Donne d’Impresa: Francesca Colaiacovo: Gruppo Financo, attenzione al territorio e ai valori sociali e culturali da sempre. Nata a Gubbio e laureata a Perugia alla Facoltà di Economia e Commercio, Francesca Colaiacovo è la primogenita di Pasquale e Chiara Colaiacovo. Incredibile il suo curriculum vitae pieno di successi. Impegnata fin da ragazza nell’azienda di famiglia, inizialmente si era occupata solo degli aspetti amministrativi e finanziari della Capogruppo Financo S.r.l. che opera nel core business della produzione e commercializzazione di Donne d’Impresa: Francesca Colaiacovo, cemento e calcestruzzo e Parabola dei Talentie relativi trasporti, oltre che in attività non core quali turismo, sport e agricoltura.
Sono circa duemilaquattrocento i dipendenti! Oggi, Francesca Colaiacovo è la Presidente della Capogruppo Financo S.r.l., e Amministratore Delegato in Colacem S.p.A. Presidente di Domicem S.A. in Repubblica Domenicana e Consigliere Delegato in Cementos Colacem España S.L. Dal 2019 è anche nel CdA di Banca Profilo, come Amministratore Indipendente.
Si è distinta in Confindustria con ruoli ai vertici nel Gruppo Giovani Imprenditori di Perugia. Poi Presidente Regionale dei Giovani Industriali dell’Umbria e ha partecipato al Consiglio Generale di Confindustria Giovani. Ha fondato il Comitato Interregionale del Centro dei Giovani Imprenditori di Confindustria di Umbria, Lazio e Marche, diventandone Presidente Fondatore ad honorem. È dal 2021 che Francesca Colaiacovo fa parte del Consiglio di Presidenza di Confindustria Umbria e non a caso con delega all’internazionalizzazione.
Ma, non solo di business è piena la sua vita perché Francesca è anche particolarmente attenta al sociale e al territorio che la circonda. Con la sua famiglia ha riportato all’ antico splendore il Castello di Solfagnano, costato anni di importanti opere di restauro e oggi un vero gioiello del XII secolo.
Fra qualche mese proprio a Castello ci si raduneranno, in pompa magna, i ministri di sette Paesi: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti. Padrone di Casa, Francesca e sua sorella Paola Colaiacovo accoglieranno tutti i delegati. Per conoscerla, meglio e di più, le chiediamo.
Il Castello di Solfagnano che fu resistenza storica di antichi casati come Antinori, Pratt, e Bennicelli, a breve sarà il quartier generale dei ministri dei sette Paesi più importanti. Come stanno andando i lavori di programmazione di questo storico G7?
Un luogo non è mai solo “quel luogo”: quel luogo siamo anche un po’ noi. In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso ci siamo arrivati.
Così come recita una frase di presentazione di un bel libro che racconta il Castello di Solfagnano, sede nel corso dei secoli della Chiesa dapprima e poi residenza di grandi casati. Antinori, Prat, e Bennicelli, avevano reso il castello un luogo di incontri istituzionali, come usava all’epoca. La sua vocazione di sintesi tra bellezza, cultura, storia, architettura, imprenditorialità e istituzionalità, non può che rivivere, ai nostri giorni, in un evento come il G7.
Un G7 della inclusione e disabilità, che vede per la prima volta al mondo riuniti i ministri di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti in un confronto che pone “L’uomo al centro”. Una occasione straordinaria per condividere strategie ed impegni, ma anche per valorizzare l’esperienza italiana dove l‘obiettivo è cambiare prospettiva e progredire dall’inclusione verso la valorizzazione delle persone, garantendo il diritto di tutti alla piena partecipazione alla vita civile, sociale e politica dei nostri Paesi.
