Donne d’impresa, Gabriella Ciabattini: la tecnologia digitale in odontoiatria taglia tempi e costi

Donne d’Impresa: Gabriella Ciabattini Cioni. La sua specialità è il sorriso. Non solo il suo che è bello al naturale, ma anche quello dei suoi clienti.

Laureata in Medicina e chirurgia, specializzata in odontostomatologia e protesi dentaria presso l’Università degli Studi di Firenze, Gabriella Ciabattini Cioni è titolare di uno studio di riabilitazione orale fra i più noti e qualificati di Firenze e Toscana.

Entrata a far parte da tanti anni di ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani), è stata Presidente ANDI di Firenze per 8 anni (adesso è Vicepresidente). Ed è direttore responsabile della rivista ANDI Firenze e delle Newsletter Informatiche da 20 anni.

Da 4 anni è Vicepresidente Nazionale della Fondazione ANDI Onlus. È coordinatrice della Commissione Nazionale Politiche di Genere e Pari Opportunità. Fa parte della Commissione Albo Odontoiatri e della Commissione di Medicina di Genere presso l’Ordine dei Medici di Firenze.

 È iscritta all’AIOP, (Accademia Italiana Odontoiatria Protesica) e alla SIES, (Società italiana di Medicina e Chirurgia estetica).

Inoltre fa parte del Consiglio direttivo di AIDDA Toscana in qualità di Segretario.

Durante la pandemia è stata attivissima – e non a caso – anche contro la violenza di genere

il progetto “Odontoiatri sentinelle contro la violenza su donne e minori” ha visto Gabriella in prima fila, paladina di una battaglia ancora oggi così necessaria. Anche se è persona dolcissima e determinatissima, al tempo stesso sotto quel sorriso nasconde unghie affilatissime per combattere qualunque battaglia in cui creda veramente.

Quale il futuro della sua professione, ancora e sempre più tra le più significative nel campo della medicina?

Negli ultimi anni ho inserito nella routine quotidiana del mio studio la tecnologia digitale che ha rivoluzionato e migliorato la qualità delle immagini radiologiche 2D e 3D. Con grande vantaggio diagnostico. E ha cambiato le tecniche di impronta grazie allo scanner intraorale. Insieme col CAD CAM ci permette di realizzare in poche ore e anche nella stessa giornata, le migliori corone in disilicato di litio. La più performante ceramica ad oggi presente sul mercato.  

Questo è il così detto “Chair Side”. Si esce dall’ambulatorio con il dente terminato, già in bocca e cementato definitivamente. Grande il risparmio di tempo. Pochissime le assenze dal lavoro per venire alle molteplici prove che prima erano necessarie.

Questo è il futuro dell’odontoiatria. Ancora ben pochi hanno fatto questo passo impegnativo, sia come percorso di apprendimento (che è lungo), che come considerevole sforzo economico. Ma sicuramente è una prospettiva ormai insostituibile anche in campo odontoiatrico che sta cambiando completamente l’approccio al caso clinico.

In televisione e su diverse testate giornalistiche si è parlato di un “Vademecum per l’odontoiatria” e la “Guida per il cittadino”.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) afferma che la violenza per la donna è una gravissima causa di malattia, invalidità e morte da inquadrare pertanto fra le malattie di genere. Se si pensa poi al danno sociale ed economico, dunque ai costi per le cure mediche sostenute, gli interventi di Polizia, i costi dei servizi sociali, la mancata produttività, le giornate di lavoro perse si arriva ad una spesa di 17 miliardi. Contro una spesa per interventi di prevenzione di soli 6 milioni annui.

Considerando poi il drammatico bilancio della cronaca nera che, al contrario dei comuni omicidi fortemente diminuiti, resta anno dopo anno con numeri costanti nel tempo, testimoniando così la scarsa crescita della cultura della non violenza a livello sociale. Noi dentisti, che purtroppo vediamo i casi nei nostri studi, abbiamo reso più intensa la nostra lotta in merito. Rafforzandone l’attenzione e incrementando gli eventi sul web ed in presenza.

L’obiettivo di tutti questi sforzi è quello di costruire in Italia una rete territoriale il più capillare possibile di medici odontoiatri ANDI (27000 Soci), esperti nell’identificazione precoce dei segnali di violenza o abusi sulle donne e, in generale, su soggetti più vulnerabili della popolazione.

