempre dalla gavetta.  Il suo percorso lavorativo – infatti – l’ha vista inizialmente impegnata nel settore commerciale e poi nella R&S, nei sistemi di gestione e nel marketing e tutto nel nome dell’innovazione punto di riferimento della sua strategia aziendale. 

Dataprint, fondata nel lontano 1983 grazie all’intraprendenza e all’ingegno del papà Lorenzo, è diventata nel tempo leader italiano nella produzione e distribuzione di prodotti di consumo per stampanti e prodotti per l’ufficio. Molte le certificazioni ottenute per l’impegno costante alla qualità e alla protezione dell’ambiente.

Per conoscerla meglio e di più le abbiamo chiesto.

Nella sua tesi sull’intelligenza artificiale lei aveva già potuto considerare i vantaggi e anche i rischi di queste nuove tecnologie che oggi sono ormai una realtà per il nostro futuro?

Mi sono laureata in Informatica quasi trent’anni fa. L’intelligenza artificiale era veramente agli albori, ma per noi che la studiavamo le potenzialità delle tante possibili applicazioni si potevano già intravedere. La mia tesi era sviluppata in ambito del Riconoscimento del Linguaggio Naturale, un settore che all’epoca poteva suscitare curiosità, ma che oggi è ormai diventato realtà quotidiana per tutti.

Sicuramente all’epoca non si potevano intravedere rischi, ma solo vantaggi da concretizzarsi in un futuro che era ancora lontano dall’arrivare. D’altra parte, molto più in generale, la mia posizione è che non si può mai denigrare lo strumento, ma solo eventualmente l’uso distorto che se ne fa.

Due figli ventenni: anche loro con un’attitudine all’elettronica o all’informatica?

I miei figli sono due “Zoomers”: in modo quasi naturale conoscono e usano le nuove tecnologie, ma per fortuna non se ne fanno fagocitare. Studiano al Politecnico e auguro loro di trovare la propria strada nel mondo. Sono due ragazzi buoni e simpatici, pieni di interessi e, soprattutto, con la testa sulle spalle.

Se non avesse preso le redini delle aziende di famiglia, quali altri interessi o sogni nel cassetto avrebbe ancora da realizzare?

Difficile dirlo. Forse quello che mi manca davvero è un po’ più di tempo libero. Direi che tra i sogni nel cassetto c’è qualche viaggio ancora da realizzare.  Sul fronte lavorativo ricerco soprattutto la serenità e il benessere di tutte le persone che lavorano con me. Certamente talvolta qualche intoppo ci guasta i piani, ma l’importante è conservare l’ottimismo e la progettualità, sia in famiglia che nel lavoro.

Donne al comando di aziende che sono state particolarmente resilienti alle recenti crisi economiche e sociali. Quale la sua strategia per il futuro di Dataprint?

Le donne sanno trovare energie e motivazioni anche nei momenti più bui. Noi con la nostra azienda abbiamo attraversato periodi difficili in più di un’occasione negli ultimi anni, ma abbiamo sempre saputo resistere e ripartire con nuove idee.

Fare impresa in Italia richiede tempra da eroi. Detto ciò siamo consapevoli che il nostro settore, quello dei prodotti per la stampa, è un settore “maturo” e destinato globalmente a una leggera contrazione nei prossimi dieci anni.

La nostra azienda fa parte di Arti-Italia, l’associazione dei Rigeneratori Toner e Inkjet Italiani e in cooperazione con le altre associazioni operanti in ambito comunitario possiamo dire che, grazie ai nuovi regolamenti sull’Ecodesign e sugli acquisti verdi in Europa e in Italia prevediamo un’espansione delle quote di mercato dei prodotti da ufficio rigenerati, realizzati cioè grazie alla raccolta di rifiuti che vengono ricondizionati con precise tecniche di lavorazione, e reimmessi sul mercato come prodotti ecosostenibili.

Un’idea di economia circolare che esiste da tanti anni e che ci aspettiamo possa avere nuovo impulso grazie ad una rinnovata legislazione e una ritrovata sensibilità degli utenti.

Parità di genere. Un problema nella sua organizzazione aziendale?

La nostra è un’azienda a netta prevalenza femminile: gli uomini sono in minoranza, ma questo non è affatto un problema. Anzi, i pochi uomini si sentono super-coccolati, credo. Io penso che le donne sappiano fare squadra e lavorare egregiamente, con un tocco di sensibilità in più che talvolta non guasta.

Ripensandoci, sin da piccola sono sempre stata convinta che non ci fosse ruolo, studio o lavoro che le donne non potessero condurre assolutamente alla pari con gli uomini (e di questo certamente devo ringraziare i miei genitori e i miei nonni).

Anzi, più precisamente ho sempre dato per scontato che vi dovesse essere totale parità tra i generi. Ma se l’argomento oggi è di attualità è perché evidentemente, nella pratica, da qualche parte c’è ancora qualcuno che non se n’è accorto.

 

Marco Benedetto

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