Inoltre sarà prestigiosa la presenza di Istituzioni italiane rappresentate anche dal Ministro Alessandra Locatelli, (Ministro per la disabilità), che vuole realizzare un G7 concreto ed operativo. Il Castello sarà il quartier generale per lo svolgimento dei lavori, offrendo una cornice rappresentativa del Made in Italy, inteso come connubio perfetto tra arte, storia, natura, paesaggio, tradizioni, tutti elementi caratterizzanti della nostra identità nazionale.
Inoltre la sensibilità e il gusto tipicamente italiani nella ristrutturazione architettonica hanno permesso di conciliare il restauro conservativo alle esigenze della “diversità”, abbattendo non solo le barriere in senso materiale, ma creando presupposti per lo sviluppo di un atteggiamento inclusivo.
L’intelligenza Artificiale offre servizi alle imprese. Cosa risponde il Gruppo Financo S.r.l. a queste nuove sollecitazioni innovative e tecnologiche?
Il Gruppo Financo ha sempre dimostrato nel tempo attenzione e sensibilità alle tematiche della innovazione tecnologiche come presupposto fondante per lo sviluppo del proprio business con una attenzione quasi “spasmodica” agli aspetti della sostenibilità che richiamano attenzione continua al progresso. L’intelligenza artificiale è l’attualizzazione in veste moderna di ciò che il gruppo ha sempre sostenuto.
Attualmente vengono poste in essere alcune sue applicazioni al complesso processo produttivo, avendo ben presente che, come sempre accade, siamo in presenza delle “due facce di una stessa medaglia”, che impone di sollecitare le opportunità, limitando e contenendone i rischi.
Se non fosse nata con l’azienda di famiglia, quale sarebbe stata la sua altra attività? Lei, così sensibile all’arte e all’architettura del territorio, sarebbe forse diventata un famoso architetto?
Nella mia vita ho sempre trovato ispirazione nella Parabola dei talenti, nel cercare attraverso la sua interpretazione quale fosse il mio “Talento”. Se guardo indietro non riesco a vedermi se non in una veste imprenditoriale, con quei valori, principi e comportamenti che mi sono stati tramandati, dove l’eticità è un elemento fondante ed imprescindibile.
La sua azienda sarà sempre un’impresa di famiglia, o ci sono altre prospettive per suo figlio Cristiano?
Oggi la nostra azienda è un gruppo multinazionale presente in tre continenti e sette paesi, con un fatturato annuo consolidato di più di un miliardo di euro e quasi 2400 dipendenti, che coniuga la presenza della famiglia con quella del management. Naturalmente la continuità aziendale vede un valore nella presenza di mio figlio Cristiano.
Ciò detto penso che i giovani abbiano prima di tutto il dovere di esplorare il mondo comprendendo attraverso la conoscenza, gli scambi, gli incontri con culture diverse da quelle di provenienza, quale sia la propria vocazione.
La complessità della contemporaneità che stiamo vivendo, fatta di globalizzazione, di aspetti geopolitici e relazioni internazionali, di internazionalizzazione quale e dove, di reshoring se e quando, richiede sempre più competenze, sensibilità ed equilibrio nella propria formazione.
E’ di queste persone, con queste qualità che l’azienda ha bisogno per guardare al futuro.
Schumpeter, nella sua proverbiale teoria, sosteneva che per essere imprenditori necessitano qualità rare: responsabilità, coraggio, spirito di iniziativa e generosità.
E’ questo che io sto insegnando e condividendo con mio figlio!
Un sogno nel cassetto ancora da realizzare?
Semplicemente una Fondazione, che si occupi di giovani, permettendo loro di scoprire il proprio talento e di avere la possibilità di perseguirlo.
Oggi i ragazzi spesso si trovano nell’impossibilità di immaginare il proprio futuro; essi stessi sono demotivati, impauriti all’idea di seguire strade ignote, non stimolati ad andare avanti perché non ascoltati e supportati.
Ecco io vorrei, tramite la mia fondazione, permettere di realizzare il proprio sogno a chi dimostra impegno, dedizione, senso di responsabilità, sacrificio e visione.
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