Recentemente a questa attività di formazione rivolta ai dentisti si è aggiunta anche quella di informazione ai cittadini. È per questo scopo che abbiamo realizzato due importanti strumenti: il “Vademecum per l’odontoiatra” e la “Guida per il cittadino che in situazione di pericolo voglia denunciare un caso di maltrattamento”

Un vademecum per i dentiti sulle donne

Il Vademecum è un promemoria per i dentisti dei passi indispensabili da compiere quando si trovano di fronte a casi di sospetto maltrattamento e invece nella guida dedicata al cittadino si trovano invece i suggerimenti per chi, venendo a conoscenza di una situazione di maltrattamento, vuole denunciare ma non sa cosa fare e come consigliare la vittima. Sono inoltre indicati i numeri utili al coinvolgimento delle autorità e dei servizi preposti.

Un progetto e due pubblicazioni, da me ideate, che grazie all’aiuto di molte realtà del mondo dell’odontoiatria e della medicina, e non solo, stanno trovando grande adesione e un’ampia diffusione per raggiungere e sensibilizzare il maggior numero di persone possibili. E parliamo della FNOMCeO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri che ha concesso il proprio logo, di ENPAM nostro ente assistenziale che ha diffuso ai 300 mila Soci i due elaborati, così pure come della Commissione Albo Odontoiatri Nazionale, di “ANDI nel mondo” che sta traducendo in lingua inglese per diffondere il nostro lavoro attraverso FDI (Federazione Internazionale Dentale) che potrà utilizzarli come modello da inviare alle varie nazioni che vorranno adattarli alle proprie normative. Infine abbiamo avuto la grande distribuzione al nostro fianco nella diffusione del Progetto con COOP Italia che li ha proposti ai propri 6 milioni e mezzo di soci attraverso le riviste online. Quindi “mai più in silenzio davanti alla violenza!”

“Parità di genere”. Cosa ci può raccontare della sua esperienza personale?

Il primo importante passo verso la parità è l’indipendenza economica, il lavoro. Quest’anno ho festeggiato 40 anni di laurea conquistata molto precocemente anche per amore! Sì perché avevo promesso al mio futuro marito Sandro di sposarci non appena laureata, e così ho fatto!

Sono stata in questo facilitata dal grande amore per lui che non volevo deludere. Ma anche dalla grande passione, che mi ha facilitato nello studio, per la medicina e soprattutto per la chirurgia che oggi pratico quotidianamente nel mio studio di Firenze. Che gestisco insieme a mio marito ed il mio staff, costituito tutto da donne che mi seguono con grande competenza e dedizione nelle varie branche che pratico e che tengo tutte costantemente aggiornate.

La professione è quella che avrebbe voluto fare fin da bambina, o c’è un sogno che è rimasto nel cassetto?

Ho deciso di fare medicina negli ultimi anni di liceo. Mi sentivo portata soprattutto per la chirurgia. L’odontoiatria è stata una scelta precoce. Fin dal quarto anno entrai a far parte della Clinica Odontoiatrica come studente frequentatore.

Un mondo per me congeniale che mi ha permesso di inquadrare la mia vita professionale nella libera professione. Dando spazio alla mia volontà di essere “signora e padrona” di me stessa e a disposizione dei miei pazienti, pur restando attenta alla mia ferma volontà di non trascurare la famiglia ed in particolare mio figlio Filippo.

Sicuramente avrei potuto fare altri lavori assecondando le mie varie inclinazioni, ma nella mia vita ho lasciato uno posto ai miei molteplici interessi che hanno preso vigore grazie alla Fondazione ANDI Onlus che mi offre ampia possibilità di occuparmi di sociale, di salute e di prevenzione (lotta contro la violenza su donne e bambini, aiuto ai bisognosi con l’ambulatorio da me aperto in Oltrarno per le cure odontoiatriche, prevenzione dei tumori del cavo orale, prevenzione per la salute orale generale come l’intercettazione delle apnee notturne, la corretta alimentazione e gli stili di vita, gli ambulatori mobili di cui uno inaugurato da noi sempre a Firenze recentemente, la scuola, gli anziani e tanto altro).

La pandemia si è purtroppo abbattuta soprattutto sulle donne che hanno perso il lavoro, non si sono curate della loro salute e hanno avuto spesso bisogno di ricorrere ai Centri di aiuto come per esempio Caritas per mangiare.

C’è tanto da fare e noi donne, soprattutto se saremo più unite, possiamo fare la differenza nella società, grazie a quella quota di sensibilità, di intuito e di grande resilienza che abbiamo e che adesso deve diventare spinta propulsiva della “grande ripresa”.

 

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