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Donne d’Impresa, Ilaria Raveggi, dai cappelli di paglia di Firenze alle calzature più trendy

Donne d’Impresa: Ilaria Raveggi, dai cappelli di paglia di Firenze alle calzature più trendy.

 Dai cappelli di paglia di Firenze alle famose “espadrilles” e oggi anche con la
produzione di calzature medio fine e lusso. Nell’area in cui si coltivava la paglia in
Toscana, cioè nella zona tra Scandicci e Lastra a Signa, c’è il conosciutissimo
calzaturificio Ettore Masotti, di Ilaria Raveggi.

La storia dell’azienda inizia con suo padre nel 1937. È “il fatto a mano per eccellenza” perché
nella sua attività e produzione questa caratteristica rappresenta la marcia in più tipica
dei nostri prodotti made in Italy.

Ilaria Raveggi ha recentemente riunito alcune fra le eccellenze imprenditoriali toscane per parlare di quelle aziende che ci fanno
conoscere come esempi da seguire nel mondo e di cui siamo tutti così orgogliosi. Un evento che si è rivelato tutto in onore e all’insegna di un’imbattibile e importante “imprenditoria al femminile”. In quest’occasione nella grande sala degli eventi dell’Auditorium Centro Rogers di Scandicci, Ilaria Raveggi non ha parlato di service a favore di cani guida per i non vedenti e nemmeno di salvare il pianeta cominciando dalle api. Focus della serata sono state, invece, proprio le imprese toscane che ci hanno resi famosi nel mondo. Relatrici, insieme con Ilaria c’erano: Albiera Antinori, (per la Marchesi Antinori SpA), Sibilla Magnoli, (per Sammontana), Veronica Mura, (per Oftalmici CSO) e Monica Sarti, (per Faliero Sarti).

Tutte donne, che con grande passione e professionalità hanno dedicato e dedicano gran parte della loro vita all’attività delle loro aziende che, il più delle volte, sono di famiglia. Non programmato, ma assolutamente sotto gli
occhi di tutti, abbiamo constatato, come nei settori di eccellenza fiorentini e toscani,
siano protagoniste proprio sempre le donne.

Dal food, alla moda, e anche nella tecnologia, il loro impegno e contributo è sempre più rilevante. Ilaria Raveggi è una di queste
imprenditrici. Le abbiamo chiesto.

Quale sarà il futuro della Ettore Masotti: prima famosa per i cappelli di paglia, poi per le “espadrilles”, oggi per quelle scarpe che fanno moda? E domani? Sarà sua figlia il futuro dell’azienda?

L’azienda è stata condotta e guidata con lungimiranza è capacità da mia madre, Maria Pia Masotti, tuttora attiva in azienda, che sempre ha sottolineato l’importanza di assicurare qualità al prodotto. Una qualità costruita attraverso più di
mezzo secolo di esperienza e dedizione a questa tipologia di calzatura. Solo la
passione e la consapevolezza che sempre si può migliorare possono portare a risultati soddisfacenti.
Certamente l’essere nata in Toscana, a Firenze, ed avere respirato ed assimilato
l’equilibrio delle forme che connota le nostre città d’arte e la perfezione dei grandi
capolavori, permette di trasferire il “proprio senso della bellezza” nel prodotto che si
va a creare.

Un prodotto interamente Made in Italy espressione di passione, tecnica e
impegno quotidiano che oggi prestiamo anche ai grandi marchi internazionali che si
avvalgono della nostra esperienza.

Le sue collezioni sono tutte prodotte con materiali naturali: corda – raffia –
tessuti e pellami “sostenibili”, già dal 1937 con suo padre. 

E’ vero i nostri prodotti sono tutti “sostenibili”, e già lo erano ante litteram quando
ancora non si parlava di sostenibilità, poiché sempre realizzati con materiali naturali
che portano l’uomo vicino alla terra e alla sua propensione di fornire ciò che è
necessario per la sua sopravvivenza.

Sono sempre stata un po’ creativa e fantasiosa,
se non avessi seguito l’attività di famiglia mi sarei dedicata al mio hobby, le “tavole da
sogno”, che allestisco per amici e parenti inoccasione delle varie ricorrenze trasformando la tavola in un vero palcoscenico.

Purtroppo, per tanti giovani in Italia ci sono poche prospettive di lavoro. Che ne pensa della
parità di genere?

Penso che l’impegno, la preparazione e la tenacia portano sempre buoni frutti e che
mai ci si deve scoraggiare, ma tentare sempre di realizzare i propri sogni e le proprie
aspirazioni professionali. La parità di genere deve essere un diritto acquisito, ma ancor
più deve essere fondamentale la valutazione della capacità dell’individuo, capacità che
può parimenti essere collocata sia nella donna che nell’uomo.

Viviamo un periodo storico carico di incertezze. Pandemia,
guerra, terremoti. Quale il suo prossimo progetto di vita e di lavoro?

Credo che la famiglia sia il luogo in cui tutto ha inizio e qualunque progetto non
possa prescindere dalla centralità della famiglia, famiglia che nel mio caso equivale a
tradizione nel lavoro e al passaggio generazionale all’insegna della passione che ci ha
sempre legato al “fatto a mano” e alle calzature in corda.

Tra brevissimo, per la moda dell’estate, il lancio di una nuova linea di calzature con il marchio “Maria Sole”,
il nome di mia figlia, che interpretano il senso italiano delle espadrilles, fatte a mano,
nel rispetto del gusto italiano e destinato soprattutto ad un pubblico giovane.

Gli artigiani, in Italia, sono “in via d’estinzione”. Eppure il “fatto a mano”,
anche per la sua produzione è un enorme valore aggiunto. Quali soluzioni a
questo problema?

L’unica soluzione è la tenacia e la passione per realizzare un prodotto di eccellenza.
Un prodotto fatto con il cuore.

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